Non ci fu nessuno scoppio però, nessun rumore, niente distruzione e più nessun urlo.

Harry. Era. Come. Morto.

Osservava ancora con labbra schiuse in un muto grido, il luogo dove solo qualche ora prima si poteva vedere il portone bordeaux numero 224.

E si accorse di star piangendo solo quando delle lacrime salate si insinuarono tra le sue labbra, il sapore salato sulla lingua e il viso deformato in una smorfia di dolore.

Le mani a stringersi la giacca della divisa all'altezza del cuore, voleva correre, voleva tanto correre verso quelle macerie e spostarle, tirare fuori i propri genitori e vedere che erano ancora vivi, che potevano sorridergli ancora.

Però le sue ginocchia crollarono a terra, portandosi dietro tutto il peso del suo corpo.

Urla straziate e singhiozzi erano l'unico rumore che spezzava il silenzio di quel posto, nessun clacson, nessun bambino, nessun cane. Non c'era più nessuno.






«Harry! Har, amore» le mani gentili di Louis andarono ad accarezzare il viso del soldato, deturpato da una smorfia di dolore. Piccole lacrime solcavano le sue guance e deboli singhiozzi venivano rilasciati a sbuffi dalle sue labbra.
«Hey, hey è okay» lo sguardo preoccupato del ragazzino incontrò ben presto quello dell'altro, che aveva sbarrato gli occhi e stretto forte a sé il corpo più piccolo che si ritrovava sdraiato accanto a lui.

La sua presa poi si era debolmente rilassata, il respiro era velocizzato e gli occhi erano spaventati e pieni di lacrime, vagavano velocemente da un punto all'altro della stanza, per poi finire al viso di Louis.
Era quasi come se non fosse lì, le sue mani tremavano attorno ai fianchi del liscio, che gli stava sussurrando una canzone in francese per cercare di calmarlo.

Une chanson douce
Que me chantait ma maman
En suçant mon pouce
J'écoutais en m'endormant
Cette chanson douce
Je veux la chanter pour toi
Car ta peau est douce
Comme la mousse des bois
La petite biche est aux abois
Dans le bois se cache le loup hou hou hou hou...

«Sono solo io, va tutto bene, tutto bene» i suoi sussurri si infrangevano sulle labbra rosse dell'altro mentre lo guardava negli occhi, le sue mani accarezzavano piano le sue guance, disegnando cerchi immaginari con i pollici.
Presto seguì il volere dell'altro corpo, accovacciandosi in modo che Harry potesse stringere le braccia attorno alle sue gambe piegate, la testa che era andata a nascondersi nell'incavo del collo dell'altro.

Louis sobbalzò quando sentì delle calde lacrime bagnargli le clavicole nude, il respiro dell'ex soldato si infrangeva sulla sue pelle, seguito poi da dei dolci baci lasciati qua e là.

«Lou non vog-voglio,» la sua voce si spezzò mentre parlava «c-che tu e la mia bambina rimaniate so-soli a casa» singhiozzò «voglio poter essere s-sempre con voi» Louis poteva sentire distintamente le braccia dell'altro tremare, stringendo più forte il suo corpo a sé.
«Devi pro-promettermi che se sarete in perico-pericolo sarete sempre c-con me, piccolo. Promettimelo» le lacrime ormai bagnavano il collo scoperto del ragazzino mentre accarezzava i capelli dell'altro, aspettando che finisse di parlare. «Promettimi che i-in quel caso lascerai che muoia...io»

Louis però stette zitto. Non poteva promettere una cosa del genere. In più Harry era sconvolto da un incubo appena fatto, non poteva promettergli cose che magari solamente il mattino seguente non si sarebbe più ricordato.



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I due erano rimasti in un silenzio confortevole per le restanti ore di sonno che gli rimanevano, si scambiavano carezze gentili ogni tanto, che fossero sul corpo o sul viso.
Non avevano nessuna intenzione di staccarsi l'uno dall'altro, la vicinanza li tranquillizzava, li scaldava come nessuna coperta era riuscita a fare.

Erano entrambi vestiti quasi di niente, Louis in mutande e Harry con solo i pantaloni che aveva messo indosso la sera precedente.
«Lou?»

La voce roca del ragazzo riccio era l'unico suono che aveva interrotto il silenzio spezzato dai loro respiri calmi. Le ciglia del ragazzo facevano il solletico a Louis mentre questo batteva le palpebre sul suo collo.

Un risolino lasciò le labbra rosee del liscio mentre l'altro si era ritrovato a sorridere in modo stanco, alzando il viso per intrappolare le sue labbra in un bacio fatto di morsi, tocchi fugaci e piccole risatine.

Il corpo di Harry aveva intrappolato quello del più piccolo contro il materasso, le gambe intrecciate tra le lenzuola e gli sguardi a catturarsi a vicenda.

Non sarebbero usciti da quella stanza molto presto.



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avevo postato un capitolo dove parlavo di una mia complicazione nella scrittura (mi ero ustionata la mano con l'arricciacapelli e non riuscivo a scrivere dato che dovevo usare solo la mano sinistra) ma ho cercato di continuare comunque a scrivere e spero che non faccia troppo schifo il capitolo, volevo ringraziare le poche persone che avevano commentato quel capitolo prima che io lo eliminassi dato che mi era sembrata una cosa che fanno le persone quando vogliono farsi vedere..vi giuro che non era così, ero veramente veramente dispiaciuta.

vi giuro che non era così, ero veramente veramente dispiaciuta

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davvero, GRAZIE. Un bacio

Overlord ; larry stylinsonWhere stories live. Discover now