Capitolo 1

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<<Adeline Marney, potresti gentilmente ripetere ciò che ho appena detto e che - ovviamente - non hai ascoltato?>>

La voce acuta e stridula della mia insegnante di matematica giunge alle mie orecchie, procurandomi un tremendo fastidio ai timpani.

<<Scusi, non ero attenta... >> confesso sincera, non potendo di certo prendermi gioco di lei proprio quando mi ha colta con le mani nel sacco <<Lo so benissimo. L'ultimo anno del liceo non è facile come sembra e distrarsi durante le spiegazioni di certo non aiuta... vedi di riprenderti.>>

Annuisco - non sapendo che altro aggiungere - ed abbasso lo sguardo, sperando che i miei compagni spostino gli occhi da me.

Maledetta timidezza, penso.

Afferro saldamente la matita e comincio a lasciare vari schizzi sulla carta vecchia del libro di testo, cercando di scacciare anche solo per un secondo dalla mente il mio pensiero fisso: mia madre.

Classe '75, Shasha Marney è una delle donne più forti del mondo: ha sempre faticato per guadagnarsi qualsiasi cosa nella vita e non mai ha smesso di lottare.

Non è solo una madre per me, bensì anche un padre.

Purtroppo non tutti nascono con la fortuna di avere due genitori che si amano e questo è esattamente il mio caso.

Detto in questo modo suona come se tenessi rancore nei confronti di colui che mi ha donato la vita, ma - al contrario - sono dell'idea che se la loro storia non ha funzionato ci sarà stato sicuramente motivo.

Chiamiamolo destino.

Il futuro, purtroppo, piuttosto che diminuire le sofferenze ha deciso di calcare la mano proprio sulla sua salute ed è questo che mi ha distratta poco fa.

Anche se con la testa tra le nuvole, riesco a prendere qualche appunto e finalmente riesco ad arrivare alla fine dell'ora.

La campanella suona e - contemporaneamente - tutti i presenti nell'aula si alzano dalla sedia, dirigendosi all'esterno.

La professoressa, dopo aver sbuffato rumorosamente per la nostra fretta, se ne esce con passo felpato con la borsa penzolante in mano.

Senza esitare un secondo in più, abbandono l'edificio che mi ha trattenuta fin troppo per oggi e mi dirigo verso la stazione.

Corro per le strade trafficate della California, mentre il leggero venticello di metà Settembre mi scompiglia i capelli castani.

Raggiungo la meta stabilita e mi infilo all'interno del treno - ovviamente dopo aver pagato il biglietto - giusto in tempo per la partenza.

Mi accomodo su uno dei scomodi sedili vecchi del treno, infilo le cuffie alle orecchie e mi rilasso a sentire la mia colonna sonora preferita.

Con lo sguardo perso verso il paesaggio illuminato dal sole lucente della mia città, giungo a destinazione.

Trinity Hospital.

Manca veramente poco, sono così agitata.

Scivolo fuori dalle porte e sfreccio via lungo il viale infinito che mi condurrà all'ospedale.

Un mix di ansia, agitazione e paura si stanno crogiolando all'interno del mio stomaco come se fossero dentro ad un pentolone bollente.

Chissà cosa le sarà successo.

Appena metto piede all'interno della struttura medica, sono invasa da mille sensazioni contrastanti e non riesco a ragionare lucidamente.

Mi avvio al bancone per chiedere informazioni riguardo mia madre.

Twice ~Cameron Dallas~Where stories live. Discover now