Capitolo 13.

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<<Sono le persone che ti conoscono
meglio quelle che possono ferirti
di più>>.
Justin Bieber

Giorno 6 (Venerdì nero), ore 23:00

Justin

Voglio perdermi in lei per dimenticare.
Dopo il cimitero, siamo passati da un fast food per pranzo e poi siamo tornati a casa. Non abbiamo parlato molto, e non avrei potuto sopportare una conversazione neanche se avessi voluto. Sono esausto, emotivamente e fisicamente, e Scarlett lo sa. Non insiste, non mi chiede spiegazioni a meno che non le ritenga necessarie. Come quando mi ha domandato cos'è successo il giorno in cui Jazmyn è annegata. Difficile da credere, ma sollevarmi quel peso dal petto è servito. Non ho mai parlato con nessuno della morte di mia sorella. Né con i miei né con altri. Mi sono tenuto dentro tutto per due anni e appena ho iniziato a parlarne è stato come se si fosse rotto un argine.
Ho pianto. Ho raccontato la mia storia e le sono grato per non aver battuto ciglio, per non avermi condannato o giudicato. Mi ha solo stretto fra le braccia, come un bambino.
Dannazione. Mi rifiuto di giudicare me stesso, di biasimarmi perché provo emozioni. Mia sorella è morta quando io dovevo occuparmi di lei. Ho tutto il diritto di piangere e arrabbiarmi.
Abbiamo passato il resto del pomeriggio a dormire. Insieme. Accoccolati in mezzo al mio letto, le braccia appoggiate l'uno sull'altra, con addosso solo una coperta. Siamo rimasti così fino a sera, e so che entrambi ne avevamo bisogno. Nessuno dei due ha dormito molto questa settimana a Carmel.
Ripartiamo domani, il giorno in cui la mia famiglia celebra il secondo anniversario della morte di mia sorella. Sono felice di andarmene, anche se non sono sicuro di cosa la vita riserverà a me e a Scarlett quando torneremo indietro.
Temo che uno dei due possa rovinare tutto.
Mi squilla il cellulare e capisco senza guardare che si tratta di Adele o di mio padre, le ultime due persone a cui vorrei parlare. Mi metto a sedere e prendo il telefono. La lampada sul comò dall'altra parte della stanza è ancora accesa e illumina di una luce fioca la stanza. Il messaggio è di mio padre, e appena sto per leggerlo il cellulare inizia a squillare. È di nuovo lui.
<<Scusa se non ho mai richiamato>>, esordisco, sentendomi in colpa. È un momento orribile anche per lui, non dovrei tagliarlo fuori, non importa quanto lui me lo renda facile.
<<Non permetterti di riattaccare>>. Cazzo, è Adele.
<<Cosa vuoi?>>. Tengo la voce bassa, facendo del mio meglio per non disturbare Scarlett, ma lei si muove sotto le lenzuola voltandosi dall'altra parte.
Non so se Scarlett sia sveglia o meno, ma non ho intenzione di dire nulla ad Adele che le faccia venire voglia di pormi domande. È già abbastanza aver confessato cos'è successo a Jazmyn, per oggi. Non le scaricherò addosso altri pesi.
<<Vieni con noi domani, giusto? Alla tomba di Jazmyn?>>
<<Ci sono già andato oggi>>.
Un silenzio lugubre mi risponde, e io cerco di non essere il primo a romperlo. Sono stufo di essere alla mercé di questa donna. Va avanti da troppo tempo ormai.
<<Ci sei andato con lei?>>
<<Sì>>.
Le sfugge una specie di grugnito. <<Come hai osato portarla sulla tomba della mia bambina?>>
<<È mia sorella, dannazione. Posso portare la mia ragazza sulla sua tomba>>.
<<Non è tua.. Dio>>. Adele sembra soffocarsi con le sue parole. <<Domani verrai con noi. Ho bisogno di te>>.
<<Domani ripartiamo. Non posso. È per quello che sono andato oggi>>. Non è esattamente vero, ma la spiegazione funziona.
<<Tuo padre rimarrà deluso>>. Abbassa la voce fino ad assumere un tono strano. <<Non vuoi deluderlo, vero? Sei sempre un così bravo ragazzo, Drew. Fai sempre quello che ti chiedo>>.
Quel tono mi dà la pelle d'oca. Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo e prego di non perdere la pazienza.
Sono sull'orlo di una crisi di nervi da quando sono arrivato qui. Sapevo che non sarebbe andata bene, eppure non mi aspettavo tutto questo. <<Non verrò, Adele. È ora di tagliare i contatti per sempre>>. Chiudo la comunicazione prima di darle il tempo di aggiungere altro.
Guardo Scarlett e mi accorgo che mi fissa con i suoi grandi occhi blu. Sento un nodo allo stomaco e mi chiedo cosa abbia sentito.
<<Ti sta tormentando?>>, mi chiede, dolce.
