Gli accarezzo il viso.

Gli ho dato il nome del suo papà.

Spengo la luce, mi stendo a letto, stringendo mio figlio al petto.

Il mio piccolo che ha già un anno.

Un anno da quando il suo papà è morto senza neanche sapere della sua esistenza.

Spengo la sveglia fuori è ancora buio.
Devo prepararmi per andare in pasticceria.

Una bella doccia calda con ancora l'accappatoio faccio colazione,latte e biscotti fatti da me logicamente.

Mi vesto, sistemo i capelli,

Mi vesto, sistemo i capelli,

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controllo l'ora: 5;45.
In perfetto orario.
Bacio il mio bambino.

Conto alla rovescia: 3..2...1...

Sento due colpi alla porta di casa.

Apro, nonna Lina è già operativa.

Apro, nonna Lina è già operativa

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<Buon giorno tesoro>

<Buon giorno Lina>

<Il mio ometto?>

<Dorme come ogni mattina>.

Prendo il cappotto e la borsa.

Bacio sulla guancia la mia mamma acquisita.

<Io vado ci vediamo questa sera>

<Buon lavoro tesoro>.

Esco da casa, scendo le scale che portano sulla strada.

Barcellona è già sveglia, il fioraio all'angolo sta sistemando la sua vetrina, il giornalaio già al lavoro da un bel pezzo.

Cammino a piedi, non ho più voluto guidare l'auto, per fortuna la pasticceria non è molto lontana.

Svolto l'angolo della via, per terra c'è un uomo che dorme su un cartone, ha una coperta di lana sul corpo.

Mi fa molta pena.

Una ragione per ricominciare Where stories live. Discover now