La caccia alle streghe e i cacciatori.

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La caccia alle streghe scoppiò a partire dal XIV secolo e durò fino al XVII, per mezzo di una congrega di cosiddetti cacciatori di streghe, gente convinta dell'esistenza e soprattutto della validità e utilità della propria missione.Il fenomeno della caccia alle streghe nacque all'incirca alla fine del XV secolo e perdurò fino all'inizio del XVIII secolo all'interno dell'occidente cristiano. Benché le prime tesi sulla stregoneria vengano fatte risalire alla letteratura cattolica del 1400 circa, fu in particolare nelle regioni protestanti che durante l'Umanesimo e il Rinascimento il fenomeno ebbe maggiore rilevanza e recrudescenza. In quell'epoca, le streghe, ritenute sospette e pericolose dalle autorità civili e religiose, furono oggetto di persecuzioni che sovente terminavano con condanne a morte a seguito delle quali le stesse venivano arse vive sul rogo.

Nella terminologia moderna, per estensione, con "caccia alle streghe" si indicano fenomeni persecutori di determinate categorie di persone basati sul fanatismo ideologico e su un presunto pericolo sociale atto a scatenare il panico, per cui si giunge a negare i normali diritti di difesa agli accusati e ad avere scarsa considerazione della loro reale colpevolezza o innocenza, come nel caso del Maccartismonegli anni cinquanta del Novecento negli Stati Uniti.

La caccia alle streghe si concentrò soprattutto tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento e conobbe due ondate: una dal 1480 al 1520 e l'altra dal 1560al 1650. In generale, la storia dei processi contro la stregoneria e la magia si può dividere in tre periodi. Il primo, compreso tra il 1300 e il 1435, è possibile dividerlo ulteriormente in tre parti (1300-1330, 1330-1375 e 1375-1435), delle quali l'ultima, principalmente a causa dell'introduzione nei tribunali locali della procedura inquisitoria, vide un aumento delle accuse di adorazione del demonio rispetto alle accuse di magia politica (diffuse nel primo trentennio del XIV secolo) e a quelle di maleficio e rituale magico (peculiari nella fase compresa fra il 1330 e il 1375). Il secondo periodo va dal 1435 alla metà del XVI secolo ed è caratterizzato da un aumento dei processi che durerà fino al 1520 circa e da un successivo calo di numero dei medesimi fino a tutto il 1550 (fenomeno, quest'ultimo, da ricondursi anche alla diminuita pubblicazione di nuovi trattati demonologici e alla minore diffusione di quelli già esistenti). Il terzo periodo, infine, è quello compreso tra il 1580 e il 1650, quando, prevalentemente in alcune aree della Svizzera, della Germania, della Scozia e della Francia, i processi per stregoneria aumentarono considerevolmente.

Il risultato finale fu la strage di migliaia e migliaia di persone, torturate e mandate al rogo.
Ecco tra i più conosciuti cacciatori di streghe:

Jean Bodin: nacque nel 1530 e morì nel 1596. Fu un giurista francese e un filosofo politico. La sua opera maggiore sulla persecuzione della stregoneria fu De la démonomanie des sorciers, pubblicata nel 1580, che ebbe ben dieci edizioni entro il 1604.

Nicholas Remy: detto anche Rémy and Remigius, nacque nel 1530 e morì nel 1616. fu un magistrato francese, divenuto famoso come cacciatore di streghe. Scrisse molte opere di storia, ma la più famosa resta il Daemonolatreiae libri tres, pubblicato nel 1595. il libro rimpiazzò il Malleus Maleficarum e fu considerato il manuale sulla caccia alle streghe più riconosciuto in Europa.

Peter Binsfield: altrimenti detto Peter Binsfield o Petrus Binsfeldius, nacque nel 1540 circa e morì nel 1598 o nel 1603. Fu un vescovo e teologo tedesco. Raggiunse la fama come cacciatore di streghe e scrisse l'opera De confessionibus maleficorum et sagarum, che fu tradotta in parecchie lingue. Nell'opera si sosteneva che, sebbene molte confessioni fossero state estorte con la tortura, tuttavia bisogna credervi.

Henri Boguet: nato nel 1550 e morto nel 1619, fu un giurista e giudice francese. Fu ben conosciuto per la sua crudeltà durante i processi alle streghe, specialmente verso i bambini. La sua opera Discours des Sorciers del 1602, che ottenne dodici ristampe, parla delle sue indagini su una famiglia di licantropi e le sue osservazioni sulla loro prigionia nel 1584.

Pierre de Lancre: nome completo Pierre de Rosteguy de Lancre o anche Pierre de l'Ancre, Signore di De Lancre, nato nel 1553 e morto nel 1631. fu un giudice francese, che condusse un'intensa caccia alle streghe nel 1609. Scrisse libri sulla stregoneria (Tableau de l'Inconstance des mauvais Anges del 1613 e L'Incredulite et Mescreance du Sortilege del 1622), in cui parlava di Sabba, licantropia e rapporti sessuali durante i sabba. Durante la sua carriera torturò e bruciò oltre 600 uomini e donne.

Francesco Maria Guazzo: detto anche Guaccio o Guaccius, un prete vissuto a cavallo fra il XVI e il XVII secolo a Milano. Suo è il Compendium Maleficarum (il Compendio delle Streghe) del 1608, in cui parla di formule per poter partecipare al Sabba e descrive i rapporti sessuali fra le streghe e gli incubi (demoni maschili) e fra uomini e succubi (demoni femminili).

Matthew Hopkins: inglese, inizia la sua carriera di cacciatore di streghe nel 1644, interrogando Elizabeth Clarke di Manningtree. Mandò a morte fra le 200 e le 400 persone, di cui 68 soltanto nel Suffolk.


I benandanti: strani cacciatori di streghe
Il nome significa buoni camminatori e è riferito a gruppi di uomini e donne che si riunivano per combattere il male. Congreghe del genere apparvero in Friuli attorno ai secoli XVI e XVII ed erano legate a culti pagani e contadini.
I benandanti erano uomini nati con la camicia, ossia con un pezzo di placenta, che nelle tradizioni popolari rendevano una persona speciale, in quanto la placenta era ritenuta la sede dell'anima.

Erano gli unici che potevano estinguere il potere dei malocchi e difendere i campi e i raccolti da streghe e stregoni. Si dice infatti che in particolari notti i benandanti combattessero contro le streghe, gli uni armati di rami di finocchio e le altre di rami di sorgo. La vittoria o la sconfitta dei benandanti segnava la fertilità dei campi o la perdita del raccolto. Gli scontri avvenivano in sogno, erano quindi battaglie oniriche, ma che avevano effetti anche nella vita reale.
I benandanti sono anche legati alle Processioni dei Morti, sempre di origine contadina. Era ritenuto benandante chi vedeva i morti e andava con loro. A loro è anche legata la caccia selvaggia, presente in Europa centrale.

Nonostante i benandanti combattessero il male, la Santa Inquisizione li dichiarò eretici tra il 1570 e il 1670. La missione di questa congrega si fondava su culti pagani, che non potevano trovare un riscontro positivo nella Chiesa. Furono molti i processi giudiziari a cui furono sottoposti i benandanti, che col tempo erano divenuti essi stessi stregoni.
Se prima erano visti come difensori della fertilità dei campi, più tardi, verso la fine del XVI secolo, erano riconosciuti come quelli che tolgono malocchio e fatture, fino a essere considerati stregoni alla fine del '600.

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