capitolo undicesimo

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Due lunghissime noiosissime e pesantissime settimane senza il suo profumo, senza i suoi occhi e senza il suo fisico mozzafiato; due maledette settimane che Luke non si faceva vivo.

Cosa stava combinando? Forse un corso avanzato di giardinaggio nel caso mio padre avesse deciso di assumerlo come giardiniere.

Non dire assurdità

Dopo quello che era successo mio padre non avrebbe voluto rivederlo nemmeno in foto.

Stavo fantasticando sul più e il meno, quando mio padre entrò in camera mia, completamente impanicato dichiarando che il latte era finito e dalla sua faccia capii che era un invito ad andare a comprarlo.

Svogliatamente andai in garage e presi la bicicletta; il supermercato era lontano e con il caldo che faceva non mi allettava l'idea di camminare anche solo per dieci minuti.

Dopo svariati minuti arrivai al supermercato, un sorriso si formò sul mio viso quando vidi un posto all'ombra per parcheggiare la mia bicicletta.

Entrai, afferrai una bottiglia di latte dal banco frigo e mi diressi verso la cassa per pagare, volevo tornare al mio comodo letto al più presto.

LUKE'S POV.

Portava una maglietta bianca leggermente trasparente e un paio di pantaloncini blu, i capelli erano raccolti in una coda alta, dalla quale sfuggiva un ciuffo ribelle.

Non la ricordavo così bella, sembrava un'attrice famosa che cercava di non farsi notare, invano.

La raggiunsi con un balzo e le cinsi le spalle, costringendola a voltarsi.

Dalla sua faccia capivo chiaramente che era sorpresa di vedermi, ma non capivo se ne era contenta.

Visto che non sembrava aver intenzione di spiaccicar parola, incominciai il discorso

'Latte?'

Inizialmente non riuscì a capire cosa intendevo ma poi il suo sguardo si illuminò.

'Uhm, sì.. sì. Se mio padre non ne beve un po' nel pomeriggio diventa intrattabile.'

Al ricordo di suo padre e di quello che era successo mi scappò un sorriso.

JESS'S POV

Allora è destino se ci incontriamo.

Pensai a ciò quando lo vidi.

Cominciammo a parlare di cose poco importanti mentre aspettavamo per uscire.

'Ti va di uscire uno di questi giorni?' questa sua domanda mi sorprese.

Come? Cosa? Io e lui?

Il panico prese il sopravvento, avevo la gola secca e non riuscivo a pensare lucidamente.

Farfugliai qualcosa ma poi presi un po' di coraggio e risposi.

'No, scusa, non posso, mio padre non vuole e poi sono... devo andare via per il weekend... ho un sacco di cose da fare.'

Mi guardò un po' deluso.

'Sarà per un altra volta Jessica'
Ah quindi da Jess siamo arrivati a Jessica? Bha.

Dopo che ci salutammo presi la mia bici e iniziai a pedalare più in fretta che potevo.

'Stupida! Stupida! Stupida!' la mia coscienza non faceva altro che ripermelo.

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Spazio autrice.
Eccomi con l'undicesimo capitolo!
Ad essere sincera non l'ho scritto io, ma Greta, una mia compagna di classe, durante la ricreazione e metà dell'ora di religione.
Grazie mille Greta, non sapevo proprio come farlo!
Spero che vi sia piaciuto!

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CONTINUO A 25 STELLINE E DIECI COMMENTI.

vi voglio bene!
fede xx

he looks so perfect. -  Luke Hemmings [completa.]Where stories live. Discover now