Quella mattina Hyeyeon si svegliò con un panino alla Nutella spiaccicato sul naso- ovviamente il lato spalmato era quello a contatto con la sua pelle- e quello non era neanche il problema principale: Dopo aver passato il giorno precedente a occuparsi del trasloco, avrebbe voluto rimanere nel mondo dei sogni come minimo per 36 ore. Senza aprire gli occhi iniziò a leccare via un po' di quella crema, donata agli umani direttamente dagli dei, che si era appiccicata al suo labbro, questo finché non si rese conto che la Nutella non aveva senso di trovarsi sulla sua faccia. Si alzò di scatto e la prima cosa che vide furono le sue coinquiline che la fissavano, sedute sul suo letto, con un sorrisino piuttosto inquietante, da qualunque punto di vista, stampato in volto.
"UNNIE, BUONGIORNO!" Fu quello che le sue due migliori amiche urlarono in coro quando la blu, finalmente mostrò segni di vita. Quest'ultima senza proferire parola, staccò finalmente la fetta di pane dal proprio viso e con molta poca voglia lo spiaccicò nuovamente, sulla sua nuova vittima. La povera Ahn Eunki aveva avuto la sfortuna di trovarsi seduta troppo vicina al braccio della ragazza.
"Dai.. Sei cattiva.. Abbiamo cercato il modo di svegliarti che poteva farti incazzare di meno.." Disse Aejeong, la più piccola delle tre. A quel punto la più anziana si alzò svogliatamente dal letto e iniziò a trascinarsi a mo' di Zombie, verso il bagno. Fermandosi solo davanti alla porta, per poi guardare le sue due Dongsaeng come se volesse ucciderle. " Vi conviene evaporare prima che io esca dalla mia doccia salva vita. Io vi ho avvertite." concluse, chiudendosi poi la porta alle spalle.
Nel frattempo, come se fosse da copione, le due ragazze non fecero minimamente come le era stato suggerito, anzi tutt'altro, presero due banane e iniziarono a fare una battaglia magica con le loro 'bacchette', che al momento, nelle loro menti, era più maestosa della battaglia di Hogwarts.
La maggiore quando uscì dalla doccia non poté fare a meno che osservare divertita la scena, anche se la voglia di ucciderle era ancora più che presente. afferrò la salvietta che fino quel momento stava mantenendo i capelli bagnati lontano dai vestiti puliti e lo lanciò sulla schiena di Aejeong "Pietrificus Totalus" fu l'unica cosa che gridò, facendo concorrenza alle peggio cornacchie e con uno scatto di velocità, sorprendendosi di sé stessa per aver trovato le forze per farlo, rubò la banana dalla mano dell'amica, costretta a rimanere immobile, iniziando a mangiarla subito dopo averla sbucciata.
Dopo che le due donnine spastiche avevano stressato l'anima della maggiore per uscire di casa ed essersi preparate, finalmente le tre uscirono dall'appartamento, ambiente per loro ancora poco famigliare, e iniziarono a girovagare per le strade già fin troppo affollate, a parere di tutte.
Decisero di fermarsi in un Coffee Shop piuttosto carino e optarono tutte e tre per un te freddo da portare via, data la calda giornata di Giugno. Andarono in giro per ore perdendosi a guardare le vetrine dei negozi, mentre camminavano non poteva mancare il fattore che le contraddistingueva sempre: una cassa in mano, con le canzoni dei loro gruppi K-Pop preferiti. Tutte le persone che le vedevano per la strada non potevano far altro che ridere per la semplicità con cui si stavano divertendo, facendo le sceme mentre improvvisavano passi mistici che credevano di sapere, anche se in realtà un carlino con l'asma sarebbe stato più bello di loro da guardare. Certo non mancavano le persone che le additavano, iniziando a bisbigliare, probabilmente definendole psicopatiche e, diciamocelo, non è una cosa poi così lontano dalla realtà: il cervello ammaccato lo avevano di sicuro, così come qualche malattia mentale.
fu proprio così, tra una cazzata e l'altra e dieci milioni di figure di merda che si ritrovarono in delle viuzze secondarie, in cui non sembrava esserci anima viva. La più anziana, iniziò a guardarsi in giro, cercando di capire dove si erano andate a cacciare e, dato che non avevano fatto altro che girare in tondo tra le vie, non dovevano essere troppo lontano da casa.
