Capitolo 11.

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Dedicated to Melilambi, che sta sostendendo questa storia, me e il mio nuovo progetto come nessun altro.
Grazie tesoro❤

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<<Più ti respingo, più voglio che tu
insista>>.
Justin Bieber

Giorno 5 (Ringraziamento), ore 12:55.

Scarlett

<<La mamma non prepara niente per il Ringraziamento?>>, domando incredula, combattendo contro il desiderio di correre fuori ad accendere una sigarerra. Ho i nervi a fior di pelle e mi tremano le mani, ma nel pacchetto mi rimangono solo due sigarette. Il pacchetto che era pieno quando sono arrivata qui. Devo tenerle da parte.
<<No. Mi ha detto che c'era un piatto di tacchino dal Marie Callander's, nel congelatore se lo volevo. Altrimenti mi arrangio>>. Owen sembra disgustato e non lo biasimo. <<Deduco che sia andata fuori città con Larry. Lui ha una figlia, forse ceneranno con lei>>.
È incredibile che mamma non si sia preoccupata di portare Owen con sé. È suo figlio. Il senso di colpa mi divora per averlo lasciato solo, sensazione che non mi è affatto nuova.
Sto iniziando a pensare che neanche tutti i soldi del mondo valgano questo trambusto. Il mio cuore è a pezzi, il cervello apatico, e mio fratello è stato abbandonato durante una festa che di solito mia mamma adora e che celebra oltre misura.
Anche se siamo soltanto in tre da tempo, dato che i miei nonni sono morti a distanza di due mesi l'uno dall'altra quando avevo undici anni, mia mamma prepara sempre un cenone pet il Ringraziamento e invita tutte le persone che le vengono in mente. A volte c'è anche il ragazzo di turno, altre gli amici dal bar dove passa il tempo libero, tipi solitari che non hanno una famiglia con cui trascorrere le feste.
Mia mamma può avere le sue colpe -e ne ha davvero un sacco- ma in occasione delle feste si fa perdonare. Non le piace vedere qualcuno triste e solo.
Scuoto la testa. Eppure ha abbandonato il suo stesso figlio. E non ha mai cercato me. A volte mi domando se non tenga più alle persone con cui beve che a quelle che ha creato.
<<Vorrei essere lì>>. Abbasso la voce perché sono nella casa principale, e chissà se ci sono spie in giro. Non mi stupirebbe. <<Non dovresti passare le feste da solo>>.
<<Starò bene>>. Il suo falso coraggio mi uccide. Owen cerca  sempre di fare il duro. Si stancherà quanto mi stanco io? <<La mamma di Wade mi ha invitato. Penso che fra un'oretta andrò a casa loro. Wade dice che di solito iniziano a mangiare alle tre e che sua mamma fa una torta di zucca cazzutissima>>.
<<Non dire parolacce>>. Mi si alleggerisce il cuore. Credo che le manderò un biglietto per ringraziarla, o qualunque cosa riuscirò a mettere insieme al mio ritorno. <<Sono felice che tu abbia un posto dove andare>>.
<<Stessa cosa vale per me>>. Rimane in silenzio per un attimo prima di sussurrare: <<Mi manchi>>.
Ho un groppo in gola. <<Anche tu mi manchi, ma torno a casa sabato sera, te lo prometto. Facciamo qualcosa insieme domenica, okay? Forse potremmo andare al cinema>>. Non ci andiamo mai, anche lo spettacolo mattutino è costosissimo, ma chi se ne importa. Dobbiamo anche divertirci un po' nella vita. Casa Leithold è così malinconica. Entrambi avremo bisogno di una piccola fuga quando torno.
<<Mi piacerebbe Scarlett. Ti voglio bene. Buon Ringraziamento>>.
<<Anch'io ti voglio bene. Buon Ringraziamento, tesoro>>. Chiudo la comunicazione e quando mi volto trovo Adele a pochi passi da me, le sopracciglia perfette inarcate così in alto che potrebbero schizzarle fuori da quella faccia compiaciuta.
<<Oh, che tenera che sei a cinguettare al telefono!>>. Fa un passo verso di me e io indietreggio, un brivido di paura mi corre lungo la spina dorsale, anche se non so perché. Non dovrei temerla, nonostante la sua espressione minacciosa e quei freddi occhi calcolatori. Per me non significa nulla.
Ma non voglio discutere. È il Ringraziamento, per l'amore del cielo! Litigare con la sua matrigna umilierebbe Justin e lo ferirebbe, e non voglio essere questo tipo di ragazza, anche se sono solo una copertura.
<<Non è maleducazione origliare le telefinate altrui?>>, chiedo perché non riesco a trattenermi. Mi scoccia che mi abbia sentita, e ancora di più che abbia pensato che fosse un altro ragazzo, o amante. Non dovrei giustificarmi. Non sono affari suoi.
<<Non quando le conversazioni avvengono fra le mura di casa mia, nel mio studio. Specie quando tu sei la piccola sgualdrina che si scopa il mio Jay>>.
Il veleno delle sue parole mi fa sussultare. La facilità con cui sgancia la bomba del sesso e possessivamente lo chiama "il mio Jay". <<Non è suo>>, sussurro. È mio.
Ma non ho il coraggio di dirlo ad alta voce.