Annuisco senza dire una parola.
Si libera della coperta, si mette in ginocchio e mi appoggia le mani sulle spalle. Le sue palpebre si abbassano quando mi guarda le labbra. Mi accorgo del mutare del suo respiro, il petto che si alza e si abbassa. Avverto il calore confortanre del suo tocco. Questa ragazza..
È tutto per me.
Ma non so come esprimerlo in parole.
<<Grazie per oggi>>, dice, cogliendomi di sorpresa.
Le sistemo una ciocca di capelli biondi dietro le orecchie. <<Sarei io a doverti ringraziare per tutto quello che hai fatto per me>>.
<<Sì, dovresti>>. Sulle labbra le compare un sorriso incerto. <<Ma volevo dirti grazie per la tua onestà. Per avermi raccontato di tua sorella e aver condiviso con me quella parte della tua vita. So che non è stato facile>>.
Le sfioro le guance con il pollice, avanti e indietro. <<Grazie per essere stata presente, per avermi ascoltato>>. E per avermi permesso di piangere.
Gattona sopra di me, le gambe aperte intorno alle mie, e senza pensarci due volte la afferro, aprendo le mani sul suo sedere perfetto e tirandola a me. Dio, è magnifico sentirla così, tanto vicina che fra noi non passerebbe neppure un foglio di carta. <<Justin>>, sussurra mentre mi sfiora le labbra con un bacio. <<Questa è la nostra ultima notte qui. Insieme>>.
Avverto un peso allo stomaco quando me ne rendo conto. È finita. Domani sera torneremo alle nostre vite di sempre. Non vedo l'ora che questa tortura finisca eppure sapere che Scarlett non fingerà più di essere la mia ragazza..
Fa male. Più di quanto mi vada di ammettere.
Faccio scivolare la mano sulla sua schiena, sotto alla maglietta, per accarezzare la pelle nuda e morbida. Freme al mio tocco e si china su di me, i capelli che mi solleticano il viso, le sue labbra che sorvolano le mie. So cosa vuole.
Voglio la stessa cosa anch'io.
Mi appoggio alla testiera tirandola a me, e le nostre bocche si incontrano in un bacio leggero e lungo. Le faccio scivolare la lingua sul labbro superiore, poi traccio il bordo di quello inferiore, gustando il suo sapore dolce e decadente. Le sfugge un gemito e io la bacio più a fondo, premendo forte mentre saccheggio la sua bocca con la lingua.
Il bisogno di lei mi vince. Non mi sono mai sentito così prima d'ora, e i ricordi della nostra notte insieme mi sommergono. Quando mi ha portato all'orgasmo in modo così disinteressato, senza chiedermi nulla in cambio. Voglio fare la stessa cosa per lei, darle qualunque cosa desideri e di cui abbia bisogno. Voglio stare con lei, i corpi nudi intrecciati per tutta la notte.
Devo sapere che lo vuole. Che vuole me..
<<Hai fame? Insomma, ci siamo appena svegliati>>. Glielo chiedo dopo che interrompo il bacio, con il formicolio alle labbra, impaziente di tornare da lei. Forse sto cercando di concederle una via d'uscita. È stupido, ma non voglio che ci lasciamo andare troppo e che lei si tiri indietro.
Io so che sono pronto. Ma lei? Lo è davvero?
Afferra il bordo della maglia e se la sfila gettandola a terra. Indossa solo un semplice reggiseno bianco di pizzo con un piccolo fiocco di raso al centro. Dolce e innocente, anche se i miei pensieri sono tutt'altro che innocui mentre la guardo, pensando a come toglierle il reggiseno senza sembrare troppo precipitoso.
<<Ho fame di te>>, sussurra, le labbra umide per il nostro bacio. <<Togliti la maglietta, Justin>>.
Senza esitare, me la levo di dosso gettandola in fondo al letto. Non smette mai di guardarmi mentre si avvinghia a me, le gambe ancora coperte dai leggings che mi cingono la vita, le braccia gettate attorno al collo. Affonda le mani nei miei capelli e io chiudo gli occhi, assimilando il suo profumo, la sensazione del suo corpo caldo così vicino al mio. Dalla vita in su siamo pelle contro pelle, il reggiseno è l'unica barriera che ci separa, e il raso liscio mi eccita ancora di più mentre strofina il petto contro il mio.
Quando le noatre bocche si trovano, vengo sopraffatto dalle emozioni che provo per questa ragazza. Ho desiderato questo legame con qualcuno per anni, eppure ero troppo spaventato per costruirlo davvero.
Ma ora non è più così. Grazie a quella che doveva essere la mia ragazza per una settimana.
Grazie a Scarlett.

Non dirmi un'altra bugia » jdb.Where stories live. Discover now