Capitolo 5

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Non c'è nessuno: mamma sta sicuramente ancora all'ospedale e papà molto probabilmente sta dal settimo. Io guardo cosa c'è in frigo per inventarmi qualcosa da cucinare, ma per fortuna su di esso è attaccato un post-it con quello che devo fare: spezzatino di manzo, riso al vapore e poi devo passare in padella qualche patata dolce. Prima mi levo la giacca e la porto insieme alle chiavi in camera mia, poi mi lavo le mani, mi metto il grembiule e, presi gli ingredienti, mi metto a cucinare. Inizio verso mezzogiorno meno venti e tra bollire una cosa, passare in padella l'altra e metterci si e no un litro di olio su ogni piatto passa un'ora. Quando inizio ad apparecchiare suona il campanello. Sarà per forza mio padre che si ostina a non voler portarsi le chiavi. Ma io dico no, tu vai sempre in giro con una spada che non si sa neanche quanti chili pesa e non ti vuoi portare un paio di chiavi? Un paio di chiavi! Gli uomini...

Apro la porta e, come avevo immaginato, è mio padre. Mi ringrazia e io sbiascico un "niente", mentre lui poggia il cappotto io gli prendo la spada e la porto in camera sua. Ritorno in cucina per finire di apparecchiare.
-Che buon profumino. Hai cucinato tu?- finisce di mettere i piatti in tavola.
-Si, la mamma doveva lavorare...- prendo le bacchette.
-Potresti cucinare anche quando lei sta a casa.- non so se prenderla come "non fai niente dalla mattina alla sera, Sarada"

-Perché a me piace molto la tua cucina.- Mi ricredo e mi appare un sorriso sulla faccia- Ma non dirlo alla mamma, ok? - Mi fa l'occhiolino e mi da un bacio sulla testa.

Suona il telefono. -Vado io, tu finisci d'apparecchiare.-

Io prendo i bicchieri e verso il pranzo nei piatti, mentre sento la cornetta che viene alzata da mio padre.
-Pronto?...mhm...Tranquilla, buon lavoro. -Mio padre ritorna in cucina. Io lo precedo.
-Mamma deve rimanere in ospedale, vero?- lo guardo mentre metto l'acqua sul tavolo, sembra dispiaciuto.
-Si, deve fare un'operazione importante. Un ninja è appena ritornato da una missione ed è in condizioni gravi- ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare.
-Parlando di missioni... - ingoio un boccone di spezzatino -domani partirò per compierne una. Non so se te l'ha detto il settimo.- Mangio del riso e lo guardo cercando di scrutare la sua espressione, è sempre così composto, come se nessuna persona potesse intaccare il suo autocontrollo, tranne forse la mamma, sì, con lei si scioglie totalmente, ma solo quando sono soli, o più che altro credono di stare soli...
-Dovrete scortare il figlio del Daimyo fino alla capitale, no? - Continuiamo a mangiare.
-Si, infatti. Anche tu se no sbaglio tra poco dovrai partire per una missione.- Ha stranamente i capelli arruffati.
-A quanto pare questa missione non era così complicata e hanno mandato un altro ninja. Mi chiedo se stia passando qualcosa per la mente a quella testa quadra di Naruto- bevo un bicchiere d'acqua per nascondere il sorrisino che mi compare sulla faccia.
-Beh, alla fine non sarebbe un così grosso problema se tu restassi un po' di più a casa con la mamma, no?- Poggio il bicchiere e continuo a mangiare guardandolo di sbieco.
-E con te. - Vedo che, anche lui, mentre mangia, cerca di estorcermi qualche reazione guardandomi. Qualche secondo e abbiamo finito entrambi di mangiare. Sparecchiamo e ci mettiamo a lavare i piatti.
-Senti papà...-
-Si?-
- C'è qualche motivo perché di questi tempi l'Hokage ha più lavoro da fare?-
-Te ne sei accorta anche tu quindi...- Lui si mette ad asciugare i piatti, io rivesto con la carta d'alluminio il pranzo di mamma e lo metto in frigo.

-In pratica ci arrivano molte richieste per scortare persone importanti, ma questo tu già lo sapevi.- Penso che non si sia reso conto che il motivo per cui ho nominato l'Hokage è tutta un'altra cosa, ma forse è meglio. -Questo perché ci sono state molte aggressioni e molte richieste di riscatto, ma non sappiamo da parte di chi. Infatti appena abbiamo finito qui andrò da Naruto e cercherò con lo Sharingan qualcosa di questi criminali nei ricordi del subconscio di alcune delle persone che sono state attaccate.-

Guarda l'orologio, finisce di asciugare l'ultimo piatto, prende le sua spada e il suo cappotto ed esce di casa. Io metto a posto i piatti, poi mi preparo l'attrezzatura per la missione e mi addormento sul letto per la stanchezza.
Mi risveglio che è già mattina, mi preparo e scendo a fare colazione. Trovo i miei seduti a tavola.
-Buongiorno Sarada.- Mi saluta mia madre con un sorriso sgargiante. Penso sia di buon umore perché papà non partirà a breve per una nuova missione.
-Buongiorno mamma, papà- prendo un toast e gli do un morso. -Potevate svegliarmi ieri sera
-Beh, dato che oggi dovevi partire per una missione e papà ha detto che eri stanca ti abbiamo lasciato riposare.- così detto, mette delle uova strapazzate nel piatto di papà. Io intanto prendo un altro toast e un bicchiere di succo di arancia rossa, però non mi siedo.
-Sarada, mi ha detto Konohamaru di dirti che oggi vi dovrete incontrare all'entrata del villaggio.-
-Ok, grazie papà- finisco l'ultimo pezzo di toast e l'ultimo sorso di succo e salgo le scale. Mi lavo i denti e dopo aver salutato i miei, che mi augurano buona fortuna, esco di casa, dirigendomi verso l'entrata di Konoha.

Fatti all'incirca 100 metri sento qualcuno che con il fiatone mi sta chiamando, mi giro e vedo quello smidollato di Boruto. Qualche secondo e mi raggiunge, poi si ferma, si piega con la schiena e si mette le mani sulle gambe per riprendere fiato. Quando il suo respiro riprende il ritmo regolare, gli do il buongiorno.
-Buongiorno Sarada. Com'è che oggi sei così energica?- Il rossore sulle sue guance dovuto alla fatica si sta attenuando.
-A parte il fatto che io sono sempre molto energica, è che ho dormito molto. Tu, invece, sembri già molto stanco.-
-Perché stamattina la sveglia non è suonata e sono ancora un po' assonnato, tutto qua.- Non gli credo, ma non faccio molte storie. Riprendiamo a camminare, poco più lentamente rispetto al mio passo precedente e nel frattempo parliamo della sorella.
-Allora che ha detto riguardo all'esame chunin?- Giriamo a destra, poi continuiamo dritti.
-Beh, all'inizio era molto arrabbiata per aver scoperto che vado a dire "le sue cose" in giro, come se lei non andasse a dire le mie. Poi ha detto che se lo dicevi tu, che sei un ninja "così bravo", allora si poteva fidare, come se non si potesse fidare di me- giriamo a sinistra.
-Beh, a parte che tu non sei un ninja alla mia altezza,- fa una faccia offesa -sei comunque suo fratello: non le diresti mai qualcosa che la possa ferire.- Siamo arrivati e vedo in lontananza Konohamaru e Mitsuki.
-Ma non è ve- prima che finisca la parola inizio a correre verso gli altri, lasciando che il vento mi passi tra i capelli lunghi ormai fino sotto le scapole. Lui mi segue.


Mi scuso per il ritardo ma ho dovuto studiare😅😅 cercheró di essere piú puntuale.😌😌

Qualsiasi distanza era troppa vicino a luiWhere stories live. Discover now