Capitolo 23

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Emma
È arrivato il momento. È triste dirlo, ma così è. Sono sulla penisola a mangiarmi le unghie, da 10 minuti, dopo che Marcello mi ha detto tutto. Non so se parlargli ora, o mandarlo via e non averci più nulla a che fare, o dirgli che la bambina è di un altro uomo. Non potevo di certo aspettare più tempo. Temo tantissimo la sua reazione: è incazzato ora, figuriamoci se viene a sapere che lui è il padre cosa farà. E poi Serena: dovrò spiegarle tutto, e dirle che a volte possono essere dette delle bugie, ma solo a fin di bene; se avessi detto tutto a Stefano quattro anni fa, avrei sicuramente sfasciato una famiglia e non ne avrei mai avuto il coraggio. Sono la prima che odia mentire, ed è anche per questo che ho deluso molte persone. E il prossimo che deluderò è proprio lui. Non voglio piangere, ormai mi sono rassegnata, ho tutte le colpe di questo mondo, ma continuo a non pentirmi della scelta fatta. Eppure non voglio parlargli stasera, non mi va di rivelargli tutto. Sono pronta a inviargli un messaggio, ma bussano alla porta. Credo sia lui. Mi affaccio dal retro e lo vedo seduto sulle scale che aspetta che gli apra. Rimango ferma lì a guardarlo, a cercare di capire a cosa stia pensando, ma resto impassibile e non mi muovo. Dopo poco si alza e continua a bussare. Può anche svegliare Serena, ma mi rifiuto, rimarrei lì ferma come una cretina, incapace di dare ogni tipo di spiegazione. Questa volta però lui non urla, non mi cerca, nonostante le luci di casa siano accese, sembra solo avvolto dalla speranza che possa comprendere tutto. Ma ora mi fa stare male vederlo così: è arrabbiato, lo vedo dal suo torcere le dita, toccarsi i capelli e non riesce ad aprire bocca. Mi avvicino e decido così di scrivere un biglietto e di passarglielo sotto lo porta:"Domani ci vediamo qui alle 6, per spiegarti tutto. Ti aspetto." Dalla finestra noto che si sta per alzare e ribussare nuovamente, ma appena si avvicina al campanello, vede il biglietto. Si guarda intorno e capisce che sono dietro la finestra; appena mi guarda, vado via. E lo stesso fa anche lui probabilmente, dato che non sento più nulla. Vado a dormire nel letto di Serena. Io dovrò discutere con , ma dobbiamo stare attenti alle parole che utilizzeremo, al tono con cui parleremo, non stiamo discutendo su un tradimento, stiamo parlando do una bambina, nostra figlia e non mi sembra il caso di urlare. La accarezzo dolcemente e un altro pallino mi salta alla mente; perché Stefano era così incazzato? Non sapeva che era lui il padre non ne avrebbe avuto motivo. Ok, non gli ho detto nulla, ma non era tenuto a saperlo. A questo punto, dovrei iniziare a pensare che non ce l'abbia con me, almeno per ora, ma che sia semplicemente geloso. Di conseguenza è di nuovo innamorato di me?
No, Emma, dai impossibile. Non so se ciò mi piacerebbe, ma non mi illudo, per cui meglio evitare di fare pensieri assurdi.
Mi addormento così, pensando alla terribile giornata, che mi aspetta domani e al fatto che la mia  vita e quella di nostra figlia cambierà da un momento all'altro.
Stefano
È mattina. Mi sveglio, come se stanotte abbia dormito, pieno d'ansia. Emma con quel biglietto sembrava non voler dirmi nulla di buono. Ho perso l'unica cosa che mi faceva restare qui, e se proprio la tensione tra me e lei non si risolvesse, penso me tornerei a Milano.
Sarò anche incosciente, ma non posso restare qui a vederla con un altro uomo e sua figlia, mentre non posso fare nulla per riconquistarla.
Vado in cucina e Marcello mi sta aspettando sul divano.
"Giorno"stamattina non mi evita, ora capisco tutto il suo mutismo per giorni.
"Buongiorno."
Faccio finta di nulla, ma per poco a quanto pare. Mi si avvicina e inizia a fare domande:"Beh avete risolto?"
"La devo vedere stasera per parlarle."
"Vi siete visti?"
"È lei che ha visto me a quanto pare da dentro casa."
Il silenzio per un po e poi Marcello se ne esce con delle parole che mi fanno preoccupare abbastanza: "Ste scusami: non dovevo mentirti, ma anche l'ho scoperto per caso pochi giorni fa e mi è bastato fare due più due per capirlo davvero. Ma la situazione la dovete risolvere tra di voi, gli altri non c'entrano nulla. Per cui, qualunque cosa accadrà stasera sappi che ci sarò sempre, perché sono tuo amico e non mi va di vederti marcire così."
Lo abbraccio. Istintivamente, senza pensare in maniera effettiva alle cose dette; non so cosa farei senza lui; è stupido, ma quando vuole è degno di essere definito saggio.
"Va bene dopo questo momento di dolcezza ahahhahaha, vado agli studi. Mi raggiungi dopo con Santi?"
Annuisce ed esco di casa.

Cammino per i corridoi dopo le prove dell'ultima coreografia e sto andando nel mio camerino, quando mi sento tirare la maglietta.
Mi giro e vedo una bellissima bambina davanti a me. Le guardo il braccio, ingessato e capisco che è la figlia di Emma. Non l'avevo mai vista così da vicino. È proprio una meraviglia della natura come la mamma, ma di lei ha solo i capelli biondi. Assomiglia molto alla bambina del mio sogno e capisco solo ora il significato di quest'ultimo. Aveva ragione Santi è proprio bellissima.
Mi guarda un po, poi mi dice:"Ciao. Mi soo persa mi puoi potare da Emma, la mia mamma?"
Sono incantato da quegli occhi, quasi mi volessero dire qualcosa. Così non rispondo subito, almeno fino a quando lei non mi richiama all'attenzione:"la conosci la mia mamma?"
"Sisi, ti ci porto io. Vieni qui"la prendo in braccio e la porto verso il camerino della mamma, mentre mi tiene la manina. È dolcissima.
Sono quasi arrivato sull'uscio e sento Emma parlare con Francesca:"Franci, mi spieghi che gli dico??? <<Ciao Ste, sai questa è tua figlia, scusami se non te l'ho detto prima, l'ho cresciuta da solo per quattro anni?!>>"
Mi si ferma il cuore. Immediatamente capisco tutto e aprendo la porta, mi ammutolisco davanti a loro, guardando solo la bambina, che a quanto pare, poverina non sta capendo nulla.

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