-Disubbidire-

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Derek's Pov.

Il primo giorno passa tra una risata e l'altra. Dylan è un ragazzo simpatico, non sembra ma va bene a scuola, e mi ha detto che mi potrà dare una mano.

So che Micheal é già andato al colloquio con il prof, ma non me ne preoccupo più di tanto.

Alla fine che mi può dire? Non mi può nemmeno mettere in punizione... almeno credo.

Quando ritorno a casa Micheal si piazza davanti a me.

"Si?" Domando.

"Davvero Derek?! Il primo giorno e giá mi hanno convocato!? La scuola é importante!"

"Il prof é coglione! Non é colpa mia" mi difendo.

"Certo come no dicono tutti così! Ma vedi di rigare dritto che con me non si scherza! Soprattutto con la scuola! Ci siamo intesi!?"

"Dio...come Sei pensante" dico facendo uno sbuffo.

"Vai in camera tua a pensare a quello che hai fatto!"

" ma stai scherzando!?" Domando basito.

"VAI O TI PRENDO A CALCI NEL CULO"

"Ma che cazzo..." dico correndo di sopra.

Nella mia stanza trovo Ivan che mi guarda con un sorrisino.

"Hai fatto arrabbiare Micheal? Dio! Lui non si arrabbia mai!" Dice ridendo.

"Stai zitto" ordino.

Mi siedo sul letto pensando al motivo della sua reazione.

Dopo neanche due minuti mi rompo le palle e lascio perdere.

Prendo il telefono è mando un messaggio a Dylan.

"Dylan ti va di andare andare a fare un giro?"

La risposta non tarda ad arrivare.

"Certo Derek vediamoci al parchetto vicino alla piazza"

Scendo le scale di fretta, sto per aprire la porta ma la voce di Micheal mi ferma.

"Dove credi di andare signorino?" Mi domanda in tono severo.

"A fare un giro" rispondo io con naturalezza posando la mano sulla maniglia della porta.

"Non direi propio ti avevo detto di andartene in camera a riflettere non in giro a divertirti" dice lui in tono severo

"Ma io voglio uscire e di quello che pensi non mi interessa nulla" dico aprendo la porta pronto ad uscire.

Ma prima che possa farlo Micheal mi ferma.

"Tu oggi non esci, fine della questione" dice duro

"Ma vaffanculo coglione! io esco e basta! tu non sei nessuno stronzo!" gli dico guardandolo negli occhi.

"Si dia il caso che io si io tuo tutore." dice tirandomi un forte schiaffo sul culo che mi fa sobbalzare.

"Ora fila in camera tua e non uscire fino all'ora di cena" dice severo.

Io salgo le scale ma non vado in camera. Non sono un bambino non può fare così.

Appena si allontana per andare in cucina io esco di casa e raggiungo Dylan al parchetto.

Lui è seduto sulla panchina e per salutarlo gli faccio un cenno con la mano.

"Non hai lesioni gravi! ciò mi fa capire che hai dei genitori fantastici! Dato che il nostro amato prof fatetuttischifoiovirovineròlavita non ci va mai piano con le cazziate e probabilmente si sarà lamentato per un ora, su quanto tu sia scostumato e maleducato" è la prima cosa che mi dice, e sincero ho capito solo la metá delle cose che mi ha detto.

"Come altro lo chiamate ?" Chiedo curioso.

"Faccia di verme, prof satana, mrs manicomio, coglione nato e faccia di cazzo" elenca lui con il sorriso.

Io rido come un pazzo, e passiamo così il pomeriggio tra una risata e l'altra.

Quando inizia a farsi tardi ci salutiamo e ognuno torna a casa propria.

Appena apro la porta di casa mi ritrovo un esemplare di Micheal incazzato nero.

"DOVE CAZZO SEI STATO? TI ABBIAMO CERCATO OVUNQUE" mi urla contro per poi chiamare al telefono Jeson e dirgli che sono a casa.

Sinceramente ho un pò paura...Micheal sembra davvero molto arrabbiato, ma tanto non può farmi nulla... almeno credo.

"Vai in camera mia e aspettami lì" dice Micheal a denti stretti e io per non farlo arrabbiare ancora di più obbediscono.

Mi siedo sul suo letto e aspetto, dopo una decina di minuti entra Micheal che si siede sul letto vicino a me.

"Stenditi sulle mie ginocchia" mi ordina freddo

Io non so cosa voglia farmi ma obbedisco, mi fa tanta paura così incazzato.

In un attimo mi ritrovo con pantaloni e boxer a terra, cerco di coprirmi con le mani ma Micheal me le blocca dentro la schiena.

Lui inizia a colpirmi molto forte io mi agito ma è tutto inutile, ha la mano pesante e ben presto sto piangendo a dirotto.

Alla fine dell'agonia Micheal mi tira su mi riveste mentre io continuo a piangere.

Subito dopo lui mi abbraccia.

"Piccolo mi hai fatto morire di paura quando ho visto che non eri in casa pensavo di fosse successo qualcosa " mi dice lui in tono dolce

"S..scusa no..non lo faccio p..più " dico tra i singhiozzi.

Lui sospira e mi accarezza i capelli.

Sotto lo stesso tettoWhere stories live. Discover now