Chapter 15 - Dare

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Per alcuni giorni non accadde nulla di rilevante: la solita routine in guerra per il bagno e l'utilizzo dello spazio, la solita colazione, le solite lezioni che i ragazzi passavano a lanciarsi gomme, penne, palline di carta e qualunque altro oggetto potesse volare; i soliti pomeriggi in cui tentai di convincere Jake a mettersi a studiare e lasciar perdere i videogiochi, le solite serate in cui Jake mi punzecchiava ed escogitava una scusa sempre nuova per dormire con me.

Dovevo ammettere a me stessa che i lati positivi di Jake iniziavano ad affiorare pian pianino.

Ogni tanto notavo uno sguardo diverso nei suoi occhi, un sorriso contenuto ma sincero, non impertinente.

- Posso? - domandai la mattina del sabato, notando che si trovava in difficoltà nello sciogliere un nodo nel ciuffo dei capelli.

- Con le tue manine delicate? - mi canzonò.

- Ho le dita più sottili delle tue: potrei riuscire a sciogliere il nodo più in fretta.

Alzò le mani in segno di resa e le abbassò lungo i fianchi, attendendo il mio intervento.

Infilai le dita tra i suoi capelli dalla radice per meglio individuare il nodo e risalii finché lo stesso non mi bloccò.

Afferrai il pettine e lo passai su quella ciocca dal basso verso l'alto per alcune volte, solo lungo un breve tratto. Iniziai a scendere e prendere una lunghezza maggiore, fino a sciogliere parte del nodo ed infine arrivai a pettinargli i capelli senza intoppi, dalla radice alle punte.

I suoi capelli erano morbidi al mio tocco e approfittai dell'occasione per indugiarvi più a lungo del necessario, dirigendo il ciuffo prima a destra e poi a sinistra, per decidere infine di applicare il gel e sollevarglieli in alto.

Sorrisi al risultato finale.

- Grazie, mia fantastica parrucchiera personale. Ora mi sento bellissima! - commentò Jake con tono stridulo, imitando una ragazza.

Non potei evitare una leggera risata.

- Esci, stupidotto. - lo spinsi gentilmente fuori.

- Perché? Non andiamo a lezione?

- C'è tutto il tempo per una doccia. Ieri sera qualcuno era troppo assuefatto dalla mia presenza per rinunciarvi.

- Eh? - aggrottò la fronte.

Jake non aveva ancora imparato il significato di tutti i termini che utilizzavo, elemento che incuriosì ancor di più la parte esploratrice della mia mente: da quale contesto proveniva? Che tipo di educazione aveva ricevuto? 

Quello che più mi premeva scoprire, tuttavia, era il motivo per cui era finito in un istituto di correzione disciplinare. Sottratta la forte tensione verso le allusioni sessuali, gli scherzi infantili e il buon senso poco sviluppato, non sarei stata capace di definirlo cattivo. Forse aveva bisogno di regole ferree, qualche punizione esemplare per la perseveranza a non rispettarle, qualche stimolo mentale in più verso la cultura e la scienza, ma di base ero convinta che avesse un animo buono.

Se fosse stata una cattiva persona, l'avrei percepito sottopelle.

Semplicemente, era necessario armarsi di una dose superiore di pazienza, mostrargli il proprio lato più dolce e comprensivo per stimolare una risposta analoga da parte sua e scavare lentamente, ma con costanza, per beneficiare di tutto ciò che di positivo c'era in lui. 

Feci queste riflessioni sotto il getto caldo della doccia, mentre l'oggetto dei miei pensieri si stava probabilmente girando i pollici in camera.

Girai la manopola che regolava la fuoriuscita di acqua finché non ne uscì più una sola goccia, poi misi piede all'esterno e avvolsi il corpo nell'accappatoio rosa cipria e i capelli in un asciugamano bianco, in modo da formare una sorta di turbante.

Amore Senza DisciplinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora