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La città puzzava. Sapeva di pioggia.

Curioso, pensò Maxwell, considerando che non pioveva da ottant'anni.

Almeno così si diceva in giro.

Non poteva saperlo con certezza, ma non vedeva per quale motivo non dovesse essere vero; la storia si era in parte persa in seguito alla guerra, e di persone tanto anziane da ricordarne l'inizio non ve ne erano più da quarant'anni. Era probabile che si trattasse di una data scelta liberamente da qualche vecchio saggio molto prima della sua nascita, e che da allora fosse rimasta sempre quella.

Ottant'anni. Sempre ottant'anni. Meno, e qualcuno avrebbe saputo come erano andate le cose, di più, e la situazione sarebbe risultata fin troppo disperata per poter avere un lieto fine.

Per quel che lo riguardava, poteva essere un falso anche che ci fosse mai stata una guerra, e il pianeta forse era sempre stato così desolato e morto. Non sarebbe riuscito nemmeno a immaginarselo diverso.

Era appoggiato alla sbarra arrugginita della terrazza di casa sua, il vento trasportava la sabbia accumulandola ai suoi piedi e infilandola tra le fughe delle piastrelle, e l'aria secca e la polvere gli pizzicavano gola e occhi.

La cicca davanti alle sue orbite era una delle tante luci della città, che dall'alto era un insieme di tizzoni ardenti e baluginanti, e le persone erano scarafaggi; che gran calore sopportavano, tutti assieme, lì in basso.

Il bulbo destro rosso e pieno di sangue cominciava a perdere colpi, piegando la realtà e contorcendola; estrasse dalla tasca un cofanetto di ferro, pescò una siringa a caso tra quelle contenute, e se la infilzò nel collo. Non appena il siero gli fu entrato nelle vene l'occhio cominciò a tornare quello di un tempo, e il sangue in qualche modo si riassorbì.

Comandante

Rispose alla radio che portava alla cintura.

– Jackson, riferisci –

Abbiamo localizzato i Rossi

Maxwell tornò dentro, si sciacquo in fretta il volto nel lavandino di ceramica macchiata di sangue e muffa, rovistò nell'armadietto tra spazzolini masticati e scatole di plastica piene di garze e disinfettante dall'odore dolciastro e pungente, trovato il flacone che cercava se ne svuotò il contenuto in bocca, e tornò in camera da letto.

Prese la pistola, si infilò la giacca ignifuga sopra la maglietta sudata, e uscì.

La figura femminile distesa sul letto non fece caso a lui, e rimase immobile, poche semplici dune di lenzuola alla luce della luna; una scena che si ripeteva per l'ennesima volta.

I soldi sapeva dove trovarli.

***

Raggiunta la centrale aveva indossato rapidamente la tenuta da combattimento e si era ricongiunto ai suoi uomini, assieme si erano infilati uno dopo l'altro nel blindato nero della polizia, ed erano partiti in fretta; a dirigere l'operazione era un certo Samuel Smith, un esterno inviato dai piani alti quella stessa sera, un militare dal taglio squadrato e dall'aspetto in linea con gli standard governativi.

Sembrava essere stato assemblato in fabbrica in mattinata e piazzato lì come un pupazzo giocattolo.

Era giovane, e Maxwell non riusciva a vedere la cosa di buon occhio.

Volle tastare il terreno, così gli rivolse la parola per la prima volta.

– Dove hai prestato servizio, ragazzo? –

– Irrilevante, Comandante, e se non vuole un richiamo le conviene darmi del lei e chiamarmi Signore –

– Sissignore –

Sky and SandWhere stories live. Discover now