Capitolo 53

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Non verrà Adam ad accompagnarmi a scuola, sono in ritardo e dovrò prendere la macchina di mia madre.

"Devo prendere la macchina"

"Rose, sei ancora qui? Farai tardi a scuola? Dov'è tuo fratello?"

"Allora? Posso prendere la macchina? Evan è andato con Adam"

"Mi raccomando, vai piano e fai attenzione" Mi stampa un bacio sulla guancia. "Buona giornata"

Prendo le chiavi, vado verso l'auto e metto in moto.
Accendo la radio e parto verso la scuola.
Mi arriva una chiamata di Jacob, ma alla guida non rispondo mai.

Arrivo, ovviamente, in ritardo.
Dopo aver girato tutto il piazzale, finalmente trovo parcheggio e corro verso l'entrata della scuola.
Prendo i libri e vado in classe.

Busso ed entro.
La prof continua a spiegare perché ormai sa che odio scusarmi per il ritardo.
"Dormigliona" Sussurra Jade quando passo per il suo banco, vado a sedermi nell'ultimo banco, l'unico posto libero, al fianco di Adam. Che per fortuna ha la testa poggiata sul banco.

Passa così l'ora di fisica.
Adam alza la testa dal banco appoggiandola sul palmo della mano e si volta verso di me, mi guarda ma non proferisce parola ed è meglio così.
Non ho nessuna voglia di parlargli.

Durante l'ora di matematica, Poggio la testa sul banco e chiudo gli occhi.
Anche se in questo momento gli organi dentro di me si ribaltano tra loro, anche se l'ultima cosa che voglio fare è parlare con lui.
L'importante è che sia al mio fianco.
Alla fine me lo aveva promesso.
Non può non mantenerla.

"Heeey" Sento la voce di Leon urlare mentre mi scompiglia i capelli e di scatto alzo la testa dal banco, così fa anche Adam. "Siamo rimasti solo noi tre, che dite? Facciamo lezione?"

"Leon" Sbuffa.

"Se ne sono andati tutti? Anche Jade?"

Annuisce tristemente.

Andiamo verso l'uscita, io allungo il passo sperando che Evan non abbia preso la macchina. "Evan è andato via"

Adam alza gli occhi al cielo e Sbuffa. "Oh, okay. Ci vediamo domani" Saluto Leon e scendo le scale della scuola.

"Rose! Dove vai? Ti accompagniamo noi"

"Preferisco andare a piedi"

"Sai che non hablo due volte" Dice Leon.

"Ancora che crede di essere in Colombia" Sbraita Adam andando verso la sua auto, Leon si siede dietro facendo sedere me davanti.

"Oh, aspetta ho dimenticato di avere le chiavi della mia auto, buona fortuna ragazzi" Leon ride e scende dalla macchina.

"Bastardo" Sussurra Adam, parte senza dirmi una parola. "Dove ti accompagno?" Chiede mentre Sbuffa a causa del traffico.

"A casa" Rispondo.

Annuisce alzando la musica che passa alla radio.
"Mi dispiace" Dice.

"Sempre quando è troppo tardi"

"Ti ripeto che non è mai troppo tardi, lo è quando oramai siamo sotto terra" Sospira. "Mi dispiace per tutto, io odio litigare con te anche se poi lo faccio sempre, mi dispiace rimproverarti, mi dispiace. E non credo che a te non ti dispiaccia"

"Dispiace anche a me, ma se continui a deludermi io continuo a preferire me stessa. Perché se alla fine devo darti tutto per avere niente, come sempre, questa volta non ci sto. Continui a dire una cosa e a farne un'altra. Sai che voglio certezze, fin quando non me le darai, continuerò per la mia strada"

"Non puoi fare così, potresti anche venirmi in contro, cercare di metterti nei miei panni. So che ho sbagliato, so che sono un cretino. Ma devi cercare di farmelo capire e non di lasciarmi solo"

"Io non ho mai detto che ti lascerò solo"

"Rose, io te l'ho promesso e giuro, giuro su ciò che ho di più caro che non ti lascerò mai. Non mi importa se non mi vorrai, se andrai con un altro, se mi sputerai in un occhio, io non ti lascerò. Ho promesso che mi sarei preso cura di te e così farò."

"Lascia perdere, oramai." Arrivata a casa scendo dall'auto e la porta di casa di apre e spunta una piccola testa bionda che urla il nome di Adam.

"Un'altra Dallas innamorata di Adam" Scherza Abigail ma la incenerisco con gli occhi.

Vado di sopra e sistemo la mia camera sperando che si sistemeranno anche i miei pensieri, di solito funziona.

Ma non sempre.

"Rose" Sento mia madre chiamarmi e vado subito di sotto.

Scendendo le scale, mi blocco vedendo Adam che fa studiare Beth. "Hai capito il risultato, piccola?"

"È due!"

"Bravissima" Adam le batte il cinque e lei sorride.

Credo sia il concetto perfetto di felicità.
Nient'altro.

"Si, mamma?" Vado in cucina.

"Guarda qua, dovrai mandare l'iscrizione alla Columbia per vedere se ti prendono"

"E farò scrittura?"

"Certo Rose, farai ciò che vorrai fare." Mi guarda e sorride ed io faccio lo stesso.

"Rose" Mi chiama Beth. "Vieni a vedere, sono riuscita a fare i compiti da sola"

"Ma se ti ha aiutata Adam"

"No" Fa il faccino triste. "Lui mi ha fatto vedere come si fa e io l'ho fatto"

"Bravissima" Le dico.

"La maestra mi ha chiesto di fare un cartellone, intingere le mani delle persone più importanti nella pittura e riportarle qui sopra"

Adam apre il cartellone. "Queste sono le mani di papà, di mamma. Insomma, mancate voi due ed io"

"Di che colore vuoi colore la tua mano?" Chiede Adam.

"Arancione" Urla.

Lui prende la sua mano e la immerge nel colore arancione per poi batterla sul cartellone.

"Che colore?" Chiede a me.

"Rosso" Prende la mia mano e sento il suo tocco delicato, il palmo diventa rosso e lo riporta sul cartellone.

Alla fine, lui sceglie il blu. "Rose, aiutalo"

Prendo la sua mano e faccio come lui ha fatto con me. "È perfetto, che ne dici Beth?"

"Si, mi piace sorellina" Sorride battendo le mani sporche.

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