7. Il segreto nei tuoi occhi

3.2K 165 34
                                    

Quel bacio sembrò non durare mai abbastanza.
Arya ormai era completamente irretita dal fascino del dio.
Non c'era più traccia della sua volontà di resistergli, di stare in guardia.
Qualsiasi fosse il suo piano nei suoi riguardi era andato via via cancellandosi ogni istante di più che passava con lui.
Era una sorta di magnetismo incontrollabile quello che il Dio degli Inganni esercitava nei suoi confronti ma anche fosse stato un suo piano per usarla a lei comunque non importava più.
Entrambi avevan messo le loro carte in tavola ed entrambi stavan giocando una partita molto pericolosa.
Quando Loki si staccò da lei, quasi con riluttanza, il suo sguardo sembrò più caldo, quasi come se il ghiaccio nei suoi occhi avesse preso a sciogliersi per lasciar posto al verde smeraldo che tanto la affascinava.
Come poteva ingannarla fino a questo punto? Pensava Arya, ormai del tutto arresa a lui.
E nella mente del dio, come in quella di lei, ogni piano, ogni macchinazione era svanito. Il sentimento tra i due aveva vinto e di questo ne erano ormai consapevoli. Ma il dubbio restava.
Nessuno dei due conosceva abbastanza l'altro da poter dire di fidarsi ciecamente.
Loki, famoso per essere un ingannatore spietato e crudele e Arya, una guerriera con un passato burrascoso e delle origini altrettanto compromettenti.
Non fecero in tempo però a proferir parola dopo quel breve ma intenso contatto, che il Dio del Tuono irruppe nella balconata nel vano tentativo di riportare il fratello alla festa.
"Oh...oh ho interrotto qualcosa?" chiese Thor titubante.
Loki lasciò Arya con un leggero imbarazzo cercando di dare piena attenzione al fratello che nel frattempo pareva far addirittura fatica a reggersi in piedi.
"Nulla che non avresti comunque interrotto fratello" rispose Loki irritato.
"Posso presentarti la mia dama di compagnia? Anche se ora il suo compito è finito in realtà..." proseguí lanciando una breve ed allusiva occhiata ad Arya.
Il Tonante si avvicinò alla donna barcollando: "Quindi tu sei Arya! Molto piacere!" e le strinse la mano con eccessivo entusiasmo.
La dama con molta educazione prese la sua stretta di mano con vigore e con un cenno del capo sorrise al dio "Sono onorata mio Re"
Ma qualcosa in quel breve contatto tra i due allarmó Thor tanto che, una volta stretta la mano della donna, la sua espressione brilla e goliarda divenne seria, quasi sulla difensiva.
Non capiva come ma in quella donna c'era qualcosa che non andava, qualcosa che in qualche oscuro modo lo aveva toccato talmente tanto nel profondo da farlo spaventare.
O forse era solo molto ubriaco.
Ma quella sensazione lo confuse e ritrasse la mano dopo poco, senza staccare gli occhi da lei.
Cercò di ricomporsi quel poco che riusciva per non far insospettire né la ragazza né il fratello e tornò con l'attenzione su Loki che, nel frattempo lo guardava accigliato.
"Dunque aaah sono mortificato per essermi presentato così a gamba tesa ma sono leggermente su di giri per cui...non ricordo bene ma mi pare volessi trascinare questa testa calda alla mia festa" disse prendendo Loki sotto braccio cercando di trascinarlo via con sé.
Il dio cercò di divincolarsi "Lasciami stare non sono un bambino!" disse cercando di respingerlo "E poi non sei su di giri, sei totalmente ubriaco!" lo redarguí.
Thor cercò di zittirlo "Sssh abbassa la voce...non sono ubriaco, sono...come dire, dignitosamente brillo!" asserí.
Loki non poté fare a meno di sorridere e, alzando gli occhi al cielo in segno di resa, smise di respingerlo cercando quindi di accompagnarlo di nuovo nel salone, sperando di non doverlo vedere capitombolare due metri più avanti.
Lanciò una breve occhiata d'intesa ad Arya che, con un cenno del capo lo salutò per poi vederlo allontanarsi col fratello a braccetto verso la sala della festa.
Rimase quindi sola sulla balconata, al chiarore delle mille lune e costellazioni che si manifestavano nel cielo di Asgard.
E si incupí.
Thor aveva percepito qualcosa di sinistro in lei ed Arya se n'era accorta.
Il Tonante ci aveva visto lungo nonostante l'alcool in corpo e la scarsa lucidità.
Non mi andrà altrettanto bene la prossima volta pensò.

