Capitolo 3.

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La polizia mi fa mille domande.

"Che aspetto aveva il ragazzo?" Mi chiede un poliziotto.

"Era più alto di me,era strano,aveva gli occhi marroni e i capelli biondi,non so come descriverlo perché era... particolare." Dico con un filo di voce.

"Particolare" è l'aggettivo perfetto. Capisco che il poliziotto mi prende per matta dal suo sguardo,quindi gli sorrido debolmente.

"Non ricordo molto bene,ero nascosta." Cerco la migliore scusa e per mia fortuna il poliziotto mi crede e annuisce.

"Renesme." Sento urlare una voce femminile.

Una donna bionda con gli occhi verdi si scaraventa su di me.

"Santo cielo bambina mia,come stai?" Mi chiede mia zia molto preoccupata.

"Zia,non preoccuparti sto bene." Dico ricambiando l'abbraccio.

"Dio mio avrai avuto molta paura." Dice cominciando a piangere.

"No,non ti preoccupare,sono riuscita a farlo ragionare più o meno." Dico cercando di calmarla.

Sta più messa male di me. Non riesce a calmarsi,è agitatissima.

"Che ne dici di andare a casa,così ti preparo una bella cioccolata calda,devi essere molto stanca e affamata."

In realtà sto bene,ma sembra troppo una bambina quindi la ringrazio e ci avviamo alla macchina.

Entriamo in macchina e io accendo la radio.

Mi appoggio al finestrino e guardo il paesaggio.

Ripenso a quel ragazzo. Era così strano,si comportava da menefreghista, ma nei suoi occhi ho visto una persona fragile, debole, è come se avesse una maschera. La cosa che più mi ha colpita sono stati i disegni sulla sua pelle che appena mi si è avvicinato sono scomparsi.

Una scossa mi fa drizzare la schiena e spontaneamente guardo allo specchietto. Vedo lui. Mi sta guardando negli occhi. Mi giro velocemente verso i sedili posteriori, ma lui non c'è. Deve essere tutto frutto della mia immaginazione, spero.

"Tesoro stai bene?" Mi chiede zia Helen preoccupata.

"Si si, credevo di aver visto una cosa..." Le dico con voce bassa.

***

Zia Helen parcheggia la macchina e ci dirigiamo dentro casa.

"Ti preparo la cioccolata calda, tu intanto vai a cambiarti." Mi dice dolcemente la donna bionda.

Salgo velocemente le scale,entro in camera e mi butto sul letto.

Faccio un sospiro profondo e mi alzo di scatto.

Apro l'armadio e sento come se qualcuno mi fosse passato accanto.

Mi giro e non c'è nessuno.

Che cazzo succede?!

Mi rigiro verso l'armadio e rassegnata mi metto una tuta comoda.

Mi faccio una coda alta e scendo le scale diretta in cucina da mia zia.

"Ecco qui, bella calda." Dice zia Helen porgendomi la tazza fumante.

La ringrazio dolcemente e salgo in camera.

Mi siedo sul divanetto vicino la finestra e comincio a sorseggiare la cioccolata.

Sul vetro vedo il riflesso del ragazzo.

Mi giro per l'ennesima volta di scatto e lo vedo. È davanti a me e io chiudo velocemente gli occhi sperando che sia tutto frutto della mia immaginazione.

"Sono reale,apri gli occhi." Dice una voce...dolce.

Apro lentamente gli occhi e il biondino mi sorride.

"Cosa vuoi da me?" Gli chiedo con tutto il coraggio che ho.

Stranamente mi tranquillizzo. Non so perché non mi faccia così tanta paura.

"Non voglio niente,voglio solo... Non lo so."

"Come ti chiami?" Gli chiedo.

Lui mi guarda negli occhi confuso.

"Evan." Dice freddo. Gli occhi diventano più scuri e io gli tocco una spalla.

"Perché non hai paura di me?"

"Perché vuoi tanto spaventare le persone?"

"Perché devo, per vivere." Deve spaventare e uccidere persone per vivere? Questo ragazzo mi confonde.

"Cosa erano quei disegni sulla tua pelle?" Appena glielo chiedo, lui scompare. Cosa cavolo succede? Spero di star sognando perché sembro pazza. Non posso parlare con qualcosa di non reale. No, tutto quello che è appena successo in realtà non è successo, sono solo molto stanca quindi è meglio se vado a dormire.

Mi lavo velocemente i denti e mi infilo sotto le coperte. All'inizio non riesco a dormire per i troppi pensieri che mi frullano nella testa,ma dopo un'ora mi addormento.

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