you can be the moon and still be jealous of the stars.

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"Jin, Youngjae ti ha dato il suo numero di sua volontà, vero?" Gli domandò Taehyung retoricamente visto che conosceva già la risposta.

Jin a quella domanda si irrigidì, sapeva bene che Taehyung teneva ai suoi modelli, a prescindere da chi fossero, e sapeva che Youngjae non si era fatto vivo all'atelier in quei giorni. "Sì, ma potrebbe essere stato un semplice incidente." Replicò, cercando di restare sul vago.

"No, non lo è stato. Inoltre, ti sarei grato se provassi a chiamarlo o a mandargli un SMS, solo per sapere il suo stato di salute, magari a te risponde." Gli consigliò Taehyung e Jin obbedì, tirando fuori il foglietto con il numero del modello e scrisse la bozza di un messaggio.

"Sono Jin. Perché sei assente al lavoro da due giorni?"

Namjoon, con gesto fulmineo, bloccò la mano del ragazzo prima che riuscisse ad inviare l'SMS. "Scrivi «sono Kim Seokjin», non solo «Jin», per favore." Gli suggerì il ragazzo guardandolo seriamente negli occhi. Così, il modellista corresse il presunto errore e finalmente inviò il messaggio, poi bloccò il cellulare e disse: "Bene, missione compiuta." Di conseguenza Taehyung gli rivolse un sorrisetto mentre Namjoon faceva una faccia schifata. "...E poi," Continuò il modellista. "Ti suggerisco di aggiungere le linee che indicano i versi delle cuciture al disegno, sennò devo chiederti ogni volta come vuoi che calzino gli indumenti."

"Perfetto, le aggiungo e te lo riporto dopo in ufficio." Approvò Taehyung, sorridendo di nuovo e, dopo un minuto di pausa con un caffè, si rimise al lavoro mentre Jin e Namjoon si dirigevano in magazzino. I due presero uno dei più grandi rulli di velluto rosso per cucire un abito su misura richiesto da un cliente e cercarono di trasportarlo verso l'uscita, ma Namjoon inciampò sui lacci delle sue enormi Globe e cadde di faccia sul pavimento. Jin cedette sotto il peso del rullo e si ritrovò a terra con una fascia di velluto che gli avvolgeva il corpo.

"Jin, sei vivo?" Chiese l'altro ragazzo che ormai si era alzato da terra e stava togliendo la polvere dalla felpa oversize di Versace.

"La prossima volta, allacciati quelle minchia di scarpe, sono tre numeri più grandi del tuo piede." Gli rispose Jin che era ancora avvolto dal velluto.

"Sai, in quello stato potresti partecipare nel cast de «La Mummia» ma in una versione a luci rosse." Commentò l'altro scherzosamente guardando Jin.

"Taci, e aiutami ad alzarmi." Gli intimò il modellista, che si scoprì dal velluto rivelando un'espressione più che infastidita.

Namjoon fece finta di liberarlo, ma appena Jin si mosse, il ragazzo gli bloccò i polsi con un lembo di stoffa e si mise a cavalcioni sopra di lui, sorridendo ampiamente. "Come osi parlarmi in questo modo dopo che hai anche mandato un messaggio ad un tuo ammiratore?" Gli sussurrò il ragazzo mentre si avvicinava alle sue labbra.

"Andiamo, Joonie, questo posto è pieno di polvere." Farfugliò Jin, cercando di spostare la testa.

"E allora?" Replicò Namjoon facendo sfiorare le sue labbra con quelle carnose del modellista per poi ridere e cominciare a fargli il solletico sui fianchi. "Joooonieeee! Andiamo, hai 26 anni contieni- AHAHAHAHAHA BASTA, TI PREGO." Esclamò il modellista quasi urlando.

Namjoon si fermò e rimase a cavalcioni sul ragazzo che era diventato rosso fuoco per le risate. "Anche io a volte ho bisogno di divertirmi."Gli disse il fotografo, mentre lo aiutava ad alzarsi da terra. I ragazzi, poi, presero il rullo e si diressero verso la stanza del piano terra, dove lo stilista aveva appena finito di correggere il suo disegno. Le linee delle cuciture erano state aggiunte e Taehyung intravide qualcuno stare in piedi dietro di lui. Convinto che fosse Jin, gli passò il disegno senza nemmeno girarsi ed esclamò: "Senti, ho fatto del mio meglio rompiscatole, se ti serve qualcosa chiamami."

Poi vide attraverso la porta d'ingresso i due ragazzi che trasportavano della stoffa lungo il corridoio di vetro grigio e realizzò che dietro di lui non c'era Jin, bensì qualcun altro. Girandosi di colpo, si accorse che il ragazzo si rivelò essere Jungkook che lo stava fissando con un sopracciglio abbassato e uno alzato.

"Se le do fastidio, posso passare dopo, non è un problema..." Gli disse il giovane, mentre teneva ancora in mano lo schizzo. "E comunque è molto bello, grazie." Concluse riferendosi al disegno. Il suo viso era fin troppo impassibile, ma dentro lui c'era un uragano di emozioni differenti: allegria, eccitazione, disagio e imbarazzo stavano sopraffacendo la sua volontà di prendere le situazioni in mano era parzialmente svanita, se non completamente assente. Taehyung stava ancora contemplando la brutta figura e, pochi secondi dopo, arrangiò innumerevoli scuse e rassicurazioni, dicendo che la presenza del ragazzo non lo infastidiva affatto.

"... perché mi cercavi?" Domandò lo stilista al moro dopo un'altra sfuriata di scuse pressoché inutili.

"Io e Jimin, un paio di giorni fa, abbiamo scoperto delle cose di cui vorrei parlarle, Sg. Kim Taehyung." Replicò il più giovane in tono serio.

"Capiti veramente nel momento adatto. Seguimi nel mio ufficio, per favore." Lo invitò Taehyung, alzandosi dalla sedia.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now