Capitolo 4

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Finisco di lavare i piatti, spengo la luce della cucina e salgo le scale.
Mi tengo stretta alla ringhiera per non cadere di nuovo, quando arrivo nella mia camera mi butto sul letto esausta.
E pensare che è solo mercoledì.
Prima che possa chiudere gli occhi vedo la finestra illuminarsi. Mi alzo e vado verso di essa. Da dentro non vedo bene chi la stia illuminando, esco fuori coprendomi le spalle con una piccola coperta.
Vedo una macchina parcheggiata fuori il vialetto di casa mia.
I finestrini sono oscurati, non vedo bene la persona che è seduta davanti al posto di guida. Sembra che stia cercando di vedere dentro casa.
Mi sporgo per vedere meglio il volto di quella persona, ma il motore della macchina si accende e parte.
E strano, le case qua sembrano tutte uguali di sera, ma anche se avesse sbagliato strada che motivo aveva di fermarsi e controllare come uno psicopatico dentro casa mia?
Rientro dentro e mi siedo sul letto, non ho più tanto sonno.
Mi metto dentro le coperte e chiudo gli occhi, ma il sonno non vuole venire. Mi alzo dal letto e comincio a girare tutta la mia camera.
Prima sono caduta, o qualcuno mi ha spinto?
Giuro di aver sentito anche qualcuno che mi chiamava mentre mi rialzavo da terra.

Ad un tratto la mia attenzione ricade sull'armadio di fronte al letto.
Sento delle voci provenire da dentro le sue ante.
Mi immobblizzo sul posto, non riesco a muovermi sono terrorizzata.
Le voci si fanno più forti, mi tappo le orecchie con le mani e cado a terra.

-basta, basta-

Dico tra le lacrime.
Che mi sta succedendo?
Sto diventando pazza.
Mi porto le ginocchia al petto, continuando a premere le mie mani sulle orecchie.
Ho troppa paura, non riesco a muovermi.
Di colpo le voci cessano, tolgo le mani dalle orecchie e non sento più nessuna voce.
Mi alzo piano da terra e guardo l'armadio.
Mi avvicino piano fino a ritrovarmi difronte a esso.
Stiro piano la mano fino a toccare un'anta.
Chiudo gli occhi e con uno scatto veloce apro l'armadio.
Il mio respiro e irregolare e il mio cuore sembra aver fatto una maratona.
Apro gli occhi, non vedo niente, solo vestiti.
Tiro un sospiro di sollievo e richiudo l'armadio.

-sarà stata la caduta di prima, meglio se mi faccio controllare da qualcuno-

Mentre richiudo le ante noto un pezzo di carta da parati in rilevo dietro l'armadio.
Con il pollice e l'indice lo stacco.

-cazzo, cazzo, cazzo-

Non ho staccato solo quel pezzettino, ma tutta la carta da parati che ricopriva quella parte di muro.
Accendo la luce per vedere quant'è grande il danno che ho fatto.

Per fortuna non è abbastanza grande se sposto l'armadio dovrebbe coprirlo.

Con tutta la mia forza cerco di spostare l'armadio verso quella crepa ma non si sposta di un centimetro.

Come faccio ora? Mia mamma mi ucciderà se lo vede.

Prendo una mia foto e cerco una cornice dentro gli scatoloni.

-trovata-

Metto la foto dentro la cornice, stacco un chiodo dal quadro del corridoio e cerco senza far rumore di attaccarlo al muro.

-Fatto-

Appesa la foto spengo la luce e mi rimetto a letto.

Domani sarà una lunga giornata.

GhostWhere stories live. Discover now