***

La mattina dopo fu tragica.
Loki si svegliò con un terribile mal di testa ma la cosa peggiore non fu quella.
Quando fece per girarsi dall'altro lato del letto su cui aveva dormito trovò davanti a sé il fratello, ancora tutto vestito ed esageratamente vicino a lui.
Il dio si alzò di scatto spaventato e urlò "Thor! Che diavolo ci fai nel mio letto!?"
Il Tonante cercò di ignorarlo girandosi anch'egli dall'altra parte ma il letto non era così grande e nel farlo volò con la faccia direttamente sul freddo pavimento della stanza.
Loki poté solo udire un "Aaah" di dolore del fratello che stava cercando di rialzarsi con la fatica di una balena arenata.
Quando riuscì a mettersi in piedi finalmente aprì gli occhi e lo mise a fuoco.
"È stata una bella serata vero?" disse ancora stonato.
"Ma di che...ma di che stai parlando!? E perché diavolo eri nel mio letto si può sapere!?" gridò Loki visibilmente imbarazzato.
"Ma come, dormivamo sempre insieme da piccoli, non ti ricordi?" Thor lo incalzó.
"Avevamo 8 anni per la miseria!"
Loki sembrò cercare di trattenersi dal strangolarlo.
"Dettagli, io comunque ieri sera mi sono divertito!"
Il Dio degli Inganni lo guardò confuso "Ma cosa è successo ieri? Dopo che siamo rientrati alla festa ho le idee un po' confuse" chiese.
"Non ne ho la benché minima idea fratello, ero già ubriaco quando son venuto a cercarti" rispose Thor sorridente tornando a sedersi sul letto.
Loki era ancora in piedi poco distante da lui, impegnato a cercar di ricordarsi qualcosa della sera prima.
L'ho baciata! si sorprese al pensiero di Arya tra le sue braccia.
"Io ricordo solo fino a che ho lasciato Arya per riaccompagnarti alla festa e credo di aver bevuto qualcosa e poi...il nulla." concluse.
"Ah si! Arya. Sai ieri sera te ne volevo proprio parlare ma poi credo che l'alcool abbia preso il sopravvento" disse Thor tornando a ridere.
"Parlare di cosa?" domandò Loki incuriosito.
"Quando le ho stretto la mano...non lo so, c'era qualcosa in lei di strano, come se in un certo senso avesse qualcosa di familiare, ma non in senso buono ecco"
"Non ti seguo" disse il fratello cercando di capire le parole confuse del Tonante.
"Ah niente. Lascia stare. Forse ero solo troppo ubriaco, non pensarci" Thor lasciò cadere il discorso cercando di cambiare argomento.
"Piuttosto, grazie per avermi lasciato dormire con te!" disse canzonandolo.
"Hai 10 secondi per uscire o giuro su Odino che ti ammazzo" lo minacciò Loki visibilmente irritato.
Il Dio del Tuono alzò le mani in segno di resa e si avviò per uscire.
"E comunque russi come un dannato!" disse chiudendosi la porta dietro prima che il fratello potesse lanciargli un pugnale contro la schiena.

Loki rimase solo nella stanza ancora stonato dalla sera prima e quel mal di testa non accennava a passare.
Non riusciva a smettere di pensare alle parole di Thor riguardo la sua dama chiedendosi in qualche modo se i sospetti del fratello non fossero che una mera fantasia alcolica o qualcosa di più reale di ciò che immaginava.
Ad ogni modo non sarebbe mai riuscito a credere che Thor avesse più capacità di lui nel scoprire gli inganni perciò accantonó l'idea e tornò a pensare alla sera della festa.
A quel bacio.
Tornò a sdraiarsi sul suo letto e con una mano si coprì il volto spazientito.
Ma che mi è successo?
Il volto di Arya continuava a comparire nella sua testa come un sogno lucido.
Può una mezzosangue come lei avermi in pugno in questo modo? Una creatura così inferiore che possiede un dio? pensò con riluttanza.
Non era mai stato con una donna se non per soddisfare i suoi piaceri sessuali, eppure ora non era di sesso di cui sentiva il bisogno.
Voleva lei ma non come sua schiava di letto, la voleva come sua compagna, come sua pari...
No! gridò Non sarà mai una mia pari! Io sono un dio e lei non è che un semplice soldato del Regno!
Ma questo pensiero non gli fu di nessun aiuto, anzi, non fece che incrementare la paura e l'insicurezza. Il suo orgoglio non voleva cedere a lei, non voleva abbassarsi a così tanto per una donna che non sarebbe mai potuta essere al suo pari.
Eppure non poteva non desiderarla. Non poteva stare un singolo secondo senza pensare a lei.
Se questo è quello che chiamano amore mi fa schifo. Si disse, e tornò a dormire.

 Si disse, e tornò a dormire

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


(Quanto sono patati ç///ç)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(Quanto sono patati ç///ç)

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora