Capitolo 10

728 61 2
                                    

Capitolo 10

La mietitura era vicina, giusto una settimana, e io non avevo fatto altro che rimanere chiusa in casa a deprimermi per due ragazzi che non avevano fatto altro se non rovinarmi la vita. Mia madre mi ha sempre detto che quando ci si innamora tutto quello che fai gira intorno al tuo lui, la tua lei, e che ti sembra tutto più bello: anche io avevo provato lo stesso, almeno all'inizio...

Ero sdraiata sul pavimento con Zecca appoggiato sulle gambe, come a confortarmi. " ehh Zecca tu sei l'unico che mi é rimasto, se non ci fossi tu credo che.., che resterei qui , per terra, senza tentare di ricominciare di nuovo tutto dall'inizio. Ma tu mi ricordi che mio padre amava tanto i cani e che gli piacerebbe vederti, quindi se non altro posso far si che lo scopo della mia vita sia quello di portarti da lui, un giorno" scoppiai a ridere, cosí, di punto in bianco. Era una cosa troppo sciocca e senza senso da dire, anche solo da pensare. Spostai Zecca e decisi di uscire per la prima volta da giorni.

Fuori l'aria era fresca e lentamente stavo liberando i miei polmoni da quell'aria stantia e carica di umidità di casa. Ero serena, non felice certo, ma per un momento ero riuscita a dimenticare tutto.

Purtroppo il momento duró poco, perché mi accorsi che le mie gambe, libere di decidere dove portarmi, mi avevano trascinata fino al laghetto nel bosco, luogo del mio primo bacio. Era strano come, anche se mi rattristava per quello che mi ricordava, quel posto mi piacesse cosí tanto. Alzai lo sguardo sulla quercia non troppo cresciuta vicino all'acqua e notai un movimento veloce partire da un ramo: con grande leggerezza Cato saltó giù da esso e mi fu davanti, a qualche centimetro di distanza. Ero sgomenta e non riuscivo ad aprire bocca: soprattutto perché il sole del mattino che filtrava dagli alberi rendava ancora più bello il suo viso, e gli occhi azzurri erano illuminati e colorati dalle foglie che gli si riflettevano all'interno. Se non avessi saputo che era lí, reale, avrei pensato ad un bellissimo quadro, uno di quelli che guarderesti per ore intere senza mai stancarti. Si ricompose e disse: " non sapevo che venissi qui spesso" io feci una smorfia" e in effetti non lo faccio. Questo é il risultato di quando lascio scegliere al cuore il posto in cui portarmi" -e non solo per quanto riguarda i posti- pensai. " ah. Pensavo ti piacesse questo posto. Cioé mi sembrava che quel gior..." Si bloccó ricordando quel momento felice, proprio come me. "Non importa. Mi é venuto a parlare Hunter e mi ha spiegato cosa é successo: inutile dire che gli ho tirato un bel pugno, non sono riucito a fermarmi. Ma... penso di doverti delle scuse, stavo giusto venendo a cercarti. Anche perché cominciavo a preoccuparmi, non ti ho più vista in giro" il suo tono era serio, ma cominciava a mostrare un debole sorriso." Io, io...non so cosa pensare. Non posso dirti che torneremo ad essere amici come prima, in fondo in un'amicizia vera ci vuole fiducia, e tu hai dimostrato di non riuscire a fidarti di me" dissi, mantenendo un tono neutro. "Capisco. Ma lo sai che io non voglio essere tuo amico. E sono geloso perché sono innamorato di te e non sono sicuro che tu provi la stessa cosa per me. E quindi ogni ragazzo é una probabile minaccia capisci? Comunque non importa, io ce la metterò tutta e ti riconquisterò, perché non pisso sopoortare l'idea di perderti". Tutta l'aria che avevo nei polmoni era sparita, senza preavviso. Rimasi a bocca spalancata mentre lui se ne andava salutandomi con la mano, sorridendo, proprio come tra due vecchi amici.

"Tra l'altro volevo chiedervi, qualche idea per un buon titolo? Perché quando ho pubblicato il primo capitolo non ne avevo idea, quindi ho scritto quello che mi passava per la testa :/ ~Rebs"

-Quello che non è stato raccontato - ClatoWhere stories live. Discover now