<Vuoi darmi in gestione l'azienda?>.

<L'azienda è già tua, da quando sei nato. Io l'ho portata avanti per te e tu lo farai per i tuoi figli>.

Mio padre si solleva dalla poltrona, si avvicina a me.

<È arrivato il momento di diventare il capo. So che farai la scelta giusta>.

Mi lascia da solo con i miei pensieri.

Io non voglio obbligare Aurora a fare una vita che non vuole, ma so anche che mio padre ha costruito un impero per me, per i miei figli. L'ho già deluso in passato. Non posso ricommettere lo stesso errore.

La notte trascorre, fuori si intravedono le prime luci dell'alba, ed io non ho chiuso occhio.

Aurora entra silenziosa nel salone.

Ha indosso solo la mia camicia.

Si avvicina a me, si siede sulle mie gambe.
Poggia la testa nell'incavo del mio collo.

Accarezzo le sue cosce nude.

<Perché non mi svegliavi?>.

<Avevi bisogno di riposare>.

<Preferivo stare con te>.

Lascia piccoli baci sul mio collo.

<Cosa ti tormenta?>.

<Tutta la situazione>.

Mordo il mio labbro, i suoi baci umidi, hanno risvegliato il mio amico dentro i slip.

Le mie mani risalgono nel suo interno coscia.

Sfioro il pizzo che ricopre la sua intimità.

Il pezzo di stoffa, si bagna dei suoi umori.

Mentre la sua lingua, mi provoca brividi in tutto il corpo.

La sollevo dai fianchi, facendole cambiare posizione.

Adesso le nostre intimità sono a contatto anche se separate dagli indumenti.

Mi sorride prima di stringere il mio labbro fra i suoi denti.

<Aurora>.

Cazzo sto impazzendo.

<Shh lo so>.

Con le mani scivola sul cavallo dei miei pantaloni.

Slaccia la cintura.

Sbottona i jeans, liberandomi da questa tortura.

Si solleva dalle mie gambe, fa scivolare giù i suoi slip.

Prima di ritornare nella posizione di prima.

Strofino la mia cappella nella sua intimità.

<Non fare rumore a breve la casa si sveglia>.
Le sussurro sulle labbra.

Annuisce.

Entro in lei con un'unica spinta.

Cazzo quanto mi è mancato tutto questo.

Si muove su di me, si solleva fino quasi ad uscire del tutto, prima di riprendermi tutto dentro di lei.

La guardo estasiato.

Con le mani, tocco il suo seno.

Ha ancora la mia camicia addosso, e la trovo fottutamente bella.

Soprattutto quando inizia ad aumentare il ritmo delle spinte.

Sento il piacere arrivarmi al cervello.
I suoi ansimi attutiti sul mio collo, le nostre fronti sudate per lo sforzo.
Blocco il suo bacino con le mie mani.
Do le ultime spinte, prima di riversarmi dentro di lei.

Una ragione per ricominciare Where stories live. Discover now