Capitolo 10

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Ci siamo divisi l'intero perimetro del terreno in quattro parti: io prenderò la parte ovest, Boruto il lato sud, Mistuki quello nord e il sensei quello est. Inizio subito per fare velocemente, tanto non troveremo niente, come sempre d'altronde: se ci avessero voluto attaccare l'avrebbero già fato stanotte. Il tempo stabilito è di circa mezz'ora, giusto in tempo per il pranzo...che poi non ho visto ancora il cuoco, secondo me cucina Akira, i ricchi odiano far sapere i propri fatti a troppe persone che lavorano giorno e notte in casa propria, quindi è ancora più probabile...-continuo a gironzolare-come se già non gli assegnassero chi sa quante cose da fare, però qui almeno si dovrebbe avere meno da fare, col dolce far niente con cui occupa il tempo il suo padrone, per esempio ora...guardalo, tutto soletto con un libro sotto un altro albero altissimo e millenario, in un angolo seminascosto del giardino, magari potessi passare io le mie giornate così... ma in fondo lui non può vivere come me, non può sentire tanta adrenalina nel corpo quando si trova di fronte a un nemico, quando rischia la vita, non può sentire la vera forza che scorre nelle vene che ti fa superare i limiti della mente e del corpo, non può sentire l'estasi che si prova quanto si batte un nemico formidabile, lui non può vivere intensamente come noi ninja e un po' mi dispiace, perché, almeno così sembra, è ciò che desidera fare, ma gli è negato il permesso.

Continuo la mia perlustrazione, evitando il più possibile di avvicinarmi al suo albero, in qualche modo non lo voglio disturbare nella lettura perché so quanto è fastidioso, e per qualche altra ragione mi sento un po' più tesa del normale all'idea di farlo, come se ne avessi un motivo diverso.

Rimango un po' assorta e sento improvvisamente un mano che si sta per poggiare sulla mia spalla, mi giro di scatto, blocco il polso e mi ritrovo Tento davanti, mollo la presa lentamente, evidentemente ero troppo distratta per accorgermi che stesse arrivando.

-Scusa, spero di non averti fatto male- mi metto la stessa mano con cui l'ho bloccato dietro la testa per grattarmi la nuca.

-Capisco che ti possa vantare dei tuoi ottimi riflessi, ma io non sono poi tanto debole- porta il libro con un mano e con l'indice tiene il segno, poggiandolo sulla gamba destra, mi guarda intensamente, come se anche lui, come Akira, mi volesse scrutare, ma non sembra lo faccia consapevolmente.

-Non volevo bloccarti il polso... è che se non riconosco il chakra di un amico, vado subito in allarme- lo dico abbozzando un sorriso timido di scuse.

-Non ti preoccupare, sono io che non dovrei mai affrontare un ninja tanto capace- ride e io abbasso lo sguardo imbarazzata del complimento, lo segue la mano che avvicino al suo libro -Allora... cosa stai leggendo? -lo alza per mostrarmelo.

-Kafka sulla spiaggia, di- lo seguo e diciamo allo stesso tempo-Murakami-appare leggermente sorpreso ma poi riprende un aspetto più composto -L'hai letto?

-Si e ormai sono convinta che il suo scopo precipuo sia perturbare il lettore- sorrido e lui ride di nuovo, il mio battito accelera leggermente.

-Beh, questo lo posso ammettere indubbiamente anch'io.- riprendo a camminare, in fondo devo comunque fare una perlustrazione

-Dillo che ti sei rifugiato sotto quell'albero perché volevi sentire maggiormente lo stacco tra lo stato di calma e quello di irrequietezza offertoti da quel pazzo. –mi segue e sorride, e il mio battito aumenta ancora leggermente e la tensione di prima si fa sentire maggiormente.

-Beh, non posso ammettere di averlo scelto consapevolmente per un tale motivo, ma neanche posso negare di averlo comunque scelto.

-Perché l'hai fatto- fa cenno di sì con la testa, restiamo un po' in silenzio, continuiamo a camminare e mentre io mi concentro su ogni particolare sento i suoi occhi su di me...non poteva rimanersene a leggere? Un altro minuto e ho finito di setacciare tutto il territorio a parte il suo albero.

-Ti manca solo l'albero della quiete, no?

-Beh sì, che peccato dovrò turbarlo...

-Non se la prenderà poi così tanto, in fondo noi siamo vecchi amici.

-Esattamente da quanto? Sai devo sapere che livello di rischio corro...

-Capisco la tua preoccupazione, anche perché è un po' suscettibile. Comunque sicuro una dozzina di anni- siamo arrivati all'albero, lui ci poggia la mano sopra come a volerne sentire il respiro, io faccio un giro intorno ad esso: non c'è niente.

-Mah allora potrei anche fidarmi- ritorno dov'è lui, che si poggia in bilico rivolto verso di me con la spalla destra sul tronco -e dimmi: questo albero ha anche un nome?

-Beh-ora è lui a grattarsi la nuca- in effetti ce l'ha- alzo le sopracciglia per indurlo a continuare. Si chiama Hikaru.

-"Luce", eh?

-Già- china la testa.

-Scelto appositamente per qualche motivo, se posso chiedere?- il braccio che aveva dietro la testa scivola sul lato del corpo e alza lentamente la testa puntando i miei occhi.

-Era il preferito di mia madre, lei si chiamava Hikari, è in suo ricordo- sorride, evidentemente avevano un forte legame. Sarei curiosa di saperne qualcosa in più ma resto sul vago per non essere troppo indiscreta: un genitore assente è sempre un argomento complicato.

-Beh sicuramente una bella scelta, sembra l'albero più tranquillo tra tutti quelli che ho visto.

-Aveva degli ottimi gusti per fortuna, pensa se avesse scelto un pino: quegli aghetti sarebbero stati insopportabili per un tale tipo di lettura- rido

-Giusto-lo guardo negli occhi ma non riesco a capire se gli ha fatto piacere che abbia evitato l'argomento.

-Ragazzi!- è la voce di Mistuki, mi giro-è mezzogiorno e mezza, dovremo rientrare per il pranzo.- non sembra essersi accorto di averci interrotti, lo seguiamo-Finita la perlustrazione, Sarada?

-Che domande sono? Ovvio- alzando lo sguardo noto Boruto in piedi, rigido, che ci fissa, senza la sua solita aria zelante. È probabile che non gli sia capitato niente di interessante nella perlustrazione e gli sia calata (come se si dovesse desiderare qualcosa di insolito).

Lo raggiungiamo e lui si abitua al nostro passo, ma è ancora rigido.

-Com'è così di cattivo umore, Boruto?- è Mistuki a fare la domanda, ma Boruto guarda me.

-Bah, niente di che- distoglie lo sguardo da me e lo dirige verso Mistuki-per non calpestare uno scoiattolo apparso dal nulla sono andato contro un ramo che mi si è appigliato alla giacca e si è bucata, di nuovo- ruota gli occhi mentre gli mostra la sua giacca con un buco.

-Se ne sei così scocciato-dico-potreiricucirtela io- non mi guarda e con tono scocciato risponde-tranquilla, almenoa fare questo sono capace. –non so dove vuole arrivare, Mistuki cambiadiscorso, continuiamo a camminare fino ad entrare in casa di Tento parlando dichi sa cosa, mentre io riesco a notare solo il quasi totale silenzio di Boruto

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⏰ Last updated: Jun 15, 2019 ⏰

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Qualsiasi distanza era troppa vicino a luiWhere stories live. Discover now