||Capitolo 9||

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Luna era distesa a stella sul prato, a guardare il cielo, con libri e quaderni sparsi intorno a lei, la ragazza sì stava annoiando non trovando nulla da fare, quella mattina non andò a scuola per alcune questioni che doveva svolgere suo nonno e non poté accompagnarla, fù meglio cosi, manco lei aveva tanta voglia di alzarsi presto. Si ritrovò lì, nella foresta, vicino al lago, avvertiva sempre una strana forza provenire da esso, un energia che l'attirava, non riusciva a stare lontana da quel luogo.

Il giorno prima, suo nonno ebbe dei comportamenti strani, da quando era tornato a casa, il pomeriggio continuava a fare domande su domande, era rimasta sul vago tutto il tempo, non aveva voglia di discutere e ora sì trova lì ad assimilare cosa le era accaduto negli ultimi giorni.
Si alzò dal suo posto guardandosi in giro, non vede nessuno come la maggior parte delle volte, è un idea poco ortodossa, le venne in mente, iniziandosi a spogliare con l'intenzione di fare una nuotata nel lago per schiarirsi le idee, non era la prima volta che lo faceva, l'aiutava di gran lunga a breve si sarebbe ghiacciato con l'arrivo del inverno ed era meglio approfittarsene. Immerse il primo piede poi il secondo e così via.
Avverti una sensazione di benessere crescere in lei, l'acqua che l'avvolgeva era fresca e lei si faceva trasportare, doveva chiedere a qualcuno dalla sua trasformazione e il perché non ancora accaduto, pensò, era il primo dei tanti problemi che l'affliggevano. Trovare il coraggio di guardare in faccia suo nonno e domandare di ché tipo era il suo branco, non si era posta tante domante in passato, si era semplicemente accontentata di sapere che fosse un lupo, che il suo branco era stato vittima di un massacro e che lei era l'unica superstite. Quelle domande iniziarono da Alexsander e il suo obbiettivo, stava cercando il suo branco e non ne sapeva il motivo. Per anni aveva sempre sperato che man mano la memoria tornasse, e che potesse ricordare qualcosa in più sul suo passato, ma non fù così.

La sua mente vagò spostandosi sul compagno predestinato, Alexsander forse doveva allentare la presa con il ragazzo, in fondo erano predestinati, quindi prima o poi doveva succedere. Ma non era sicura se lo volesse veramente lei o era il legame che aveva costruito la Dea per loro a spingerla. Le sensazioni che le deva il ragazzo era fantastiche, inebrianti, era attratta da lui peggio delle calamite e non voleva che fosse frutto della magia. C'era un altro punto che non le andava bene, più che altro la incuriosiva, il motivo per il quale non poteva oltrepassare i confini per andare ad Alexsander, o da Sasha a trovarli, mentre lui era liberissimo di entrare nel suo territorio. Prima o poi L'avrebbe incontrato, oppure le stava nascondendo qualcos'altro? Una relazione clandestina? Forse con quella Tiana di cui aveva sentito parlare? 
Di botto esci d'acqua, coinvolta dalle sue paranoie e presa dalla gelosia,  sì rivestì velocemente inzuppando i vestiti e tornò a casa, solo per cambiarsi, passando per la finestra così che suo nonno non la vedesse. Mise in fretta e furia, qualcosa di asciutto, prese un'asciugamano strofinandoselo in testa per togliere la maggior parte dell'umidità dai capelli. Sgattaiolò fuori di casa, dirigendosi nuovamente ai confini, correndo sugli alberi, lei doveva sapere, doveva provare a sapere cosa sarebbe successo se avrebbe varcato il confine, la curiosità l'avrebbe uccisa, non riusciva ad aspettare fino a sabato per vedere quel posto. No doveva fare a modo suo, arrivò e perse ad ammirare le rose per un secondo, si guardò a torno e senza indugi sorpasso il recinto, con un atterraggio perfetto.
Camminò nel nuovo territorio facendo scricchiolare le foglie sotto i piedi, c'era uno strano silenzio, quasi sinistro, sì sentì un pesce fuor d'acqua, non aveva la più pallida idea di dove stava andando, si stava quasi pentendo della sua decisione, ma ora era l' e si fidò dell'istinto, ancora, andò dritta per la sua strada avvertendo l'odore di Alexander, era sicura che fosse passato dì lì qualche ora prima, probabilmente per un pattugliamento.

Ad interrompere i suoi pensieri fù un suono, non sapeva come definirlo in quel momento, non era di certo un animale. Appizzò le orecchie mettendosi sull'attenti, preparandosi a qualsiasi possibile attacco, sentiva che c'era qualcosa che le girava attorno. Poi da un angolo uscì uno scoiattolo, Luna lo guardò stranita, il rumore che aveva sentito non poteva provenire dalla piccola creatura - Cos? - non finì di parlare che una mostruosa creatura sbuco da dietro di lei, la mancò per un pelo, lei si arrampicò su un albero per vederla meglio. Un enorme creatura magica simile ad una lucertola, era un elebratis, aveva visto una sua raffigurazione in un libro di enciclopedia e guida sulle creature magiche. E quella era una delle poche che poteva essere fatta benissimo in laboratorio. Il mostro la guardò, pronto a seguirla anche su gli alberi, aveva un innata sete di sangue, lo si vedeva dal comportamento. Luna scese dall'albero pronta ad affrontarlo corpo a corpo, era inutile usare gli alberi visto che anche la creatura poteva usufruirne. Cacciò gli artigli, pronta ad attaccare, bastava solo un colpo netto, sotto la gola del mostro, per ucciderlo. La creatura magica studiava lei e viceversa, Luna scattò vedendo il mostro saltarle addosso, senti l'adrenalina salire attraversando il suo corpo, gli occhi mutarono iniziando sprigionare la sua vera aurea. Fu un attimo, che si trovo sotto di esso, con una scivolata, affondando gli artigli nelle carini del mostro, squarciandolo e abbattendolo. La ragazza si tirò su, appoggiando le mani sulle sue ginocchia guardando il macello che aveva creato a pochi passi da lei. Gli artigli le si ritirarono e la sua aurea si placo diventando stabile, aveva leggermente perso il controllo delle sue energie. Era salva per il momento, ri ricredette subito dopo. Un ululato arrivò da est, due lupi erano diretti nella sua stessa direzione, l'avevano sentita, iniziò a correre dalla parte opposta.  Doveva trovare il modo per tornare indietro, se Alexsander venisse a conoscenza della sua presenza in quel luogo, poteva considerarsi una donna morta. I due lupi di guardia le stavano alle calcagna, sì voltò non vedendoli, ingenuamente rallentò il passo, non era da lei, e per l'appunto non facce in tempo a fermarsi che uno dei due lupi uscì dalla sua sinistra, cercando di colpirla. Lo schivò, dopo di lui anche il secondo lupo uscì a sorpresa dalla parte opposta, evitò anche quest'ultimo iniziando nuovamente a correre. Salì su un albero lì vicino, poi su quello dopo e quello dopo ancora ora. Lanciò una sguardo sotto di lei, era ancora inseguita dai due lupi, si pentì della sua decisione impulsiva, non si aspettava tutto quello che le stava accadendo, aveva varcato il territorio da circa un ora ed era già stata assalita ben due volte.

In quel momento Alexsander si trovava nello studio di suo padre, discutendo sugli attacchi che stavano ricevendo e l'apparente scomparsa del branco della luna, era dovuto scendere a compromessi con il padre non avendo portato nessun soccorso. Per Alexsander era meglio non avvertire le altre contee, ci sarebbe stata una lotta per prendere i loro territori se avessero avuto ragione, ma tutto quello che avevano formulato erano solo supposizioni - Gli attacchi di quelle "lucertole troppo cresciute" stanno aumentando e noi non siamo riusciti ad contattare il branco benedetto!? È una cosa inaccettabile! Dove possono essere finiti? Scomparsi nel nulla!? - sì lamentò suo padre, ancora una volta - Tu ti dovresti calmare, una camomilla non ti farebbe male? - era l'ennesima volta che glielo diceva, nel giro di mezz'ora - Come cazzo faccio a calmarmi?!- sbraitò, andava avanti indietro per la stanza come un lupo in gabbia - Troveremo un altro modo, no? - - È sentiamo genio cosa proponi? - l'ironia del padre non gli andò a genio, sì accomodò meglio sulla seduta - È se chiedessimo ai protettori? Se non sbaglio hai qualche conoscenza.. - Aron riflette per un momento ricordandosi dell'amico, che gli venne a fare visita il giorno prima - Uno c'è - mormorò guardando il muro, il figlio sospirò per il sollievo lo aveva finalmente convinto, non avrebbero toccato il tema dei lupi benedetti - Posso chiedere a...- non finì la frase che i due avvertirono una presenza straniera nel loro territorio, un aurea troppo forte, una cosa che il giovane non aveva mai sentito. Guardò suo padre, notando l'espressione che aveva in volto - Credi che...?- lasciò la frase in sospeso facendo, mentre Aron gli fece un cenno di approvazione - Daniel e Grace stanno sicuramente andando a prendere l'intruso anzi il nostro lupo - finì la frase sentendo l'ululato delle sentinelle - Vedi non c'è bisogno dei protettori, i benedetti sono venuti da noi - disse l'alfa fiero, con una strana luce negli occhi.
Alexsander lo ignorò cercando di concentrarsi sulle aure del branco, cercando la posizione esatta del nuovo arrivato. All'improvviso l'energia sparì, lasciandolo sorpreso. Corse fuori dalla casa del branco, trasformandosi, il manto scuro lo ricoprì, e le zampe quasi volarono sul terreno andando servo le sentinelle, sorpassò i campi di allenamento e man mano che si avvicinava al suo obbiettivo si rendeva conto a chi stavano dando la caccia. Luna la aveva disobbedito, Luna non aveva ascoltato un suo ordine, un ordine da Alfa. Più si avvicinava e più il profumo della ragazza si faceva più vivido nelle sue narici. Era droga, per lui, ma in quel momento gli stava dando un effetto contrario al solito. Era arrabbiato, deluso, non riusciva a pensare ad altro, non sapeva come avrebbe reagito una volta che l'avrebbe avuta di fronte. Stava facendo di tutto per proteggerla e rallentare il suo destino di futura luna del branco e lei puntualmente gli metteva i bastoni tra le ruote. 

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Nella foto di sopra troviamo il padre di Luke. Aron Forester.

Sola nella foresta della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora