chapter 33

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Erano tutti di nuovo nella stessa sala d'ospedale nel quale era iniziato tutto, questa volta, la vigilia di natale. C'erano altre persone nella sala: ustioni da candela, indigestione per il troppo mangiare e altre cose simili.

E poi c'erano loro.

I 6 ragazzi che si trovavano lì per supporto alla loro amica incinta.

Cheryl uscì dalla stanza e tutti gli sguardi le si puntarono addosso.

<<Allora?>> chiese Daniel impaziente.

<<Allora cosa?!>> sbottò Eren, infuriato più che mai. <<tu fino a pochi minuti fa non avevi idea del casino in cui la tua ragazza si era cacciata!>>

<<Eren, calmati stai dando spettacolo.>> gli ricordò Bethany, alludendo agli sguardi delle altre persone.

<<non me ne fotte un cazzo! Che guardino pure!>> sbottò alzandosi. <<non ti ha mai voluto dire niente per paura della tua reazione, Dio, come ti fa sentire questo.>>

Daniel lo fisso a occhi socchiusi stringendo i pugni per cercare di non picchiarlo.

<<E adesso, magari sta perdendo il bambino di cui tu non sapevi un'emerit->>

<<Dannazione, Eren, taci!>> lo bloccò la bionda. <<non è colpa di Daniel se tutto questo sta accadendo, cosa ne poteva sapere?!>> una ciocca di capelli le cadde sul viso, ma la rimandò indietro frustata.

Eren, però, non demorse e si avvicinò al viso di Bethany con fare velenoso.

<<allora dimmi un po', ti sembra normale che lo sapevamo tutti? Tutti, meno l'unica persona che avrebbe dovuto saperlo.>> sibilò <<ti sembra una relazione basata sulla fiducia questa?>>

Daniel ascoltava standosene in silenzio. Amanda non si fidava di lui.

non sentì gli altri due conversare e si perse nei suoi pensieri finchè la porta non si aprì di scatto.

Amanda era appena entrata nella sala con un viso che non lasciava trapelare alcuna emozione.

Nessuno fiatò, probabilmente perchè nessuno aveva niente di intelligente da dire.

La ragazza, in piedi sulla soglia aveva i capelli scompigliati e crespi, il trucco rovinato in parte, e teneva il vestito bianco, macchiato di rosso fra le mani, mentre addosso aveva una maglietta e dei jeans di Faith.

<<Sta bene...>> tentò di fare un sorriso, ma evitava lo sguardo di Daniel. <<il bambino è salvo>>

Eren si lanciò verso la corvina e la strinse a sè, senza vergognarsi.

Daniel rimase a bocca aperta. Era davvero così spaventata da lui?

si alzò anche lui dirigendosi però in direzione opposta.

<<Amico...>> disse Matt in un sussurro cercando di fermarlo ma lui lo scostò in modo brusco.

Scese le scale a passo veloce, fregandosene di tutte le voci che lo stavano implorando di tornare indietro. Sarebbe tornato indietro solo se gliel'avesse chiesto lei, che purtroppo non faceva parte di quelle voci. D'altronde non sarebbe stato una buona presenza per nessuno, con tutta quella rabbia in corpo.

Uscì di botto e la brezza NewYorkese gli colpì le guance come un pugno. Al lungo andare, quel freddo congelante era addirittura piacevole.

Non doveva piangere, non lo faceva più dalla morte della madre Sonja e non ne sentiva il bisogno, era semplicemente deluso. Deluso da sè stesso, perché non era stato un buon fidanzato e di certo non sarebbe stato un buon padre e deluso da Amanda perché non gli aveva mai confidato nessuno dei suoi problemi.

Chiamò un taxi e arrivò al college. Cosa probabilmente sbagliatissima visto che sarà il secondo luogo in cui i ragazzi lo cercheranno.

Si chiuse in camera e si buttò sul letto cercando di metabolizzare tutto quello che era appena successo e purtroppo come previsto, l'intera squadra soccorri-ragazze-gravide era arrivata al college.

<<Daniel!>> bussò Matt con violenza <<apri questa fottutissima porta o la butto giù>>

Le minacce del ragazzo erano sempre di più e Daniel alla fine si alzò ad aprire.

<<mi hai sentito?! Ti ho dett- Oh eccoti!>>

Il Biondo inarcò un sopracciglio. <<si può sapere che vuoi?>>

<<non ti sembra di aver esagerato?>>

Daniel roteò gli occhi e fece per richiudere la porta ma venne bloccato da una voce piccola e flebile che lo chiamava.

<<Dan...>> Amanda uscì dal suo nascondiglio <<mi dispiace>> le uscì fuori in un mormorio appena udibile che Daniel, in altre situazioni avrebbe trovato tenero.

<<non fa niente.>> fece ancora per chiudere la porta ma stavolta fu Amanda a fermarla mettendosi in mezzo.

<<seriamente>> disse cercando la sua mano, ma lui la scostò <<avrei dovuto dirtelo prima ma non pen->>

<<Non ti fidi di me.>> disse ignorandola.

<<cosa?>>

<<non mi hai semplicememte nascosto una cosa, Amanda, mi hai nascosto il fatto che porti in grembo nostro figlio>>

<<Te lo avrei detto!>> si difese.

<<e quando? Al quarto mese? O direttamente al parto.>>

<<Te lo volevo dire stasera ma tu hai dovuto fare il gelosino del cazzo e non me lo hai permesso.>>

<<"Gelosino del cazzo" sì, ma per una buona ragione, quando ti vede ti scopa con gli occhi>>

<<Ma almeno lui era con me, quando tu te ne sei andato via.>>

Daniel sospirò intento a finire la conversazione in quel momento.

<<È meglio se ci prendiamo una pausa.>>

questa volta la porta si chiuse definitivamente.

My only weakness ||Daniel Sharman [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now