Capitolo 8

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Esco dalla stanza a grandi passi, quando arrivo davanti alle scale però mi fermo. Una folata di aria fresca fa scricchiolare tutti gli scalini, per poi avvolgermi completamente.
Faccio un lungo respiro e comincio a scendere gradino per gradino, quando tocco il pavimento mi giro a guardare tutte le pareti del piano inferiore.
Nel mio sogno c'era un ragazzo bloccato dentro una di queste pareti, ma quale era?
Comincio a bussare piano tutte le pareti di quella camera, busso ma non sento nessun vuoto d'aria o rimbombo.
-come pensavo.. sto impazzendo.-

Mi giro per ritornare in camera mia ma una voce mi fa fermare sul posto.

-bussa più forte-

E come un sussurro.
Devo bussare più forte..
Ok, va bene lo faccio.
Con tutta la forza che mi è rimasta in corpo comincio a bussare più forte in tutte le pareti.
Busso finché non sento rimbombare il suono nel vuoto.
Mi fermo e faccio un sorriso.

-trovato-

Poggio la testa nel muro, chiudo gli occhi e dò un ultima bussata alla parete.

Rimbomba, e quì, qualsiasi cosa infesta questa casa proviene da qui.

-liberarmi-

Mi ha parlato per la seconda volta, vuole essere liberato.

-SEI DENTRO IL MURO?-

segue un momento di silenzio.

D'accordo, c'è la posso fare.
Comincio a staccare la carta da parati pian piano la stacco tutta ma quello che vedo fa scomparire il mio sorriso.
Un muro, c'è un muro. Non c'è nessuna porta.
Con la mano tocco il muro, al mio tocco una mattonella si stacca e arriva a terra, fortunatamente ho spostato il piede in tempo se nò gli arrivava di sopra.
Mi abbasso e guardo oltre il buco della mattonella caduta.
Ma è troppo buio e non riesco a vedere tanto bene.
Provo a staccare le altre mattonelle ma sono incollate tra loro e non ne vogliono sapere.
La mamma dovrebbe tenere gli attrezzi sotto il lavello della cucina.
Mi sposto in cucina e prendo un martello.
Ritorno sotto le scale e do il primo colpo di martello al muro.
Poi il secondo,il terzo, al quarto
tutte le mattonelle cadono come  domino a terra seguite da una nube di polvere che mi fa tossire.
Dissolta la nube vedo tutte le mattonelle a terra e una porta di legno difronte a me.
Dalla struttura di legno capisco che è molto antica, gli manca però la maniglia, al suo posto c'è un buco riempito di cemento.
Provo ad aprirla ma non si apre, sarà stata chiusa a chiave dai primi proprietari della casa.
Con la coda dell'occhio vedo l'orologio tra pochi minuti sarebbe arrivata mia mamma e se vede il casino che ho combinato non mi farà arrivare a 17 anni.
Prendo scopa e paletta, un sacco nero e comincio a raccogliere le mattonelle e la polvere. Con una pezza invece pulisco la porta.
E molto bella, ha i contorni bordati di fiori, al centro c'è uno strano simbolo.
Porto fuori la spazzatura e vedo arrivare mia mamma.

-ciao janette. Scusa il ritardo ma mi hanno trattenuta.-

-ciao mamma, tranquilla.-

-ho già ordinato il sushi, a quest'ora sarebbe già dovuto venire.-

chiude la portiera dell'auto e mi guarda.

-hai fatto pulizie? Ma che figlia meravigliosa ho davanti?-

Caspita...appena entrerà e vedrà il buco che ho fatto altro che brava figlia.
Per fortuna c'è solo una porta il resto della parete è ancora intatto.

Quando entriamo a casa vedo mia mamma portarsi una mano alla bocca.

-JANETTE CHE SIGNIFICA QUESTO?!'

Fantastico e ora che mi invento?

-emm. ero in camera mia quando ho sentito un rumore, sono scesa giù e ho visto le mattonelle a terra e una porta al posto di esse. Ho pulito e sei arrivata tu.-

Mi scruta con degli occhi alquanto sinistri.

-mamma sei inquietante potresti finirla di guardarmi così?-

Stacca il suo sguardo da me e guarda la porta.

-è strano quando abbiamo comprato la casa non mi avevano detto che c'era un'altra porta sotto le scale.-

Sì avvicina alla porta e prova ad aprirla.

-ci ho già provato, manca la chiave-

- dovremmo chiamare un fabbro.-

No, no, no, il fabbro non deve vederla.

-mamma ma se invece compriamo un armadio e la compriamo con quello?-

-sei pazza? Voglio vedere cosa si nasconde dietro questa porta-

Pensa janette, come puoi farglielo evitare...

-mamma se il fabbro arriva e apre la porta poi vorrà vedere anche lui cosa c'è. Se trovassimo qualcosa di estremamente costoso e raro  saresti costretta a dividerlo con lui no? Perciò meglio non chiamarlo-

-hai ragione. Vorrà dire che dovremmo trovare un'altra soluzione-

-Sì-

Suona il campanello e mia mamma va ad aprire.

Torna con due sacchetti di carta in mano, e poi urla

-"sushi"-

Sorrido tra me e me vedendo mia mamma contenta con quei sacchetti in mano. Sono poche le volte che la vedo sorridere così.

GhostWhere stories live. Discover now