just a big brother

286 23 12
                                    

J:no assolutamente no.
Dissi sorridendole.
K:già è stato stano.
Mi mise le braccia attorno al collo.
J:come baciare mia sorella.
Lei annuì.
K:era un momento di debolezza.
La abbracciai, dovevo ringraziarla in qualche modo.
J:tu ci sei sempre per me.
Passava le mani sulla mia schiena.
K:sono la tua migliore amica, è chiaro che ti stia accanto.
Le baciai la guancia.
Mi staccai dal lungo abbraccio e le sorrisi.
J:senti, io devo prendere un paio di cose per Zucchero Filato, vieni con me?
Scosse la testa sorridendo.
K:vai pure, io devo disfare ancora la valigia.
Presi le chiavi della macchina che avevo lasciato all'entrata e mi diressi al negozio per animali.
Presi un paio di nuovi giochi e del cibo per Zucchero Filato, anche se era un gatto davvero pigro, amava dormire proprio come me.
Avevo cercato di farlo dormire nella stanza degli ospiti, che avevamo trasformato nella "sua" stanza, ma lui era convinto che il mio letto fosse molto più comodo.
Almeno mi teneva compagnia.
Ne approfittai per andare a comprare due pizze, per portarle a casa e mangiare con Ken.
Amavo questo paesino, qui avevo i miei amici di infanzia e non rischiavo di essere costantemente inseguito dai paparazzi.
Salii in macchina e mi diressi verso casa.
Lasciai le pizze sul tavolo della cucina e lasciai le cose per Zucchero Filato davanti all'entrata.
Chiamai Kendall più volte senza risposta.
Trovai un post-it sul frigorifero "ehi Biebs, sono uscita a fare shopping con un'amica. Tornerò tardi, non aspettarmi"
Presi la pizza e mi buttai sul divano, volevo vedere qualche puntata di Stranger Things, una serie tv a cui mi ero appassionato, tanto che avevo guardato la prima stagione tutta d'un fiato.
Sorrisi pensando ai miei fratellini, non li vedevo da molto tempo, mi mancavano molto.
Chiamai mio padre.
P:ehi figliolo! Come stai?
Sorrisi nel sentire la sua voce.
J:meglio papà, grazie... Comunque stavo pensando, potresti lasciarmi qui Jaxon e Jazmyn per qualche settimana, non li vedo da tanto. Mi mancano.
Passò qualche secondo di silenzio, ci stava pensando.
P: saranno da te stasera. Io e la mamma abbiamo bisogno di un po' di tempo da soli.
Sorrisi.
J:grazie papà, ti voglio bene.
P:pure io Juss.
Chiusi la chiamata e andai a preparare la loro stanza.
Era una stanza molto spaziosa, aveva un letto a castello.
Ero sicuro che appena arrivati avrebbero iniziato a litigare su chi dei due meritasse il posto sopra.
Feci i letti e decisi di andare al centro commerciale per comprare loro qualche gioco.
A Jazzy presi una casa delle Barbie enorme e a Jaxon un'enorme macchina telecomandata.
Tornai a casa soddisfatto.
Lasciai i regali nella loro stanza dove trovai il gatto intento a prendere qualcosa sotto il letto.
Mi sporsi, era un vecchio album di foto, mi era stato regalato dalla mamma di Ari.
Presi l'album e il gatto, chiusi la porta e scesi al piano terra ad accendere il camino.
Iniziai a buttare le foto nel fuoco, ogni volta che una di loro bruciava sentivo il cuore pesare meno.
La suoneria del mio telefono riuscì a distrarmi dal mio intento.
La tata dei bambini mi stava chiamando:
J:sì pronto, mi dica.
Dissi gentilmente.
T:stiamo scendendo dall'aereo.
Sorrisi, sentivo le loro voci sotto.
J:vi vengo a prendere.
Chiusi la chiamata e in fretta e furia salii in macchina.
Appena arrivai in aeroporto, girai in lungo in largo senza trovarli, stavo per chiamare Tata Clara quando una manina mi strattonò dalla maglietta.
Jax:Justin! Mi sei mancato fratellone.
Mi inginocchiai e lo strinsi forte.
Jaz:sei mancato di più a me.
Disse la bambina buttandosi su di noi.
J:mi siete mancati anche voi pesti.
Sorrisero e quando mi alzai mi presero per mano.
T:buonasera signorino Justin, sono felice di vederla.
Le sorrisi, era una donna anziana e chiaramente stanca.
Nessuno riusciva a sopportare a lungo due furie come loro.
J:Clara, ascolti, questa è una vacanza anche per lei, per stanotte starà con noi, ma domani mattina sarò felice di acquistarle un biglietto per Los Angeles.
Mi guardò dispiaciuta.
T:non posso accettare, poi suo padre mi ha chiesto di rimanere con voi.
Sorrisi.
J:davvero, può prendersi una vacanza.
Mi sorrise a trentadue denti e mi abbracciò.
T:sei un ragazzo d'oro.
Ricambiai l'abbraccio.
J:mangiamo qualcosa?
Chiesi guardando i bambini che mi sorrisero e mi risposero con un felice "sì".
Li portarmi al MC e presi tutto ciò che desideravano.
Ci sedemmo a un tavolo e loro iniziarono a parlarmi di tutto ciò che era successo nell'ultimo periodo, avevano iniziato a studiare a casa, avevano fatto nuove amicizie, avevano costruito una casa sull'albero.
Parlammo un po' di tutto.
Jaz:non parli più con Ari?
Scossi la testa sorridendole.
J:non stiamo più insieme.
Jaxon mi guardò confuso.
Jaz:potete essere amici no?
Sorrisi e le rubai una patatina fritta.
J:non è così facile.
Dissi guardandoli attentamente .
Jaz:ma...
La interruppi.
J:se volete stare con me non dovete parlare di Ariana! Siamo intesi?
Forse alzai troppo la voce infatti Jazzy iniziò a piangere e Jaxon abbassò lo sguardo.
J:ehi no, non piangere piccolina, non ce l'ho con te.
Lei scosse la testa e continuò a singhiozzare disperata.
Jaz: s-sei così c-cattivo!
La presi in braccio nonostante le sue opposizioni.
La feci sedere a cavalcioni su di me e mi avvicinai a Jaxon.
J:non volevo trattarvi male, è solo che io volevo tanto bene ad Ari, e non stare più con lei non mi fa stare bene, ma non possiamo più farci nulla, devo solo dimenticarla, e voi non mi aiutate se fate così, okay?
Jaxon annuì.
Lo strinsi a me, era davvero intelligente, aveva capito subito il concetto.
Baciai la testa di Jazzy e le asciugai le lacrime.
J:allora mi fate questa promessa?
Annuirono tirando fuori i mignoli.
Incrociai i miei mignoli con i loro e li abbracciai.
Clara osservava la scena divertita, strana donna.
J:allora cosa volete fare? Sala giochi?
Esultarono sentendo quelle due parole.
Caricai i tre in macchina e li portai alla sala giochi.
Ebbi il tempo di parlare con Clara che mi raccontò di avere un figlio della mia età di cui sentiva terribilmente la mancanza e che avrebbe usato il periodo di vacanza per andarlo a trovare.
Erano ormai le 23 quando dissi ai bambini che era il momento di tornare a casa.
Presi Jaxon in braccio e Jazmyn per mano.
Salimmo in macchina e dopo poco tempo arrivammo a casa.
Girai la chiave nella serratura.
Quando entrai mi si fermò il cuore in gola.
Piangeva guardando una nostra foto bruciata per metà.

Spazio autrice
Amatemi💘
Comunque sono felicissima dei risultati che sto raggiungendo grazie a voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo amici.
~G

𝒸𝑜𝓂𝑒 𝓊𝓃 𝒻𝓊𝓁𝓂𝒾𝓃𝑒 𝓈𝓊𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora