The Cafeteria

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"Max, laggiù."
Preston attirò immediatamente l'attenzione dell'altro e lo avvertì non appena si rese conto di aver intravisto Neil.
Era seduto al solito posto, ovviamente, come aveva fatto Max a non pensarci?
"Muoviti e va a farti perdonare dal tuo fidanzato."
"Ma non so come fare."
Il ragazzo si mise una mano sotto al mento ed incominciò a scrutare la mensa, in cerca di un qualcosa che avrebbe potuto essere utile in quella situazione, il suo sguardo si posò immediatamente sulla macchina dei frullati.
"Ho un'idea."
"No, aspetta, dove stai andando? Preston?"
Senza curarsi del riccio, si precipitò verso l'oggetto del suo interesse, sicuro che l'altro lo avrebbe seguito.
Prese due bicchieri e due cannucce, dopodiché si voltò verso Max con un enorme sorriso.
"Scegli due gusti."
Lui sorrise in risposta: un frullato era un'ottima idea.
"Prendine uno con cioccolato e fragola e uno solo nocciola."
"Vedo che conosci bene le preferenze del tuo compagno."
Si voltò ed iniziò a versare il fluido cremoso nei bicchieri, dopodiché ci infilò le cannucce e li porse all'indiano.
"Adesso vai e fallo nero!"
Max lo guardò con un'espressione seccata.
"Pres."
"Oh dannazione! Scusami, io-"
"Datti una calmata, sto solo scherzando."
"Oh mio dio, sei impossibile!"
"Modestamente."
Gli ficcò i bicchieri in braccio e camminò via.
"Buona fortuna!"
"Hey, aspetta."
Si fermò, voltandosi verso di lui.
"T-Ti.... ecco, si, insomma, io...."
Fece un respiro profondo.
"Ti andrebbe di unirti a noi più tardi?"
"Con molto piacere."
"Puoi portare anche il tuo ragazzo se vuoi."
"Senz'altro."
Si sorrisero pacatamente e fu come se tutto si fosse fermato, intorno a loro i suoni risultava ovattati e le immagini sfocate, erano l'unica cosa chiara.
"Max?"
"Sì?"
"Neil."
"Cosa?"
"Neil!"
"Oh! Cazzo, giusto! A d-dopo!"
Si girò nella direzione opposta ed incominciò a camminare deciso verso il tavolo in fondo a destra della sala ristoro: il solito.
Arrivato a destinazione prese coraggio, un bel respiro e niente, si buttò: non aveva molta scelta in fin dei conti.
"Hey...."
L'altro stava sfogliando un libro di chimica, probabilmente aveva degli impegni da nerd per il suo club da nerd per nerd, non mostrò il benché minimo interesse nei confronti del ragazzo di fianco a lui.
Girò una pagina e rispose con tono freddo e distaccato.
"Ciao."
"T-Ti ho portato un frullato: cioccolato e fragola, il tuo preferito."
"Bene."
Non ci siamo, di questo passo non sarebbe mai riuscito a chiedergli scusa, il piano stava fallendo.
"Allooooora...."
"Preston?"
"Pardon?"
"No, dico: Preston, dov'è finito? Ti ha lasciato indietro e sei tornato da me per consolazione come tutte le altre volte o....? Si tratta solo di pura curiosità eh, nient'altro."
Tutto ciò non aiutò il ragazzo a sentirsi meno una merda, anzi, amplificò il tutto non tanto per quello che aveva detto o per come l'aveva detto, quanto perché era tutto vero.
Non era la prima volta che la presenza di Preston lo avesse fatto comportare in una maniera simile con Neil: succedeva di continuo durante il periodo in cui stavano ancora insieme.
Max litigava con Neil perché aveva paura lo mettesse in imbarazzo di fronte a Preston, Neil se ne andava incazzato, Preston e Max litigavano e Max tornava triste da Neil a chiedere scusa e lui lo perdonava tutte le volte.
Perché? Forse perché teneva a lui in maniera particolare, forse perché lui e Nikki erano tra le poche persone che non lo facevano sentire una nullità, forse perché, quando gli ha raccontato del divorzio dei suoi e di come lo aveva affrontato, lui ha saputo esattamente cosa dire e come dirlo, forse perché era una delle persone a cui teneva di più tra quelle che avesse incontrato finora.
Per tanti motivi, solo che si era un po' stancato di stare male perché il suo migliore amico avesse bisogno di qualcuno su cui sfogarsi e non avesse nessun altro.
"Neil, ascolta-"
"No, io non ascolto un cazzo!"
Chiuse il libro bruscamente provocando un rimbombo attutito dal brusio delle voci dei loro compagni, si alzò e, per la prima volta nel corso dell'intera conversazione, lo guardò dritto negli occhi.
Erano rossi e lucidi, non era una cosa che accadeva spesso, il ragazzo poteva giurare di averlo visto piangere così poche volte, da riuscire a contarle sulle dita di una sola mano.
Aveva davvero superato il limite e se ne stava rendendo conto troppo tardi.
"Mi sono stancato, Max! Sono stufo marcio di tutte le tue sfuriate! E per cosa poi?! Solo perché non vuoi essere messo in imbarazzo davanti al ragazzo per cui hai una cotta?! Beh, congratulazioni, non correrai più questo rischio d'ora in poi! E sai perché? Perché noi abbiamo ufficialmente chiuso!"
"Stai rompendo con me, Ne-"
"Sì."
Il silenzio più totale li avvolse.
In realtà non c'era silenzio, ma era come se ci fosse, i suoni erano ovattati, le immagini sfocate, ma era diverso da quando era successo con Preston: lì era piacevole, adesso sembrava soltanto terribilmente macabro e freddo, tanto, tanto freddo.
Clarence aveva ufficialmente lasciato la vita di George, per sempre.
Avevano litigato svariate volte, ma questa era diversa, o almeno lo sembrava.
"Ora, se vuoi scusarmi, devo tornare a studiare."
Si risedette e riaprì il libro, Max, però, non se ne andò: rimase lì, in piedi, coi frullati in mano a fissare il pavimento, sul punto di scoppiare a piangere.
"Se non fossi stato abbastanza chiaro, preferirei tu te ne andassi ade-"
"Sono un pezzo di merda."
E tutto il mondo si fermò di nuovo, in modo diverso, in modo più calmo.
"Mi fa piacere ti stia rendendo conto di ciò."
"Non ho finito."
"Oh, ok, parla allora, avanti, ti ascolto."
"Io sono un pezzo di merda.... E tu sei un angelo...."
Non sapeva cosa stesse dicendo, non aveva un piano, non era più in controllo delle sue azioni: rivoleva solo indietro il suo Clarence.
"Non ti ho mai trattato come avrei dovuto e mi dispiace, la verità è che sei l'unica cosa che non fa totalmente schifo, rendi la mia esistenza quasi piacevole, cazzo potrei anche azzardarmi a dire che mi piaccio quando sto con te.... E forse avrei dovuto dirtelo prima.... I-Io non so che mi prende, non credo di essere mai stato così smielato in tutta la mia vita, vorrei solo trovare un modo per farmi perdonare per tutto quello che ti ho fatto e per come ti ho trattato e-e a volte vorrei solo.... Solo.... Sol-"
"Chiudi il becco."
Il viso del rosso era sepolto nel punto tra la spalla ed il collo dell'altro, lo stava stringendo delicatamente, sembrava avesse paura di romperlo.
L'indiano, in risposta, posò i bicchieri sul tavolo e strinse più forte che poteva il corpo che si trovava di fronte al suo, aveva paura che, se mai lo avesse lasciato andare, sarebbe scomparso per sempre.
"Hey, Max?"
"*sniff* Sì?"
"Stai piangendo?"
"*sniff* N-No."
"D'accordo."
"Ti prometto che non ti tratterò mai più male e-e che non mi arrabbierò più per Preston e-e non alzerò più la voce e-e non ti incolperò mai più di niente e-e modererò il mio temperamento e-e-e-e ti comprerò un gelato e-"
"Max, calmati, stai diventando ridicolo."
"Clarence, non lasciarmi...."
Eccolo lì: "Clarence", in quel momento, e solo in quel momento, aveva finalmente capito quanto fosse importante quel nome e di come non se lo sarebbe voluto far scappare per nulla al mondo, mai più.
"Posso chiederti un piacere?"
"Tutto quello che vuoi, Clarence."
"So che non mi spiegherai mai cosa vuol dire "Clarence"."
"Già."
"Ma potresti non smettere di chiamarmi così, ti prego."
"D'accordo...."
"Questa roba è gAYYYYYYYYYY!"
"nIKKI!"
Entrambi sobbalzarono, separandosi e, inizialmente, fissando la ragazza con sguardo spaventato, poi, successivamente, spostando la concentrazione sul resto della sala da pranzo che si era voltata verso di loro per assistere a quella commovente scena di riappacificazione.
"Uhm...."
Rimasero immobili per qualche secondo, finché Neil non si sedette e si nascose di nuovo nel suo libro, non più tanto per studiare, quanto per evitare gli sguardi giudicati delle altre persone.
"Allora, avete intenzione di iniziare a pomiciare qui e ora o....?"
"Nikki, ew, sei disgustosa!"
Max le diede un lieve pugno sulla spalla a cui lei rispose con un altro, leggermente più potente, dopodiché si sedettero ai lati di Neil.
"Hey, Max?"
"Si, Nikki?"
"Stai pensando quello a cui sto pensando io?"
"Molto probabilmente."
"1...."
Il riccio era abbastanza confuso da tutto questo, soprattutto perché non aveva idea di cosa stessero per fare e si sentiva estremamente minacciato.
"....2...."
Iniziò a scrutare quel che poteva dei due alzando solo leggermente la testa dal libro per cercare di capirci qualcosa.
"....3!"
E, prima che potesse accorgersene, si trovò in mezzo a un bacio tra due persone, finché non si rese conto che i baci erano, effettivamente, indirizzati a lui e iniziò ad arrossire, nascondendo il volto in mezzo alle pagine del libro.

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⏰ Última actualización: Aug 19, 2018 ⏰

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There's a something in the air (Camp Camp)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora