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La nuotata di oggi mi ha permesso di conoscere meglio Francesca, ma soprattutto di avere la certezza che sta veramente iniziando a sciogliersi. Adesso parla davvero con me come se fossi un qualunque Mario Rossi. Si vergogna molto meno e ha smesso di arrossire ogni tre parole. Diciamo che ora lo fa ogni cinque... Ma, se devo dire la verità, non mi dispiace affatto: la bacerei quando ha quell'espressione imbarazzata, gli occhi bassi e le guance rosse come pomodori. Ok, è vero, la bacerei ogni volta che me la vedo davanti, ma quando arrossisce faccio una fatica immensa a dominarmi.

Ogni volta che penso a lei - cioè sempre - ci immagino insieme: noi che ci baciamo su questa spiaggia meravigliosa, noi che prendiamo un gelato, noi che mangiamo una cioccolata nel bar sotto casa mia a Torino, io e lei sdraiati sul divano a guardare un film e a imboccarci con i pop-corn, lei che corre da me e mi abbraccia dopo un esame andato bene, io che le dedico un goal e lei che mette il muso perché stavo giocando contro il Genoa. Sono sogni semplici, come quelli che tanto piacciono a lei. Ma soprattutto, sono immagini quotidiane, la vita di due ragazzi normali che si amano. E non faccio altro che domandarmi se saremo mai noi quei due ragazzi.

Stasera ho deciso di cominciare ad affrettare le cose, o non avrò mai uno straccio di possibilità.

Perdo tempo nella hall dell'albergo, aspettando di veder passare Francesca e la sua famiglia. Quando sono certo che ormai si siano seduti, esco anch'io e li raggiungo al loro tavolo. Essendo in cinque, hanno sempre un posto libero: il mio piano di stasera consiste nel riuscire ad occupare quel posto. Ci vuole una bella dose di faccia tosta, lo so, ma a me non è mai mancata.

- Buonasera! Ciao ragazzi, come va?

- Oh ciao! Scusa non ti avevo riconosciuto, ma sono miope e senza occhiali al buio vedo ancora meno...

Sorrido. Ci avevo azzeccato!

Mi rivolgo al fratello.

- Ehi, come vanno le rovesciate?

- B-bene...grazie...

- Se vuoi domani ti insegno qualcos'altro, cose ne dici?

Gli si illuminano gli occhi, ma si limita ad annuire.

- Eddai Matteo! Ti sei mangiato la lingua? A casa non fai che parlare di Dybala di qua, Dybala di là Dybala di su, Dybala di giù e adesso che ce l'hai davanti, che è gentile con te e che si propone come allenatore, manco gli parli?

Lui diventa rosso come non ho mai visto arrossire nemmeno Francesca, ma lei non ha ancora finito.

- E poi ero io quella timida che non parlava con nessuno, mentre tu avresti steso mezza spiaggia...

Anche se cerca di non farsi vedere, capisco benissimo che la madre le ha pestato un piede per farla smettere, tanto che lei si gira infastidita nella sua direzione, ma, prima che possa dire qualunque cosa, l'altra si affretta a rivolgersi a me.

- Grazie per oggi pomeriggio, ma non doveva assolutamente...

Ok, è partita all'attacco, Ma se riesco a superarlo, ho buone probabilità di conquistarmi il posto vuoto al loro tavolo.

- Ma si figuri! Mi ha fatto piacere! E poi diciamo che così ho pagato la lezione di sci che mi ha dato Francesca... Mi ha fatto scoprire un nuovo sport molto divertente...almeno finché non bevi mezzo oceano...

Francesca scoppia a ridere, con quella sua risata di pancia che contagerebbe anche la persona più triste al mondo.

- Ma non startene lì in piedi, dai, siediti!

Non ci posso credere: ha fatto tutto lei! Mi ha salvato dal dover fare lo sfacciato con i suoi che, in effetti, non mi sembrano troppo bendisposti nei miei confronti...

Ma non faccio in tempo a ringraziare e sedermi che è già arrossita e sta facendo marcia indietro balbettando.

- Cioè...se...be'...avrai qualcuno che ti aspetta...

- In realtà no. Sono qui da solo. Mi farebbe piacere, posso?

- Ma certo!

Proprio in quel momento arriva il cameriere. Prende le ordinazioni e poi mi chiede se la mia parte deve aggiungerla al mio conto. Vorrei dire di addebitarmi tutta la cena, ma ho paura che si offendano o che la prendano male, per cui mi limito ad annuire.

Visto che da quando mi sono seduto nessuno ha ancora detto niente, decido di rompere io il ghiaccio. Il libro che Francesca ha appoggiato davanti a sé mi aiuta.

- Non mi hai ancora detto cosa studi...

- Oh, faccio Lettere classiche.

Dal mio sguardo deve aver capito che proprio non ho idea di cosa voglia dire.

- Praticamente studiamo la letteratura italiana, greca e latina... Grossomodo... Sai Achille di prima? Be', di lui si parla nella letteratura greca. Ma per greca intendo quella antica, non quella moderna.

Non è che la cosa ora mi sia tanto più chiara, ma non vorrei passare per ignorante, per cui cerco di saperne di più in un altro modo.

- E poi cosa vorresti fare?

- Be', quest'anno finisco la triennale, poi ho ancora due anni di magistrale in Archeologia e poi boh... A me piacerebbe andare a insegnare o fare la giornalista...

Finalmente riesco a capire qualcosa.

- La giornalista... E mi verresti a fare le interviste?

- Magari! Ma, anche ammesso che riesca a fare il master e tutto, ora che mi affidano un'intervista così importante, sei già andato in pensione da secoli!

- Eh addirittura!

- Addirittura! Prova a pensarci: quante volte ti sei trovato davanti un giornalista giovane, diciamo sotto i quarant'anni?

Ci penso, ma in effetti ha ragione lei. La risposta è: praticamente mai.

- Be'...

- Appunto. Già per uno giovane è praticamente impossibile farsi assumere, figurati se gli affidano qualcosa di più importante di un gatto investito! Per non parlare poi delle donne e il giornalismo sportivo! È da pochissimo tempo che sono state "ammesse", ma da qui a dire accettate e considerate...

- E tu vorresti fare la giornalista sportiva?

- A dire la verità non ho una vera e propria preferenza... A parte la finanza, di cui non capisco assolutamente nulla, e la politica, di cui trovo deprimente scrivere, tutto il resto mi andrebbe bene... Certo, la cronaca sarebbe pesantuccia, però... L'inviato sarebbe bellissimo, almeno per primi anni, ma con il mio inglese... E lo sport... A dire la verità sono assai ignorante... Forse la cosa migliore sarebbe la sezione cultura e spettacoli...

- Quindi niente intervista al sottoscritto?

- Ah, guarda, se senti questo bisogno impellente di farti intervistare da me, chiamami, di certo non mi tiro indietro!

- Be'... allora inizia con le domande, sono a tua disposizione.

In vacanza con Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora