Capitolo 7

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"Louis... amore? Sono a casa."

Louis è avvolto nel piumone con una gamba sotto e l'altra piegata a metà al di sopra. La sua testa è nascosta nel cuscino creato dalle sue braccia. Stava sognando, ma non riesce a ricordarsi la fine del sogno. Qualcosa sulle paperelle di gomma e qualcuno che si agitava tra le bolle. Louis allora ricorda. Era lui quello che si agitava, e Harry era lì in quello stupido accappatoio, cercando di tirarlo fuori dall'acqua con quell'espressione stupidamente triste negli occhi. Louis l'aveva spinto via.

Ce l'avrebbe fatta da solo. Non sarebbe annegato. L'acqua gli aveva riempito i polmoni e il viso di Harry si era trasformato in una forma indefinita e sfocata. I suoi ricci erano diventati un tutt'uno e il verde dei suoi occhi era confuso ma ancora brillante, come sempre. La bocca, le mani e l'accappatoio erano tutti fusi in uno, come se qualcuno avesse fatto mulinare un pennello bagnato attorno a Harry e portato via tutta la nitidezza dell'immagine. L'ultima cosa che Louis aveva visto prima di svegliarsi era la bocca rosa e sfocata di Harry che, per un attimo, si era rimessa a fuoco, modellandosi in un "Louis, ti prego," affranto dal dolore.

Louis odiava il suo subconscio. Lo odiava per aver cercato di farlo sentire in colpa riguardo all'aver sbattuto la porta in faccia ad Harry la notte prima. Harry è la quintessenza della carità. È impotente di fronte al proprio complesso dell'eroe. Doveva semplicemente provarci e fare qualcosa riguardo alle condizioni di vita di Louis. Sì, Louis era stato felice di lasciare che Harry lo viziasse con tè e biscotti, e gli era persino piaciuto il brivido del giro in moto e il modo in cui Harry l'aveva forse toccato un po' troppo spesso nel tempo che avevano trascorso insieme negli ultimi due giorni. Eppure era stato diverso rispetto a quello che era successo la notte prima. Era diverso perché prima di allora, Louis aveva dato per scontato che Harry stesse cercando di renderlo felice.

Aveva ingenuamente pensato che Harry non avesse visto la sua vita come una specie di casino da sistemare, che avesse riconosciuto che Louis avesse solo bisogno di un po' di tempo libero e di un motivo per sorridere. Aveva davvero avuto bisogno di tempo. Tempo per dimenticare la palla di diffidenza e sconforto che si stava creando nel suo stomaco. Tempo per dimenticare quanto gli facesse male vedere Duncan uscire dalla porta senza voltarsi indietro e senza una traccia di rimpianto.

Harry forse aveva apprezzato il sorriso di Louis e la felicità che era stato in grado di tirare fuori, ma Louis era comunque il suo progetto. Louis era comunque il ragazzo con una relazione a puttane, che aveva bisogno di essere salvato perché non si rendeva conto del suo potenziale. Non era abbastanza forte da solo, o questo pensava Harry.

Di sicuro ti avrà chiamato, gli aveva detto. Come se Louis fosse un idiota per non aspettarsi di più e per non averne bisogno. Louis non ne aveva bisogno... giusto? Duncan si era preso un po' di tempo per sé, e così aveva fatto Louis. Ora potevano tornare inseme e dimenticare, no? Potevano dimenticare che Duncan non fosse lì quando Louis aveva bisogno di lui. Potevano dimenticare che Louis ultimamente fosse stato più insolente e più restio. Avrebbero dimenticato. Dovevano farlo.

Harry non capisce. Harry non frequenta nessuno da anni. Come potrebbe capire l'inarrestabile attrazione che Louis sente verso Duncan? Ogni volta che Louis si allontana troppo, è come se una catena venisse avvolta attorno al suo collo, riportandolo indietro. Ecco come è stato per loro fin da quando Louis si è innamorato di Duncan. Eppure non è mai stato così evidente fin quando il loro amore non è diventato una relazione fragile e tormentata che richiede una vigilanza costante.

È come uno di quei giochi che Louis possedeva nel suo cortile quando era piccolo... quel palo di metallo con una palla appesa a una corda che colpisci per divertimento. Louis è quella palla. Non importa quante volte viene picchiato e maltrattato, tornerà sempre indietro. È legato al palo. Il palo lo tiene così vicino che non gli è concesso allontanarsi oltre una certa distanza. A volte il palo è solo una sua estensione e non può separarlo da sé. I bisogni di Duncan sono quelli di Louis, i desideri di Duncan sono i suoi, e Harry può predicare quanto vuole sul fatto che vada bene per Louis sentirsi così, ma non lo capisce.

He kissed my lips, I taste your mouth [Larry Stylinson || Italian Translation]Where stories live. Discover now