26° CAPITOLO

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-ah finalmente soli!-dico mentre mi chiudo la porta alle spalle.
Sebastiano mi prende per i fianchi e fa aderire il mio corpo al suo, poi mi bacia.
-non c'è la facevo più! Le tue labbra mi chiamavano!-dice mentre ci sediamo sul divano. Rido.
-che facciamo stasera?!-domando.
-ah, a proposito, dei miei amici mi hanno chiesto se voglio andare a fare una pizza con loro! Posso?!-mi domanda.
-a una condizione! Non fare cazzate!-dico puntandogli un dito contro.
-ai suoi ordini!-dice sorridendo.
Gli lascio un bacio a stampo, poi mi accoccolo sul suo petto e mi addormento.

-amo?! Niki?! Nicole?!-mi dice Seba svegliandomi.
-dimmi!-dico assonnata.
-io vado! È tardi! Stasera passo da quà quando mi ritiro!-mi dice.
-si, ciao!-poi mi da un bacio a stampo e lo sento andare via.
Il telefono squilla, ma non è il mio, è di Seba. Rispondo.
-pronto?!
-Seba sono Maria!
-Signora, sono la ragazza di Sebastiano, ha dimenticato il telefono a casa mia!
-appena torna fammi chiamare!
-ok, Salve!
-Ciao!
Riattacca. Che sarà successo?! Non l'aveva mai chiamato.
Il cellulare squilla di nuovo.
-pronto?!
-Niki, mi passi Sebastiano!
-Vita, Seba non c'è, ha dimenticato il telefono da me! Si può sapere che è successo?!
-mio padre è morto!-la sento piangere dall'altro lato del telefono.
-quando Vita?!-domando.
-mezz'ora fa!-piange.
-lascio la comunicazione libera, cerco di rintracciarlo! Stai tranquilla!
Riattacco.
Provo a chiamare Tommy, ma non è con lui.
-cazzo Seba! Dove sei finito?!-parlo da sola. Arriva un messaggio al suo telefono. Lo apro.
Ci vediamo al Bar Farinelli.
Esco dai messaggi, mi cambio le scarpe, prendo il giubbotto al volo, i telefoni, le chiavi e scendo. Corro. Arrivo.
-Amo che ci fai qui?!-mi domanda dandomi un bacio a stampo.
-Hai dimenticato il telefono a casa!-dico con il fiatone.
-me lo potevo prendere anche stasera!-dice.
-hanno chiamato Maria e Vita!-come glielo dico?!
-allora?!-domanda.
-Sebastiano, tuo padre è morto!-dico con molta calma per non farlo agitare.
-che cazzo stai dicendo Niki?!-dice mentre i suoi occhi si fanno lucidi.
-tieni! Chiama tua sorella!-dico passandogli il telefono.
La chiama.
-Vita! Dove state?!-domanda ormai con le lacrime agli occhi.
-a casa Seba!-dice Vita. Poi attaccano, io e Seba entriamo in macchina e partiamo.
-Niki, apri quel cassetto!-mi dice indicando un punto della macchina, tenendo lo sguardo fisso avanti e le labbra tremanti per il pianto. Apro il cassetto, c'è una lettera.
-leggila!-mi dice.
-accosta Seba!-ordino e lui fa come ho detto.
-C'è scritto che la devi leggere dopo esserlo andato a salutare!-dico. Lui riparte e in men che non si dica arriviamo alla casa. Come entriamo la prima cosa che fa Sebastiano è andare ad abbracciare Vita. Lo stesso faccio io. Poi sia uno che l'altra si avvicinano alla bara aperta. Piangono e si abbracciano, si abbracciano e piangono. Io e Roberto ci abbracciamo tirando un sospiro.

-Maria, noi quattro andiamo da una parte! Ci sono i nonni! Tra un pò torniamo!-dice Vita. Roberto si mette alla guida e ci porta ai piedi del Castel del Monte.
-ora la puoi leggere!-mi dice Sebastiano. Prendo la lettera e la esco dalla busta. Ci sediamo tra l'erbetta.

Cari Sebastiano e Vita,
Sono io, vostro padre che vi parla! Sono contento che almeno le mie ultime volontà siano state rispettate. Mi sono suicidato con la speranza che tornaste a piangere come quando facevate da bambini, quando volevate qualcosa e io non ve la volevo dare. Ho bevuto del veleno, Maria non lo sa, non me lo avrebbe mai permesso. Mi sono ammazzato per farvi capire che siete diventati grandi troppo presto.
A voi non interessava niente di me, a me niente di voi. Me ne sono accorto troppo tardi, quando tu Sebastiano, sei scappato di casa, senza dire niente a nessuno chiedendo solo soldi ai nonni e tu Vita, quando ti sei fidanzata, quando avevi solo quindici anni, quando volevi fare la grande, e io te lo permesso! Ho trascurato la famiglia per la carriera e solo ora me ne pento, ma è troppo tardi. Me ne sto andando il giorno di capodanno per farvi capire che ormai senza vostra madre non sono più niente. Esattamente sedici anni e quattro mesi dopo la morte di vostra madre.
Vi amo, papà!

Piego il foglio e lo infilo nella busta. Vita scoppia a piangere e si rifugia tra le braccia di Roberto. Sebastiano è perso nei suoi pensieri, ha lo sguardo fisso. Mi avvicino e lo abbraccio. Sento che mi stringe sempre più forte, fino a scoppiare, a piangere.
-sfogati, fai come se non ci fosse un domani!-gli dico all'orecchio.
-il problema è che un domandi c'è!-mi dice piangendo.

LUI, LA MIA PASSIONE!Where stories live. Discover now