Capitolo 49

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Emma
"Franci le tutine ci sono, i ciucciotti anche, la vestaglia c'è, asciugamani, che manca?"stiamo preparando la borsa per l'ospedale, non ci sto più nella pelle.
"I pannolini, scema!"
"Ahh sisi vedi dovrebbero stare nella stanzetta, puoi prenderli tu?"
Annuisce e va a prenderli. Sto sistemando tutto quando ancora una volta in questa settimana, sento una fitta enorme all'altezza della pancia. Ma stavolta non è un calcio, non posso nemmeno immaginare che lo sia, dato che mi fa malissimo. Mi piego a terra dal dolore e aspetto che Francesca arrivi. Stavolta non riesco proprio a muovermi, anche se il bambino lo sento ancora, per fortuna.
"Emmaaa!!!! Signore mio che hai combinato??"
"Non lo so per favore aiutami"dico piagnucolando.
"Ma che aiutare!!! Io ti porto in ospedale!"mi aiuta ad alzarmi, ma mi fa tutto malissimo.
Arriviamo in macchina e dico:"Franci non...chiamare...Stefano."
"Eh?"
"Non lo chiamare."
Rimango muta e inizia a girarmi la testa. Da questo momento non ci capisco niente e all'improvviso chiudo gli occhi.

"Emma, Emma..."
Mi sento chiamare e mi risveglio. In ospedale, in una stanza di ospedale...l'unico posto, dove non vorrei stare. Metto una mano sulla fronte  e mi accorgo di essere circondata da fili e medici. Tocco la pancia, e spero con tutto il mio cuore che il bambino sia qui con me: la tocco, la stringo, eppure sembra che non sia successo nulla, anche se mi sento diversa, ma è una sensazione che ho già provato.
"Dottore..."
Lo chiamo, voglio sapere.
"Emma. Come stai?"
"Questo me lo dovrebbe dire lei. Come stiamo?"
"Non è il momento per parlarne"questa frase, questa frase mi spaventa.
"No! Devo sapere!"
Capisce e dopo aver fatto uscire i vari infermieri, si siede sul mio letto.
"Non è facile Emma. Io non so come sia stato possibile, dati i continui controlli, ma a quanto pare è così. Abbiamo ritrovato nei pressi dei tuoi ovuli, una cellula tumorale in via di sviluppo"perdo un battito. Non è possibile. Non di nuovo.
"Sei alla 32esima settimana e toglierla sarebbe semplicissimo attraverso un intervento di isterectomia. Ora farlo in gravidanza è particolare. A questo punto porterebbe dei rischi per il bambino."
"Non se ne parla"so benissimo cos'è l'isterectomia, me l'hanno proposta diverse volte; comporta tra le varie cose , menopausa immediata e di conseguenza l'impossibilità di avere figli. All'epoca rifiutai, perché volevo dei figli, e ora che sono incinta per la seconda volta non posso farlo morire, non deve morire.
"Puoi anche partorire, e farlo subito dopo, ma correresti tanti rischi, l'utero è stressato ed è molto più pericoloso. Fammi sapere entro questa settimana. Oggi puoi andare via, mi raccomando niente sforzi."
Annuisco. Mio figlio deve nascere, non mi interessa. Io posso rischiare, ma mio figlio ci deve essere. Stefano lo deve vedere...gliel'ho promesso.
Aprono la porta ed entra Franci.
"Ehi..."è triste, forse ha saputo tutto.
"Già lo sai vero?"
"Si, io ci sono lo sai , ci sarò sempre"menomale che c'è lei, che corre ad abbracciarmi. Non ho bisogno di parole, già sa come la penso.
"Vuoi rischiare tu, vero?"
"Si. E non cambio idea. Questo bambino è troppo importante, sarei un'egoista, se mettessi a rischio la sua vita, proprio in queste settimane, a poco dalla nascita. Sai che mi ha detto Ste l'altro giorno? Che se questo bambino non ci fosse, morirebbe. Io posso rischiare ancora, ma questo bambino è fondamentale, deve vivere. Deve vedere quanto è bello il mondo, cosa lo aspetta. Lo so che ti sto chiedendo ancora una volta di acconsentire, però io non ce la faccio, proprio."
"Stavolta ti capisco, ma non sono d'accordo, invece."
"Ah e Franci, Stefano non deve sapere nulla."
"Come faccio? Stai scherzando, spero."
"No, farebbe il pazzo. Non voglio cambiare idea, lo saprà dopo il parto, quando dovrò essere operata. Ti prego."
"Meglio che non parlo ho capito. Ora è tuo marito però, quindi pensa bene a quello che fai e alle conseguenze che potrà avere su di lui il tuo gesto, ti chiedo solo questo. "
Annuisco.
Dovrò iniziare a mentire ancora. Mi dispiace moltissimo, mi si spezza il cuore. Ma chi conosce me e il mio vissuto, sa bene che il cancro è ciò che mi ha devastata di più. Stefano solo una volta mi ha vista nel letto di ospedale col cancro. Era la seconda volta. Stava giorno e notte con me...pur di vedermi strappare un sorriso, pur di farmi stare bene. È lì anche è andato tutto bene, nonostante mi avessero detto che avessi pochissime possibilità di vita. Tant'è che firmai la donazione degli organi, ma non lo dissi a nessuno. Nemmeno la mia famiglia lo sa. Il problema è che il cancro ha un brutto effetto su di me: non solo a livello fisico, ma anche e soprattutto a livello psicologico. Non caccio un'emozione, una lacrima...sarei capace di farmi odiare da tutti.

Stefano
Ho appena finito di "cucinare" e aspettando Emma per la cena. Non ho idea di dove sia. Non mi risponde a telefono e ho sentito Francesca che mi ha detto che erano scese a fare compere.
"Papà, mamma dov'è?"
"Amore non lo so...ma ora arriva. Dai dormi, che è tardi."
"Voglio mammaa"inizia a piagnucolare.
Cerco di coccolarla, ma non ne vuole sapere. Non sono preoccupato, ma semplicemente voglio che torni.
Rimaniamo un'altra mezz'ora accoccolati sul divano fino a quando sento la chiave girare nella serratura.
Mi giro e la vedo. Serena si stacca da me e corre dalla mamma:"mamma!!!"
Lei la guarda e la stringe a se, ma non dice una parola. Rimane lì ferma immobile e vado da lei. La bacio, ma non la sento con me. Non sento lei, non sento l'affetto e la passione che di solito c'è sempre. Mi stacco e la guardo:"che hai?"
"Nulla Ste, sono solo un po stanca"mi da un altro bacio e le dico:"ti va di cenare? Non so se ne vale la pena...ma ci ho provato."
Riesco a strapparle un sorriso.
"Vado a mettere Serena a letto e poi ceniamo assieme ti va?"
Annuisco.
È molto stanca e si vede, mi dispiace stia così. Ma è normale, credo.
Dopo cinque minuti torna e mi dice:"è crollata, era stanca."
"Aspettava te, non ne voleva sapere di dormire."
Mi abbraccia istintivamente e sussurra:"vi amo tanto."
"Lo sai che se hai qualcosa me lo puoi dire no?"dico accarezzandola.
"Lo so, lo so."

Se mi presti l'aria...Where stories live. Discover now