CAPITOLO 10

208 48 56
                                    

Don Ferdinando si alzò dalla sedia e si avviò al pulpito per parlare ai fedeli che, come capitava spesso, riempivano la chiesa per assistere alla messa domenicale. Si sistemò il colletto guardando i compaesani mentre sul suo viso compassato iniziò a formarsi un accenno di sorriso. «Ho una comunicazione da farvi» sembrava fissare uno a uno ognuno dei fedeli «ho appena ricevuto la notizia che il santo padre, nel suo giro di visite prima di andare qualche giorno in vacanza a Castel Gandolfo, ha deciso di fermarsi nel nostro piccolo paesino». Un mormorio di soddisfazione si levò tra i fedeli alla notizia. Don Ferdinando restò in silenzio per qualche secondo, facendo in modo che quello che aveva appena detto fosse assimilato interamente, gustando con gioia l'espressione felice e sorpresa dei suoi compaesani «abbiamo tempo per preparare il degno benvenuto al nostro amato Papa» continuò prima di fare alzare i fedeli e iniziare a fare il segno della croce «nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo». «Amen» risposero i fedeli in piedi. «La messa è finita, andate in pace» sentenziò Don Ferdinando con un sorriso che gli illuminava il volto.

***

Il rumore del piatto, che cadendo a terra si era rotto in mille pezzi, la fece improvvisamente trasalire. Maria si rese conto, in quell'istante, che non ricordava neanche cosa stesse facendo o come era arrivata in cucina. «Tutto bene Maria?» Rosa si affacciò sulla soglia della porta leggermente preoccupata, «si nonna, scusa mi è scivolato di mano» rispose mentre prendendo la scopa e la paletta cercava di raccogliere i pezzi di ceramica per gettarli nella spazzatura, «mi dispiace nonna, era uno dei tuoi preferiti» Maria sembrava quasi sul punto di piangere. L'anziana donna si avvicinò alla nipote «non mi interessa del piatto, piccola mia, mi interessa sapere come stai» le disse fermandosi di fronte alla nipote e guardandola negli occhi. Maria sospirò e provando a sorridere cercò di tranquillizzare la donna «sto bene nonna, sono solo un po' distratta in questi giorni». Rosa posò le mani sulle spalle della nipote prima di avvicinarsi e abbracciare la ragazza cercando di trasmetterle con quel semplice gesto tutto l'amore e l'affetto che aveva per lei «piccola mia lo so che c'è qualcosa che non va, e so che probabilmente non ti riesce facile confidarti con me» si staccò leggermente mentre con la mano prese ad accarezzare il viso di sua nipote «ma tu piccola mia hai bisogno di parlare con qualcuno, non fa bene tenersi tutto dentro». Maria sentiva una lacrima scivolarle dall'angolo dell'occhio e istintivamente con un gesto della mano, l'asciugò trascinandola via. «Sto bene nonna non preoccuparti». Rosa afferrò il viso della nipote tra le sue mani fermandolo quasi con forza obbligandola a guardarla nei suoi occhi «ti ho cresciuta io, ti conosco, conosco ogni espressione del tuo viso, so cosa pensi perfino prima che tu lo pensi» sospirò continuando a tenere tra le mani il viso della nipote «quindi non mi dire che stai bene, perché so che non è così» lasciando il viso della nipote «parla con me piccola mia» sembrava quasi una supplica. Maria aveva dentro un caleidoscopio di sensazioni, sentiva il cuore martellarle forte, la rabbia, la frustrazione, sembrava lievitare dentro di lei giorno dopo giorno, era davvero arrivata a un punto in cui sembrava ad un passo da un'esplosione. Non si era pentita di ciò che era successo alla cascina, solo che alcune volte si sentiva stupida per quello che era accaduto, quasi sporca, era stata lei a cercarlo, era stata lei ad andare da lui e questo la faceva sentire come se avesse commesso il più grande errore della sua vita e si vergognava di raccontarlo a qualcuno, persino alla persona che più amava in assoluto: sua nonna. Questa altalena di sensazioni, questo contrasto continuo la stava facendo impazzire, aggiunto al fatto che Michael sembrava sparito, come volatilizzato, sembrava non essere interessato minimamente a lei, e questo era alquanto frustrante e la stava rendendo decisamente rabbiosa. Sospirò cercando di controllare la voce perché dentro di lei si sentiva tremare come avesse brividi di freddo, ma non era freddo «ti prometto nonna che appena mi tranquillizzo un po' ti racconto tutto» disse accarezzando il volto di Rosa con la mano che le tremava leggermente.

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora