"Mi hanno lasciato in una stanza da sola mentre loro si sono messi a discutere. Ho evocato Bubbles ed eccomi qui. Ha ragione Peach, sono stupidi."

"Hummm. Meglio così. Vediamo di non sottovalutarli però. Non li voglio tra i piedi."


Portia annuisce, il volto privo di emozioni. 
È molto diversa dalla sorella: taciturna e posata, non è possibile capire a che cosa stia pensando. Da quando le ha chiamate a sé, Sebastian non ricorda di averla mai vista sorridere. Se per Peach ogni cosa è un gioco, per Portia conta solo il compito che le viene affidato. Ed è capace di portarlo a termine con una freddezza e una determinazione prive di pietà. Non per nulla, ai pastelli colorati della sorella, ha preferito un'enorme falce maledetta.

"A questo punto immagino che non ci resti che tornarcene a casa. È tutto, almeno per oggi" commenta Sebastian, sistemandosi i capelli.

"Hu, che bello! Torniamo a Londra!"

"No Peach. Intendevo la casa dall'altra parte del Lago."


"UFFAAAAAA!!! Ma non possiamo ritornare la notte di Halloween e basta?! Che ci stiamo a fare ancora qui!"

"Per quanto incompetenti, non mi fido di quei due. Senza contare quello che è successo nella grotta. Qualcuno o qualcosa ha tratto in salvo i ragazzi e dobbiamo capire chi sia stato e perché".

"Nel frattempo?" domanda Portia.

"Beh, io ho bisogno di una doccia e tua sorella di un hamburger. Immagino che tu invece voglia cacciare."

Gli occhi le si accendono di un desiderio feroce.


"Spostati a Est. Il portale ha fatto fuggire tutti gli animali e a ovest la zona è abitata."


"A che ora ci vediamo?"

"Hai a disposizione tutta la notte. Lo scorrere del tempo qui è alterato per un raggio di 666 metri. Oltre è ancora il tramonto". 
 Un ghigno di soddisfazione appena accennato le sporca la bocca e la falce si materializza nella mano aperta.

"Portia..."


Si volta, bloccata nell'atto di andarsene; scintille viola e blu le danzano intorno frenetiche.

"Non sterminare tutta la popolazione dei puma, per favore. Dobbiamo evitare di attirare l'attenzione." 


Mostra i canini affilati in segno di assenso e scompare in una fiammata color ametista, lasciando dietro di sé odore di carne bruciata.


"Non ho mai capito la sua passione nello sventrare bestie" commenta Peach, intrecciando le mani dietro la nuca.

Uno schiocco fende l'aria, un colpo secco la centra alla base del collo e cade a terra priva di conoscenza. Sebastian fa un salto indietro, piega le ginocchia e solleva gli avambracci davanti alla faccia per proteggersi. Una sfera di luce avvolge la bambina, si restringe fino alle dimensioni di una biglia e scompare con un risucchio.
 Un secondo colpo lo manca di pochi centimetri: si sposa di lato, si ripara dietro un albero e infila la mano nella tasca del capotto.


"No, non ti ho mancato: il colpo era diretto proprio al tuo armamentario. Nel caso in cui te lo stessi chiedendo."

Statuette, bende protettive e ampolle contenenti parti del famiglio di Peach e Portia, ardono in un'unica vampata multicolore.

Quella voce: è di una donna ed è sicuro di conoscerla. Ma chi è? Non riesce a inquadrarla. Ha l'impressione di non sentirla da tanto tempo. 


"Che cosa vuoi?" domanda freddo.

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