Capitolo 6

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La lezione di matematica era andata piuttosto bene.

Louis aveva fissato per la maggior parte del tempo il riccio, con la scusa che avrebbe dovuto girare la testa leggermente a destra per guardare la lavagna. Ovviamente Harry si era accorto delle continue occhiate dalla parte del più grande, quindi ogni tanto gli aveva sussurrato un "dovresti ascoltare!", prima di rigirarsi e seguire nuovamente la lezione, con il viso che sembrava un pomodoro.

Alla fine Louis aveva convinto Harry a vedersi due ore più tardi, durante la pausa pranzo, per discutere sulle sue ripetizioni.

"Nick si è iscritto all'università", gli stava dicendo Zayn, seduto vicino a lui su uno dei grandi tavoli della mensa. "Una cosa simile a psicologia", aggiunse con un'alzata di spalle.

Louis non lo stava ascoltando, ma annuì quando non sentì più la voce del moro. Lo sguardo di Louis, che prima era fisso sulla porta della mensa, nell'attesa di vedere la chioma riccia di Harry, ora era su Zayn.

Louis annuì con disinteresse, distogliendo lo sguardo dall'ingresso della mensa per posarlo su Zayn. "Aspetta, Nick?", domandò accigliato. "Che diamine ci fa Nick all'università?"

"L'ho pensato anche io", esclamò con la bocca piena.

"Contento lui!", alzò le spalle Louis, ritornando con lo sguardo alla porta.

Era quasi sicuro di aver visto la testa riccia di Harry.

.....................

Harry non si considerava una persona timida.

Per lui timido significava starsene sulle sue, arrossire per ogni minima cosa e non dire mai una parola.

Lui non era timido, era riservato.

Non gli piaceva parlare di sé, così come non amava impicciarsi dei fatti altrui.

Desiderava avere degli amici, ma era troppo timoroso per fare la prima mossa; aveva paura che se si avvicinasse troppo ad una persona, questa non provasse alcun rancore a definirlo antipatico. Aveva paura di non piacere alla gente e ogni minima offesa lo faceva stare male.

Era una persona con dei sentimenti; fin troppi, si diceva sempre. Aveva sempre voluto avere quel coraggio di affrontare la gente e di fregarsene di quello che questa pensava di lui.

Ma non era così.

Voleva degli amici, che gli facessero dimenticare quello che subiva a scuola, tutte le offese da parte dei bulli della scuola – Zayn era uno di questi.

Quando il riccio aveva saputo che quest'ultimo non aveva passato l'anno, si era immaginato di dover risubire tutti gli spintoni e le offese che Zayn e il suo gruppo gli riservava. Non fu così.

Certo, l'altro giorno era stato spinto dal moro contro un albero, ma non era niente in confronto agli anni precedenti – d'altronde del gruppo era rimasto soltanto Zayn. Harry pensava che sarebbe stato solo questione di tempo prima che il moro trovasse un altro gruppo alla quale comandare.

Non gli importava un granché in quel momento. Non aveva visto nessuno di loro durante tutta l'estate e non poteva che sentirsi finalmente rilassato.

No, Harry non era timido.

Amici ne aveva avuti. Una volta.

Ripensò ad Emily. Aveva sbagliato tutto con lei; avrebbe dovuto chiamarla quell'estate, dopo che lei era uscita dalla casa del riccio in tutta fretta, inventando qualche scusa per evitare l'argomento. Avrebbe dovuto chiarire i loro rapporti e ora le mancava terribilmente.

Freedom || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now