Coccolo un po' il bambino, aveva ragione Aurora si è addormentato da solo.

<Ti spiace se lo portiamo di la? Ho paura che si svegli>

<No tranquilla ti seguo>

Mi sollevo dalla sedia con attenzione, la seguo nella sua camera.

La stanza è piccola, ma accogliente come la casa, profuma di lei.
Nella penombra non vedo bene i colori dei mobili, credo che sia sulle tonalità del Tortora.

Prepara il letto.

<Mettilo pure giù>.

Lo poggio con delicatezza sul letto, gli rimbocco le coperte e bacio la sua guancia.

<Buona notte piccolo>.

Lo stesso fa aurora, mentre la guardo l'occhio mi cade sulla foto sul comodino.

È lei abbracciata ad un uomo, credo sia Jason.

Non voglio neanche stare a pensare al fastidio che ho provato.

Lasciamo il bambino a dormire nella stanza, Aurora accende la radiolina.

<Così se si sveglia lo sentiamo>.

Le sorrido e faccio una cosa che non mi aspettavo di fare.
L'attiro fra le mie braccia.
La stringo a me.

Aurora

Poggio la radiolina sul mobile, mi sento afferrare per il braccio, Step mi ha stretto a se.

Resto spiazzata con le mani lungo fianchi.

Le mie braccia si muovono sole, cingono le sue spalle.

Poggio la testa sul suo petto.

Il suo cuore batte forte come il mio.

È come se avessimo bisogno entrambi di questo momento.

Chiudo gli occhi per un attimo, mi sento protetta ed al sicuro.

È come se lui con il suo corpo potesse farmi da scudo.

Restiamo così per un po', lentamente sciogliamo entrambi l'abbraccio.
Guardo i suoi occhi sono lucidi, faccio una cosa che non avevo mai fatto, gli accarezzo il viso. Poggia il volto sulla mia mano, chiude gli occhi.
Vorrei tanto sapere chi è stato a fargli del male.

Apre gli occhi, bacia il palmo della mia mano.

<Ho un regalo per te>.

<Step, bastava tutto quello che hai già fatto>.

Accarezza il mio viso.

Si avvicina al suo borsone, mi porge una tela.

La volto.

Resto senza parole, siamo io e Jason.

<È stupendo  io non ho parole>

<Ti piace?>

<Da impazzire>

<Ne sono felice>.

<Mi devi aiutare ad appenderlo domani>

<Domani verrò e lo appendiamo>

<In realtà volevo chiederti se ti andasse di restare qui>

<A dormire?>.

<Si il divano diventa un letto. Io non riesco a dormire tranquilla sapendoti in mezzo ad una strada>.

Stephan

Non può dire sul serio.

<Aurora io non posso restare qui>

<Perché?>

<Perché non è giusto, perché non posso ripagarti per la tua ospitalità e perché..

Mi ferma.

<Step per questa notte resta, domani ne parliamo meglio. Adesso mangiamo la torta che ho preparato per te>

<L'hai preparata per me?>

Diventa rossa, perché è così dolce?

<In realtà l'ho fatta pensando a te>.

Perdo un battito.

<Vediamo come sono allora per te>.

Si avvicina al frigo, tira fuori una torta.

Ha una glassa lucida fuori di cioccolato.

Mi porge un coltello da torta.

<Tagliala tu>

Il coltello scivola con facilità.

Taglio una fetta, aurora la posiziona sul piattino.

Guardo la torta.

Passa dal nero al marrone chiaro, ha un cuore di panna.

Ne assaggio un cucchiaio.
È al cioccolato fondente il mio preferito, anche se poi diventa dolce.

<Che ne pensi?>

<Sono senza parole>.

<Resti qui allora?>

<Per questa notte>.
Sorride soddisfatta.

Sono fottuto mi ha piegato alla sua volontà senza neanche imporsi.

<Vuoi un'altra fetta?>

Rido.

<Si dammene un'altra fetta>.

Me ne porge un'altra.

<Visto ti sei addolcito>

<Aurora aurora, stai giocando con il fuoco!>

<Sai che fai Gesù per la recita della parrocchia vero?>.

Mi affogo con la torta.

<Quello non lo farò mai>.

Mi porge la mano.

<Scommettiamo?>

<Le samaritane non scommettono>

<Non ho mai detto di esserlo>.

Stringo la sua mano.

Non farò mai Gesù per la recita...

Una ragione per ricominciare Where stories live. Discover now