chapter 25

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<<Amanda, sei pronta?>> la porta della camera si aprì e ne uscì Bethany

<<è in bagno, penso stia piangendo, non lo so.>> disse fredda e lo lasciò entrare.

Daniel la fissò un secondo e poi la sorpassò bussando alla porta del bagno.

<<ehi, tutto ok?>>

nessuna risposta, dopo all'incirca 10 secondi la porta di aprì.

Amanda stava lì.

fingendo un sorriso.

aveva un vestito nero attillato di sopra che le arrivava fino a sotto il ginocchio e dei tacchi bassi neri abbinati.

Era sbagliato che Daniel la trovasse sexy anche in abiti da lutto?

<<si, sono pronta, andiamo.>>

Daniel era colpito: come poteva una ragazza piangere a dirotto per ore e poi sorridere come se nulla fosse?

entrarono in macchina e nessuno dei due disse nulla, Daniel fiatò sulle mani per riscaldarle.

Era ormai quasi Dicembre e il natale era alle porte.

Per quasi metà viaggio nessuno parlò, Amanda si limitò a disegnare sul vetro appannato

<<Era sempre allegra>> sentenziò Amanda smettendo di disegnare con le dita sul finestrino <<non ricordo una volta in cui l'ho vista piangere o imbronciarsi...E' per questo che non celebriamo mai l'anniversario di morte. Mamma e Papà ne festeggiano il compleanno per ricordarla con felicità. Come avrai capito la mia felicità dura poco...>> concluse appoggiando la testa contro il vetro e respirando profondamente.

Daniel si sentì inondare di pietà e tristezza per quella ragazza che stava cercando in ogni modo di combattere la sua tristezza, nel perdersi nei ricordi.

Fissò il suo viso, e i suoi occhi lucidi che scintillavano e tremavano. Mise una mano sulla gamba di lei, riprendendo a guardare la strada.

la accarezzò, confortandola e Amanda sorrise pulendo con il dorso della mano le lacrime che non era riuscita a reprimere.

<<Grazie Dan...>> scostò la mano e guardò avanti riconoscendo il posto <<ci siamo! I miei ti adoreranno.>>

<<già...mi adoreranno...>>

<<Amanda!>> urlò una donna all'incirca sulla cinquantina, dai tratti occidentali. Amanda le corse incontro e la abbracciò forte. Daniel prese le valigie dal cofano, in modo da ritardare le presentazioni e anche quando il padre arrivò...con un martello in mano, si senti sotto pressione.

<<tu devi essere Daniel>> disse l'uomo dagli occhi color ghiaccio, molto più profondi e penetranti di quelli di Amanda. Porse la mano con il martello e Daniel sussurrò indietreggiando. Quando l'uomo si accorse dell'errore porse l'altra mano

Il ragazzo sorrise, titubante e gli venne stretta e agitata energicamente nascondendo una smorfia di dolore. <<E' un vero piacere conoscerti, Amanda mi ha parlato molto di te>> disse con un vago accento.

La madre a quel punto intervenne. <<Oh, avanti Andrea, gli farai male così.>>

oh, no, ormai non sento più nemmeno la mano, stia tranquilla.

in tutto questo Amanda sembrava aver recuperato la sua vitalità e cercò di non scoppiare a ridere.

Nonostante la sua mano non appartenesse più al suo corpo, Daniel non potè fare a meno di sorridere. Vedere Amanda felice era l'unica cosa che desiderava da quando era iniziata la giornata.

<<Forza entrate, la cerimonia inizierà tra poco.>> disse la donna, che da quel che ricordava si chiamava Anastasia.

Daniel entrò, buttando il collo all'indietro per lo sconforto.

La cerimonia fu lunga e per ognuno dei presenti la parola "morte" sembrava essere una parolaccia. Nessuno, in nessun discorso aveva mai fatto presente, in alcun modo il fatto che la piccola Cassandra non fosse più fra i vivi.

Lo sguardo di molti era puntato su Amanda, seduta al fianco di Daniel mentre tentava di non piangere e sorridere.

Daniel le prese la mano e ne accarezzò il dorso dolcemente. Amanda alzò lo sguardo e sorrise, sinceramente, a Daniel. Sembrava essere davvero grata a Daniel per quello che stava facendo. Alla fine, Amanda non versò nemmeno una lacrima.

HO
COME
L
IMPRESSIONE
CHE
IL
PROSSIMO
CAPITOLO
VI
PIACERA'





;)

My only weakness ||Daniel Sharman [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now