9°Capitolo

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Scendemmo vari piani con passo svelto. Speravo mi stesse portando a risolvere il mistero della maledizione, tentai di tenere il passo con quello di Ciel ma era praticamente impossibile.Lui faceva passi lunghi e controllati e questo,a mio parere,gli conferiva un'aria ancora piú affascinante. Mentre io facevo passi piccoli e veloci che mi portavano spesso a inciampare sui miei stessi piedi.

Mi ritrovai a scendere nei sotteranei. Lo capí perchèsugli angoli delle pareti cominciavano a vedersi delle ragnetele e perche le pareti non erano piú decorate ma spoglie.

Entrammo in una porta di cemento armato e ci ritrovammo... in cucina?

Mi voltai a guardare Ciel che si stava guardando intorno. La bocca  era incurvata in un leggero sorriso.

-Perche mi hai portato qui?- al centro della cucina c'era un tavolo di alluminio con delle sedie intorno e alle pareti stavano i fornelli e addirittura due frigoriferi,tutto in alluminio.Lui aggiró il tavolo e si diresse verso uno dei frogoriferi senza proferir parola. Ma in cucina non dovrebbero esserci i cuochi? Ora che ci pensavo non avevo visto nessuno tranne Sebastian e due o tre ragazze in rare occasioni. Di solito nel palazzo dovrebbero aggirarsi continuamente sarti, servi, maggiordomi e dame. Almeno per me era cosí.

-Come mai non c'è mai nessuno qua dentro?- chiesi mentre Ciel tirava fuori tre muffin e un cestino di fragole.Solo allora si voltó verso di me con un sorriso sorione:- Solo perche non vedi nessuno non vuol dire che non ci sia- Aspetta...

Appena lui vide che avevo capito a cosa mi riferivo scoppió a ridere.

-Quindi qui sono tutti...- deglutí

-...fantasmi,esatto- concluse lui per me. E prorio allora, forse per consapevolezza o perche mi stavo abituando, davanti a me presero forma tante figure evanescenti che correvano di quá e di lá. Erano tutte vestite di grigio: per le donne un vestito semplice a maniche corte fino ai piedi e per gli uomini camicia e pantaloni grigi. Molti erano girati di spalle e parlottavano fra di loro mentre cucinavano, altri si urlavano dietro di andare ai piani superiori o di portare determinate pietanze in determinate stanze. Mi voltai verso Ciel che mi guardava divertito.

-Siete tutti fantasmi?- constatai incredula

-Si-

-Anche tu?- non so da dove mi era uscita fatto sta che lui si incupí di colpo

-Si- rispose semplicemente. Aggirai il tavolo attenta a non urtare le altre persone e mi misi difronte a lui. Poi feci una cosa che non avrei mai fatto in circostanze normali: lentamente allungai un dito diretto al suo petto. Lui capí cosa volevo fare e anche lui diventó una figura evanescente proprio mentre io toccavo il suo petto e... lo trapassavo.

Ritrassi subito la mano.

-Incredibile- sussurrai. Lui ritornó di colpo corporeo guardandomi cupo. Allungó la mano indicando la porta:-Puoi andare se vuoi- disse

-Perchè?- chiesi stranita. Piegai la testa di lato mentre osservavo la sua reazione. Aggrottó le sopracciglia e i suoi limpidi occhi turchesi diventarono un mare in tempesta:-non vuoi andartene?Non hai paura?-  -Perchè dovrei andarmene?-chiesi stranita.

-Non sei spaventata?- era incredulo! Non capivo perchè. Insomma ai miei occhi la sua natura da fantasma lo rendeva ancora piú bello.

-No- risposi semplicemente, avrei voluto accarezzargli una guancia e dirgli che non doveva nascondersi perche l'avrei accettato. Gli sorrisi dolcemente e i suoi occhi si illuminarono, sembrava risplendessero mentre mi guardava. Abbassai lo sguardo diventando color scarlatto.

-Forza, mangiamo e poi ti porto in un posto- sussuró.

Addentai un maffin.

Finito di mangiare Ciel mi accompagna in una torre, mentre saliamo io mi aggrappo al suo braccio per paura di cadere mentre lui guarda divertito. Gliene direi quattro ma lascio perdere.

Apre una porta in legno scuro e rimango senza fiato.

Mi ha portato in una stanza circolare con al centro due poltrone nere reclinabili.

Non c'era un soffitto soltanto stelle, miliardi di stelle bellissime che formavano costellazzioni, agglomerati e scie luminose. Non ne avevo mai viste cosi tante. Nel mio popolo c'era sempre troppa luce.

Presa dall'emozione abbracciai Ciel

-È magnifico!- urlai. Mi accorsi fin troppo bene che aveva ricanbiato l'abbraccio e ora mi stringeva forte a sè.

-Qualcosa mi dice che non hai mai visto le stelle!- disse ridendo di gusto.

-No, mai- aggiunsi-troppa luce-

Ci staccammo con un pó di imbarazzo e raggiungemmo le poltrone accomodandoci.

Rimanemmo per un pó in silenzio ad ammirare il cielo poi lui prese la parola:-Sai, stavo pensando di riportarti a casa- la sua voce tradiva nervosismo e tristezza. Ripensai a Iuta e Trevor, le uniche due cose belle che c'erano nel mio popolo e pensai a tutte le persone che mi volevano male.E poi a lui, Ciel, quel ragazzo che spesso mi faceva battere il cuore, che mi aveva salvata da una fine orribile e con cui riuscivo a comunicare telepaticamente anche senza magia, facendomi sentire protetta. Questo mondo mi piaceva e non volevo perderlo.

Non volevo perdere Ciel.

Presi una decisione.

-No- dichiarai. Lui si voltó di scatto

-Cosa?-

-Non torneró a casa- dissi sospirando. Mi voltai a guardarlo:aveva un:enorme sorriso stampato in faccia che gli illuminava il volto. Era contento. Sorrisi anch'io.

Mi prese la mano e la strinse tra le sue, poi mi bació la mano.

-Allora sono felice di accoglierla nell'umile dimora dei Silvershade, principessa- mi fece un sorriso sghembo bellissimo ed io arrossí nel guardarlo. Poi ci voltammo all'unisono e continuammo a guardare le stelle.

Spazio autrice:

Ehi!

Scusate per l'attesa ecco il nuovo capitolo!

Saluti

Salla

Light and DarkWhere stories live. Discover now