9. Il silenzio degli Innocenti

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Quando il dio e la dama si allontanarono dalle Terme di Sale calò il silenzio.
Continuarono a camminare lungo gli immensi e sfarzosi corridoi del palazzo senza emettere un fiato, fianco a fianco, come due compagni di armi prima di giungere in battaglia.
C'era una piacevole tensione tra loro, si scambiavano sguardi e mezzi sorrisi senza mantenerli per più di pochi istanti.
Ognuno crogiolandosi nei propri pensieri, ormai persi in chissà quali fantasie romantiche.
Loki decise di rompere il silenzio e si parò davanti a lei, fermandola.
"Cosa ci facevi alle Terme?" chiese.
Arya si sentì colta alla sprovvista. Effettivamente che scusa aveva per trovarsi lì? Dopotutto non era nemmeno ferita.
"Semplice relax, direi" si tenne sul vago.
Quel suo modo di fare scostante insospettiva il dio, ma lasciò comunque cadere il discorso e proseguì a camminare.
"Mentre ti cercavo mi son accorto che di te so molto poco, a parte il breve riassunto della tua vita" asserì guardandola.
La ragazza continuò a camminare, attenta a non incrociare il suo sguardo, non voleva tradirsi.
"Mio fratello mi ha detto che c'è qualcosa di strano in te" la incalzò cercando di ottenere la sua piena attenzione.
Il cuore di Arya saltò un battito. Cercò di non dare a vedere la sua ormai crescente preoccupazione e si divincolò dal discorso cercando di ignorare i chiari segnali di sospetto che Loki le lanciava.
"Quando si è ubriachi si crede sempre di avere mistiche visioni e poteri" sorrise, buttandola sullo scherzo.
Il dio ricambiò il sorriso, ma nella sua mente ancora albergava il dubbio.
"Può darsi, e poi se ci fosse qualcosa di sospetto in te penso me ne sarei accorto ben prima di mio fratello" si vantò.
"Infatti" concluse Arya, tagliando corto.
"Comunque ciò non toglie che vorrei sapere più di te" affermò Loki con serietà.
"Probabilmente ti sei convinto che la mia sia stata una vita interessante ma credimi, non lo è" ribattè la donna, quasi sulla difensiva.
"Come faccio a credere che non mi stai nascondendo qualcosa se continui a rispondermi così?" domandò il dio, ormai irritato dall'ennesimo tentativo di divagare della dama.
"Dai tempo al tempo" e Arya sparì tra le colonne del palazzo per dirigersi verso l'ala dedicata ai Guerrieri.
Loki rimase solo, in mezzo ad un punto non ben definito del palazzo.
Questa storia non mi piace  e ritornò ai suoi alloggi.

***

"Ma buongiorno, dove cavolo eri sparita?" domandò Felaria appena incrociò lo sguardo dell'amica in mezzo allo spogliatoio femminile.
"Scusami, ero alle Terme e ho perso la cognizione del tempo" rispose la ragazza.
"E che cazzo di facevi lì? Mica ti sei presa a botte con qualcuno ieri sera?"
"Ma figurati, volevo solo rilassarmi" rispose la dama, aggirando il discorso per l'ennesima volta.
"Stavi ancora pensando ad Erik?" chiese Fel in apprensione.
Arya si voltò, colta impreparata dalla domanda. Non sentiva pronunciare il nome del suo defunto marito da diversi anni ormai e, quella sensazione di vuoto al solo pensiero si ripresentò.
"Non devi rispondermi se non vuoi, posso capire come ti senti e le Terme sono sempre un buon posto per togliersi di dosso un po' di depressione" la guardò Fel con un sorriso sghembo.
Arya ricambiò con un'espressione incerta e cominciò a vestirsi, indossando la sua armatura pezzo per pezzo, come era solita fare.
"Oggi gita di piacere!" urlò dal fondo una donna.
La dama si voltò verso di lei "Qual è la missione di oggi?" domandò presa dalla curiosità.
"Dobbiamo solo scortare Thor e i Quattro Guerrieri dal Dottore, pare ci siano delle trattative in corso ma questo significa che abbiamo il pomeriggio libero!" esclamò la donna presa da un impeto di gioia.
Fantastico! pensò. Ma quel breve istante di felicità si tramutò in preoccupazione, appena si rese conto di ciò che avrebbe dovuto comportare quel breve pomeriggio di libertà.
Si allontanò dalle altre guerriere intente a prepararsi e, raggiunti i bagni, nella desolazione più totale, scoprì il braccio sinistro, rivelando un piccolo ma scuro tatuaggio sul polso.
Lo sfiorò con il pollice della mano destra, un breve scintillio percorse il disegno mutandone il colore e pochi istanti dopo sparì, come se quella parte di pelle fosse sempre stata candida ed inviolata.
Tornò negli spogliatoi, raccolse le ultime cose e, al fianco di Felaria e le altre guerriere, si incamminò alla volta del Bifrost, dove Heimdall le attendeva.
"Ma di che Dottore stan parlando tutte quante?" chiese l'amica una volta giunte al Ponte Arcobaleno.
"Dottor Strange, quel tipo che custodisce l'Occhio di Agamotto" rispose la ragazza.
"Agamotto? E che è? Una spezia?" Fel non potè trattenersi.
Arya scoppiò in una grossa risata e le diede una pacca sulla spalla "Sei veramente una cretina" e continuò a ridere proseguendo verso il Portale.
Quando giunsero a destinazione Thor e i Quattro Guerrieri erano lì ad aspettarle, insieme allo sguardo indagatore di Heimdall.
Da quando il Dio del Tuono aveva preso il posto del padre Odino diventando quindi Re di Asgard, il Guardiano era tornato al suo posto a guardia del Bifrost, nonostante le accuse di alto tradimento verso il Regno. Questa decisione non fu presa di buon cuore dal popolo ma d'altronde era innegabile che nessun altro al di fuori di Heimdall potesse adempiere a questo compito in modo così impeccabile.
Il fatto però che egli fosse lì non fu niente meno che l'ennesimo motivo di preoccupazione della dama, intenta a nascondere il polso sinistro dietro la schiena.
Quando tutti furono pronti il Guardiano aprì il Portale e un lampo di luce argentea catapultò tutto il gruppo in una delle grandi città di Midgard.
Fu talmente veloce che Arya quasi non si accorse di essere già arrivata.
Con una magia d'illusione ogni componente della squadra tramutò i propri abiti rendendoli più consoni al luogo, la cosa migliore da fare in quel momento era proprio passare inosservati.
Si diressero a passo deciso verso il grande edificio che ospitava le arti magiche che il Dottore proteggeva ed una volta lì il portone del palazzo si aprì, rivelando le immense sale e corridoi ricchi di cimeli che l'uomo custodiva.
Thor e i suoi Quattro Guerrieri si allontanarono appena incontrato Strange che li fece accomodare in una sala appartata.
Da lì in poi il compito delle guerriere era quello semplice di perlustrare la zona dell'edificio, attente che nulla o nessuno cercasse in qualche modo di interrompere quell'incontro.
Il che voleva dire una certa libertà di girare i quartieri vicini della città.
Appena furono sole si scambiarono uno sguardo d'intesa, eccitatissime ed ognuna uscì dal palazzo prendendo una direzione diversa.
Fel salutò con un cenno l'amica, voleva vedere con i suoi occhi le vetrine dei negozi che aveva scorto poco prima di entrare nell'edificio.
Mentre Arya, come suo solito, procedette a passo veloce verso la libreria in cui era solita acquistare i romanzi con cui intratteneva le sue giornate libere su Asgard.
Ma questa volta fu diverso.
Una volta giunta alla libreria, nello stesso momento in cui entrò, sdoppiò se stessa con un'illusione lasciando che il suo ologramma entrasse nel negozio al posto suo.
Per non essere vista da Heimdall, cui occhi addosso aveva avvertito dal primo momento in cui era giunta a Midgard, calò una malia su di essa, rendendola invisibile allo sguardo di tutti, persino a quello del Guardiano.
Entrò in un dinner poco distante dal negozio e con una semplice magia rivelò il suo aspetto tramutato in quello di un'altra persona.
Si sedette ad uno dei tanti tavoli liberi del bar e aspettò, impaziente.
Dopo qualche istante, il tatuaggio sul suo polso sfrigolò dandole una sensazione di calore intensa, quasi ustionante.
Dalla porta del locale vide entrare Lei con passo lento e deciso.
Senza troppe cerimonie fece un cenno di saluto ad Arya e si sedette al suo tavolo, esattamente di fronte alla dama, con un sorriso sornione stampato in volto.
"E' passato del tempo dall'ultima volta che ti ho vista" disse Lei sfiorando la mano sinistra della guerriera che stava con le braccia conserte appoggiata al tavolo.
Arya fece un cenno del capo con un mezzo sorriso.
"Heimdall è di nuovo di guardia al Bifrost" disse.
"Male" asserì la donna davanti a lei.
"Ma sono certa che tu abbia preso le giuste precauzioni" continuò alludendo al suo aspetto.
"Certamente" rispose la dama in tono soddisfatto.
"E come sta andando con l'Ingannatore?" domandò Lei.
"A breve dovrei riuscire ad ottenere le informazioni necessarie" affermò Arya sostenendo lo sguardo indagatore della donna.
"Ne sono certa, sei un'abile guerriera..." asserì.
"Ricordati che non manca molto tempo, non posso aspettare per sempre" continuò.
"Sto facendo il più in fretta possibile, ma credo non si fidi del tutto di me" disse rassegnata la dama.
"Cosa sospetta?" la incalzò la donna.
"Thor, pare che abbia detto a Loki che c'è qualcosa di strano in me che non lo convince"
"Ti ha toccata?"
"Ci siamo stretti la mano"
La donna si lasciò andare sullo schienale del divanetto, lo sguardo perso fuori dalla vetrina del locale.
"Stagli alla larga il più che puoi, se venisse a scoprire qualcosa i nostri piani salterebbero"
Arya annuì silenziosa.
"Cerca di conquistare la fiducia di Loki, senza quella ogni cosa andrà perduta" disse la donna tornando a guardare la ragazza.
"Farò del mio meglio" la dama arrossì leggermente.
Lei colse un cambiamento nei suoi occhi, si avvicinò col viso alla guerriera e con una mano prese il suo volto portando il mento di Arya verso di lei.
"Non ti starai innamorando di lui vero?" domandò.
Il viso della ragazza avvampò. 
"No assolutamente no!" il cuore le batteva violentemente nel petto.
"Sarà meglio" disse la donna lasciandole il volto "ricordati per chi stai facendo tutto questo"
"Per Erik" si disse Arya.
"Esatto, e se porterai a termine il tuo compito potrai rivederlo per un'ultima volta" affermò la donna con decisione.
"Come faccio a sapere che manterrà la parola data?" domandò la ragazza sospettosa.
Lei prese il suo polso sinistro portandolo verso la parte opposta del tavolo. Passò il pollice destro sulla sua pelle, rivelando il tatuaggio. Nello stesso istante lo stesso disegno, sia per forma che dimensione comparve sul polso destro della donna.
"Il nostro è un patto sacro e potente, se venissi meno la parola data ne morirei" asserì infine, fulminandola con lo sguardo.
Arya ritrasse la mano e abbassò il capo cercando di evitare gli occhi gelidi della donna.
Lei si alzò, concludendo l'incontro.
"Spero che la prossima volta che ci incontreremo avrai ciò che mi spetta" concluse Lei.
"Certamente" asserì la dama.

"Arya" accennò un saluto Lei.
"Hela"
E la vide allontanarsi ed uscire dal locale.




"Hela"E la vide allontanarsi ed uscire dal locale

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