Capitolo 2 - La mia vita in un Döner kebab

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Ansab taglia il kebab con l'apposito rasoio. Un rumore meccanico. Movimenti verticali, come se fosse Giotto all'opera.

Ansab è molto rapido nel preparare questi panini, ma in questi cinque minuti continuo a guardare la ma esistenza.

Ho 28 anni. La mia infanzia è stata sempre segnata dalla voglia di fare niente e da piccoli espedienti per guadagnare quei pochi soldi che mi servivano per comperare alcool e sigarette. Abbandonai la scuola a 16 anni. Ero in prima superiore, tutti erano più piccoli di me. Non me la cavavo male a dire la verità. La mia gang era la più temuta. Ogni tanto rubavo qualche cellulare o qualche portafoglio, non erano brutti periodi. Le tipe mi rispettavano e mi guardavano sempre con ammirazione. Rimanevo umile nonostante i guadagni: vestivo sempre con la mia tuta adidas. Non ero un cafone con i pantaloni a cacherella, maglia tektonic e nike silver da tamarro. Quella gente mi stava ben alla larga se non voleva trovarsi col setto nasale rotto.

Tutto era perfetto, ma la mia vita non poteva essere quella. Non potevo restare alle scuole superiori fino a quarantanni e vivere di piccoli furti. Dovevo fare le cose in grande. 

Tutto finì in un giorno di Maggio, quando un professore voleva perquisirmi per vedere se avessi droghe da spacciare con me. Lo presi per il collo e lo buttai per terra. In realtà sono uno buono. Non gli avrei mai fatto nulla.

Ok, non vi racconto balle. Quella volta mi lasciai prendere dalla foga e lo presi a pugni. Iniziarono un pochi di casini legali e tutto finì con la mia espulsione e una bella denuncia anche se ero pulito e con me non avevo nulla. Vai a capire questa legge italiana.

Da allora iniziai a fare qualche lavoretto in nero tanto per campare e poco altro. Quando c'era qualcosa di facile da rubare la rubavo. Qualche borsetta alla stazione da scippare, un paio di vetri da lavare ai semafori e così via. Non avevo mai fatto il salto di qualità come tanti miei ex compagni di scuola. Ero una giovane promessa della delinquenza mai esplosa, come Mario Balotelli nel calcio. Ero talento sprecato.

Ansab hala mia età. Ha studiato all'alberghiero. È una brava persona veramente. Un giorno però scoprì che per fare il kebabbaro non servivano diplomi. Si ritirò e aprì attività, insieme alla sua famiglia.

Sì, perché lui nel frattempo ha messo su famiglia. Io no. Io sono un lupo solitario. O forse sono poco attraente per gli standard attuali. Eppure ho una fedina penale da vero top player e un pedigree da vero criminale di razza. Bah, vai a capirle le donne.

Magari è più attraente un kebabbaro di un bohémien come me. Ho troppe domande da fare ad Ansab.

"Dmitri vuoi salsa yogurt extra?" Queste parole mi svegliarono dalla riflessione. È arrivato il momento di farcire questo Döner kebab.


Tra lame e KebabWhere stories live. Discover now