Chapter 29 - Magnet

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Per qualche giorno, sembrò che tutti facessero il possibile per restare lontani da Jake, probabilmente perché aveva picchiato Shane in seguito ad un accesso di rabbia, e da Shane stesso, forse perché si erano resi conto di quanto fosse stato subdolo nel suo tentativo di rigirare le cose a suo favore.

Jake iniziava ad assorbire le abitudini che provavo a fargli mettere in pratica da quando ero arrivata, come rifare il letto la mattina, usare meno parolacce, giocare meno ai videogiochi e preferire un'attività in mia compagnia: scoprii che era portato per il disegno e, se a me piaceva tratteggiare e colorare con precisione, lui preferiva schizzi rapidi e incisivi da correggere e rimodellare, senza arrivare mai, però, alla linea definita.

Era venerdì quando gli promisi che avrebbe potuto dormire quanto voleva dopo aver studiato almeno uno dei tre argomenti di scienze che doveva preparare per lunedì e, non appena poté, si addormentò; io uscii dalla camera e mi servii del telefono fisso in biblioteca per chiamare i miei genitori. Non li sentivo da quasi due settimane.

- Pronto? - rispose la voce familiare di mia madre.

- Mamma! Ciao, sono Saint. Come va?

Udii qualcosa di simile ad un singhiozzo soffocato.

- Saint, tesoro! Henry, caro, corri! C'è Saint al telefono! - la sentii dire, l'emozione vivamente percepibile - Figlia mia, noi stiamo tutti bene. Tu, piuttosto, come ti trovi in quell'Istituto? Tengono gli ambienti puliti? La cucina è di tuo gradimento? Vi servono cibo sano? E la camera? Dormi bene là? 

- Mamma, piano con le domande. - risi, improvvisamente colma di gioia nel sentire quanto la rendesse felice poter parlare con me - Sto bene anch'io, il cibo è ottimo e la mia sistemazione idem. Quando sono arrivata insieme alle altre ragazze, c'era un po' di polvere sparsa, ma in un paio di giorni si è trovato rimedio e mi trovo a mio agio qui. 

In seguito a mille altre rassicurazioni e ad un breve accenno a mia sorella, che per fortuna sta bene al collegio insieme alle altre bambine, mia madre si decide a lasciare il telefono a mio padre e scambio due parole affettuose con lui, girando in lungo e in largo, ripetutamente, l'intera biblioteca.

- Ci manchi, tesoro. Io e tua madre non vediamo l'ora di poterti riavere un po' a casa con noi. 

- Mi mancate molto anche voi, papà. Ti voglio bene, a presto. - lo congedo.

Riattacco e mi volto per rimettere il telefono al suo posto, ma mi imbatto in un possente torace maschile. Spalanco gli occhi quando incrocio un paio di iridi scure che mi sono rimaste impresse fin troppo bene nella mente.

- Stavi facendo le prove per scusarti con me? Evitarmi è poco carino da parte tua, Saint, però... Posso perdonarti. Ci sono poche cose che non perdonerei ad un faccino bello come il tuo. - mi si rivolse.

Mi feci coraggio, ricordando che il miglior modo per uscire dalle situazioni difficili è a testa alta.

- Non dovrei essere sorpresa dei tuoi ragionamenti poco sensati, ma riesco ancora a trovare strano che non ti sia passato per la testa che l'unico a scusarsi fra noi due debba essere tu. - ribattei, piccata.

Shane sollevò un angolo della bocca per formare un sorrisetto cattivo.

Invece di indietreggiare e mostrarmi spaventata, finendo probabilmente con le spalle al muro (o allo scaffale, non ricordavo bene cosa ci fosse dietro di me), sostenni il suo sguardo con prodezza.

- Mi piace il modo in cui dici "noi". Fa sembrare tutto più reale. - accentuò il sorriso.

- Vedilo come un "me e te" distaccato, non come un "me più te" congiunto, perché non è così che va interpretato. - precisai prontamente.

Ebbi l'impressione che non avesse ascoltato con la dovuta attenzione le mie parole, ma rimasi in silenzio, sperando che capisse di non poter ottenere nulla da me e che, di conseguenza, se ne andasse. Tuttavia, le mie speranze avevano l'odore delle illusioni e ne ero conscia.

- Vedi? È esattamente questo che fa di te un magnete: hai sempre la battuta pronta. - sussurra, facendo un piccolo passo nella mia direzione.

Non mi piaceva la vicinanza che si era creata fra di noi. Negli ultimi tempi, avevo imparato che lo spazio limitato e i sussurri formavano un'equazione che dava come risultato un bacio. In quel momento, non desideravo niente di più diverso da quel tipo di contatto, perciò mi conveniva trovare un modo per creare più distanza, alla svelta.

Osservai scrupolosamente la biblioteca, alla ricerca della più infima distrazione, ritrovandomi a fissare l'angolo in fondo a sinistra. Non c'era assolutamente niente per cui creare scompiglio, ma se non rintracciavo nulla potevo ritenermi autorizzata ad inventare qualcosa, no?

Cacciai un urlo all'improvviso, facendo in modo che Shane si portasse le mani alle orecchie per proteggere i timpani.

- Un topo! Un topo! Uno schifoso topo! Aiuto! Salvatemi! - gridai, allarmata, indicando il nulla.

Mi calai nei panni di una bambina di cinque anni terrorizzata a morte e saltellai da una parte e dall'altra, agitando le braccia, scaricando così tutta la tensione accumulata all'esterno.

Shane si girò ovunque e cercò il famigerato topo, ma, naturalmente, non riuscì ad individuarlo.

Quando si girò verso di me, avevo già raggiunto la porta della biblioteca.

- Dov'è il topo? - chiese, sinceramente perplesso.

- Era lì! Guarda bene! - indicai l'angolo di prima.

Shane lanciò un'occhiata in quella direzione e si avvicina, poi si volta verso di me.

- Saint, non c'è nessun topo qui.

- Sarà scappato. Maledetta bestiaccia! Sarò costretta ad andare in giro con uno spray disinfestante. - alzai le spalle.

Ricevetti un'occhiata seria in risposta.

- Hai interrotto quello che stavamo dicendo. - mi fece notare.

- Non stavamo dicendo niente. Ora devo andare, ciao Shane. - aggiunsi un sorrisino di convenienza e fuggi via, salendo gli scalini due per volta.

L'eco di Shane che mi richiamava e mi insultava perché non tornavo indietro giunse alle mie orecchie finché non fui al piano superiore.

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Vi è mai capitato di dovervi ingegnare sul momento per creare una distrazione in modo da volgere la situazione a vostro favore?

Love you 🌹

Amore Senza DisciplinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora