Capitolo 4

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-Alla fine non hai detto niente riguardo la missione...- camminiamo né troppo veloce né troppo lentamente.
-Beh, è da tanto tempo che non vedo Tento e sono contento che abbia chiesto la mia squadra per scortarlo.- Guarda per terra e continua a sorridere.

-Vuoi dire la NOSTRA squadra- gli do una gomitata. -Sicuramente si ricorda sia di me che di Mitsuki.- lo snobbo con lo sguardo per qualche secondo.

-Beh, tu sei proprio indimenticabile, guarda...- mi guarda e si mette a ridere.
-Cosa vorresti insinuare con indimenticabile, scusa?!- anche se dovrebbe essere un'offesa, mi fa piacere sentirlo dire da lui.
-Ah, no no, niente. Mi stravo scordando quanto voi femmine siate suscettibili... - giriamo a sinistra -ad esempio oggi... non pensavo che te la prendessi.-
-Ma io non me la sono presa...- esce quasi come un sussurro.
-Lo sappiamo tutti che sei una perfettina- mi sale il rossore alle guance.-e che non vai in giro ad ubriacarti, non dovevi prendertela tanto...
-Ma io non sono una perfettina! È solo che... non vado in giro ad infrangere le regole come fai tu.-
-Beh, infrangere le regole mi sembra un po' esagerato... più che altro... qualcosa tipo come sbattere in faccia alla gente che io non sono solo il figlio dell'Hokage.- Continuiamo dritti. Lui riabbassa lo sguardo.
- 1 Mi pare che tu l'abbia messo in chiaro molte volte, 2 come non riesci a capire che fantastica persona e ninja è tuo padre?-  Gliel'avrò ripetuto un centinaio di volte.
-Vogliamo parlare del fatto che ti succede lo stesso con il tuo?-  E lui un centinaio di volte a me.
-Almeno io non combatto disperatamente con lui, nel suo ufficio, cercando di assestare un colpo che so che non andrà mai a segno.-  Si rimpadronisce del corpo il dolore che avevo visto prima nei suoi occhi. Lo sento pesante, come se ci avessero attaccato un'ancora che devo trascinare per terra.

-Cosa dovrei fare? Stare fermo ad aspettare che cambi qualcosa, così, dal nulla, come fai te?- Il suo tono di voce è calmo ma, anche se le sue parole mi feriscono, è il suo dolore che non abbandona il mio corpo.

-Io ho chiesto già aiuto a tuo padre, mi ha detto che c'avrebbe pensato lui, che gli avrebbe affidato meno missioni, ma avrebbe fatto le cose con calma.- Giriamo a destra e lui, alzando la schiena, così alza lo sguardo. –È questa la differenza tra me e te, io ho pazienza e tu no. Con la fretta non si risolve mai niente.-

-Beh, mi sembra che siano passati due anni e le sue promesse si fanno sempre più vane. Io non ho più bisogno delle sue attenzioni o della sua presenza, ma più che altro mi preoccupo per Himawari e la mamma.-

-Sei sicuro che non combatti anche per te stesso?- Mi fissa negli occhi anche se continua a camminare. -Alla fine un padre è sempre un padre, no? Che ci sia o meno.- Siamo arrivati a casa sua.

-Se lo dice la perfettina...- mi da una gomitata -allora mi devo fidare.- Mi fa l'occhiolino e sorride mentre suona il campanello del portone di casa. Sento il corpo più leggero; il dolore è svanito.

- Com'è, non ti offri neanche di accompagnarmi a casa?-

-È solo che credo che pochissime persone oserebbero affrontarti -faccio una faccia tra la sorpresa e l'orgoglio -tra cui io, ovviamente. -Sento dei passi dirigersi verso il portone.

-Questa è una gran offesa per la mia autostima.-Himawari apre la porta.

-Ehi, Sarada, come va?- Himawari mi rivolge un sorriso cordiale.

-Tutto bene. Te?- . È cresciuta molto in due anni, è diventata più alta, i capelli le arrivano fino a metà schiena ed è maturata molto.

-Si, dai... resti a pranzo da noi?-

-No no, grazie, Devo tornare a casa.- Anche se, per fortuna, è rimasta la stessa ragazza dolce di sempre...

-Boruto neanche l'hai accompagnata?! Ma che maleducato che mi ritrovo come fratello.- tranne che forse con il fratello.

-Ma Sarada sa benissimo cavarsela da sola...- cerca di giustificarsi con la sorellina; si vede che ci tiene molto a lei.

-Si, però devi lasciare che te lo dica lei. Non capirai proprio mai, eh?- Gli da una gomitata affettuosa nello stomaco.

-Beh, grazie Hima- le sorrido, poi mi rivolgo a Boruto –rifiuto la tua offerta TOTALMENTE volontaria perché sono abbastanza forte da cavarmela anche da sola-gli sorrido, lui ricambia. Poi mi rivolgo di nuovo ad Himawari –e tu sei abbastanza forte da stracciare quelli del tuo stesso anno alla selezione dei chunin.- le faccio l'occhiolino e scappo via. La vedo bisticciare con Boruto, sicuramente gli sta chiedendo come facevo a sapere del suo grande entusiasmo per la selezione e quello smidollato le starà rifilando qualche strana scusa mischiata a un mucchio di bugie. Continuo a correre verso casa, giro a sinistra, poi a destra, poi dritto e nel frattempo ripenso alla conversazione che abbiamo avuto io e Boruto. Alla fine non ho scoperto qual'era l'esatto motivo per cui ha pianto e ha litigato con il padre, ma era per forza riconducibile a quello, al fatto che il settimo non c'è mai. Mi chiedo se con il fatto che diminuisce le missioni a mio padre, aumenti il suo lavoro, so che sono grandi amici e che farebbero questo e molto altro a vicenda, però non voglio che per la mia felicità ci rimetta Boruto. E Himawari... e lo zio... e la zia Hinata.... Mh, sono arrivata a casa e non me ne sono neanche accorta. Prendo le chiavi dalla tasca sinistra del mio solito giacchetto rosso e apro la porta.



P.S. Himawari in teoria in questa storia dovrebbe avere tra i 5 e i 6 anni. Ho deciso di farla più grande all'incirca di 5 anni per inserirla meglio nella storia, e per aggiungere una fangirl della ship borusara (😆😆). Si lo so, faccio shippare tutti con tutti da tutti, ma non sembra un difetto che potrebbe distruggere questo mondo... oppure si?😂😂

Qualsiasi distanza era troppa vicino a luiNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