Fa un sorriso maligno. <<Ecco dove ti sbagli. Tu sei passeggera. Una novità. Ti ha portata qui per scioccarci, per orripilarci e farci credere che potrebbe stare con una come te, ma io conosco la verità>>.
Lanciando un'occhiata nella stanza cavernosa, cerco una via d'uscita, ma l'unico modo per andarmene è passarle oltre, e non voglio. Lo sa. La stronza mi ha intrappolata. <<Non dovrebbe inumidire il tacchino, adesso?>>.
Adele ride, ma il suono è amaro. Non c'è traccia di umorismo. <<Stai cercando di distrarmi? Non funzionerà>>. Incrocia le braccia al petto. <<Questo periodo di vacanza è molto difficile per la mia famiglia, sai? È il secondo anniversario della morte di mia figlia, sabato>>.
Le sue parole mi lasciando di sasso. Sono allibita. Non posso credere che Justin non mi abbia detto che aveva una sorella e che è morta. Forse è quella la radice dei suoi problemi? Ma non ha senso, non da quello che ho dedotto dal suo comportamento.
<<Mi dispiace>>, dico in modo meccanico, però lo penso davvero. La morte di un membro della famiglia è una cosa orribile che non auguro a nessuno, nemmeno a questa strega di donna. Quando ho perso i miei nonni sono rimasta traumatizzata. Erano l'unica costante nel mio mondo, dato che nemmeno quand'ero più piccola potevo contare su mia madre.
<<Jazmyn avrebbe cinque anni adesso. Andrebbe all'asilo, disegnerebbe tacchini su fogli di carta>>. La voce di Adele si fa distante, e così i suoi occhi. La tristezza che emana è palpabile, e mi dispiace per lei, nonostante il suo comportamento terribile di qualche attimo fa. <<Era bellissima, era tutta suo padre>>.
La sorella di Justin è morta all'età di tre anni. Come? Cos'è successo? E appena dopo il Ringraziamento? Non c'e da stupirsi se non gli andava di tornare qui per le vacanze.
Probabilmente è un ricordo doloroso. E fra loro c'è così tanta differenza d'età. Aveva sedici, diciassette anni alla sua nascita? Mi chiedo come mai Adele e suo padre abbiano aspettato tanto per avere un figlio insieme. <<Sono sicura che era bellissima. Suo marito è un uomo molto affascinante>>. Non so che altro aggiungere, le mie sembrano parole preconfezionate e mi pento subito di averle dette. Specialmente perché ora mi guarda con un'aria strana.
<<Mio marito..>>. La sua voce si affievolisce e scuote piano la testa. <<Hai ragione. Jeremy è affascinante, come Jay>>.
Lo chiama sempre Jay. E la notte scorsa, quando io l'ho chiamato così non gli è piaciuto per niente. È andato fuori di testa, a essere precisi.
Cos'è che ha scatenato tutto? Adele?
<<Il pasto del Ringraziamento sarà servito fra trenta minutu>>, dice severa, tutti i segni del dolore scomparsi. <<Poi ti suggerisco di tornare alla casa degli ospiti e fare le valigie. Chiamerò un taxi che ti porterà alla stazione dei pullman stasera>>.
Rimango a bocca aperta per lo shock. Non può dire sul serio.
<<Oh sì, ho dei piani, piccola Scarlett. Piani che non includono te, dato che riguardando un affare privato di famiglia e tu non sei altro che un'intrusa. È meglio se te ne vai. Ho già parlato con Jay e lui è d'accordo>>. Senza aggiungere altro, gira sui tacchi molto alti e molto sottili ed esce dalla stanza, e io mi lascio cadere su una poltrona troppo piena di cuscini come se le gambe non mi reggessero più.
Ha parlato con Justin e lui è d'accordo che me ne vada stasera? Non ha senso. Non capisco cosa sta succedendo e nella mia mente vorticano le informazioni che Adele mi ha appena dato.
Aveva una sorella che è morta a soli tre anni. Che è successo? Com'è morta? È stata una malattia che l'ha colpita, oppure un incidente? Non posso essere così insensibile da chiederlo di punto in bianco, quindi deduco che non lo saprò mai, a meno che lui non abbia voglia di confidarsi. E poiché finora non ha accennato a niente, non mi illudo. È stupido ammetterlo, ma mi ferisce il fatto che Justin non mi abbia parlato di sua sorella. È un'esperienza traumatica fortissima, e lui me l'ha nascosta. Certo, mi nasconde molte cose. È così pieno di segreti che ancora non credo di conoscerlo davvero.
Se n'è andato di casa stamattina presto e quando sono uscita dalla mia stanza non c'era già più, ma io avevo pianificato tutto. Mi sono chiusa in camera, ho provato a rintracciare mia mamma anche se lei non mi ha mai richiamato. Poi ho provato a scrivere a Owen e a chiamarlo, ma ho pensato che stesse ancora dormendo e avevo ragione. In effetti, non ho ancora visto Justin. È arrabbiato con me perché non sono tornata nel suo letto? Forse. Ma è stata la decisione migliore. Qualunque cosa ci sia fra noi, non sta funzionando.
Non importa quanto io lo voglia.

Non dirmi un'altra bugia » jdb.Where stories live. Discover now