«Deve avere un grande significato quest'artista, per te.» Bucky gli si avvicinò, mentre Steve salutò il ragazzo eccitatissimo per il nuovo tatuaggio.
«L'ho conosciuta durante un viaggio in aereo, un suo autoritratto era sulla copertina di una rivista. L'ho notata immediatamente, come ho fatto con te. Tutti e due avete quella tendenza di colore unica che mi dà alla testa.» gli rispose con mezzo sorriso.
«Posso prendere un pezzo di lei anche io?» gli domandò il moro, timido e angoscioso.
«Naturalmente, Arte è ciò che tutti possono sentire.» Steve corrugò la fronte.
«È normale che in questo momento, però, riesco a sentire più te che lei?»
Rogers sorrise, allungando una mano appena su di una guancia ruvida di James. Rimasti nella solitudine di quella piccola stanza per tatuare, Steve si permise di accarezzargli il viso dolcemente.
«Direi proprio di sì. Io poi sono in carne ed ossa davanti a te.» gli rispose con tono di voce basso e sereno.
«È un invito a far qualcosa?» il moro si indispettì, da un lato tentato con sfrontatezza dal suo istinto, ma dall'altro imbarazzato e rallentato dal braccio sinistro teso e distante dal resto del corpo di Steve.
«Può darsi.» l'unica cosa che si limitò a risponde fu quella. Bucky si aspettò da un momento all'altro il viso di lui spinto contro il proprio, ma con sua indiscussa delusione, Steve si tenne sulle sue, e fece durare quella bellissima carezza giusto il tempo di un battito di ciglia.
Dirigendosi verso lo stretto corridoio che portava all'ingresso dello studio, Bucky si tenne due passi indietro alla corporatura massiccia di Steve.
Gamora, magrissima, ostentava verso la porta aspettando che Sam la seguisse. Si era tutta attorcigliata in uno sciarpone di lana prestatogli dal ragazzo di colore, che con il suo giubbotto di pelle indosso sistemava le ultime riviste in disordine sul bancone.
«Andate già via?» domandò Steve scherzosamente.
«Esatto capitano; sono le 18 passate, ricordi l'orario di chiusura di questa catapecchia, no? Riaccompagno la signorina a casa e faccio un salto da Peter per accordarci su alcune bozze per il tatuaggio di T'Challa.» Sam abbottonò la cerniera del giubbotto scuro, facendo rendere conto a Bucky della fioca luce per le strade della città. La sera era quasi del tutto giunta, il rosso del tramonto che si internava nei palazzi si stava via via dissolvendo.
«Allora andate, ci vediamo domani. Io e Bucky resteremo a disinfettare gli attrezzi. Salutatemi Quill!» Steve diede una pacca amichevole sulla spalla di Sam, che sorrise con in volto un cenno di provocazione.
«Mi raccomando voi due, non fatevi scappare qualche piercing ai capezzoli...» a quella frase Gamora gracchiò una risata difficilissima da trattenere, portandosi una mano sulle labbra. Il tempo che Steve potesse controbattere quella provocazione buffa, che i due amici sgattaiolarono via dal negozio salutandoli con un gesto della mano.
La campanella sopra la porta suonò, mentre il cartello contro il vetro venne voltato verso closed.
Bucky aprì e chiuse il pugno della mano sinistra, sentendola formicolare, sudando. Si sentiva tremendamente nervoso, anche se non era di certo la prima volta in cui lui e Steve si trovavano insieme da soli.
Si aspettò un secondo tentativo di avvicinamento pericolante alle sue labbra, vedendo Steve andargli incontro, ma con fortissimo batticuore, quello gli passò accanto, iniziando a contare il gruzzoletto di soldi incassato quella giornata.
Bucky sospirò, ritenendo che fosse l'ora di riprendere il suo vero lavoro che effettivamente lo teneva ancora lì. Si armò di guanti di plastica, pezze pulite e prodotti dall'odore pungente. Fu felice di aver trovato quel paio di guanti in lattice usa e getta, si sentì al sicuro nel poter nascondere con quel guscio sottile tutte le ferite sulla mano.

Con olio di gomito e attenzione minuziosa, passò la pezza inumidita di disinfettante tutta tra i tubetti di inchiostro colorato. Steve gli fece compagnia, con la scusa di catalogare i diversi piercing esposti in una teca, per ordine di grandezza, e non più di modalità.
Sentirlo alle proprie spalle, mentre i capelli lunghi gli andavano davanti agli occhi, fece sorridere Bucky. Gli piaceva la presenza di Steve, a dire il vero, tutto di lui gli piaceva, e aveva avuto abbastanza tempo per capirlo e ammetterlo a se stesso.
Rogers, dritto e falsamente immutato, stette di profilo con il capo basso a guardare i brillanti argentei tra le dita, ma non riuscendo a cedere alla tentazione di voltare lo sguardo verso James, di spalle.
Tutti e due sorrisero senza guardarsi, però capirono comunque di avere la stessa espressione.

Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔Onde histórias criam vida. Descubra agora