Capitolo 2

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Gli occhi smeraldo e innamorati di Harry ammiravano quel corpo perfetto ancora sulla soglia della porta.

La maglietta a maniche corte, che gli facevano risaltare appena gli addominali, e i pantaloncini corti, che mostravano le sue gambe atletiche, aderivano perfettamente al suo corpo atletico ma minuto.

Nonostante fosse settembre e le prime luci di un freddo autunno iniziavano ad avvicinarsi, Louis vestiva in abiti quasi estivi e non gliene sembrava importare.

Il ragazzo dagli occhi azzurri si avvicinò maggiormente alla professoressa borbottando delle scuse.

"Lei è...?" La voce della professoressa risvegliò Harry dal suo sogno ad occhi aperti e scosse la testa liberandosene.

Si guardò intorno e rimase quasi stupito, ma allo stesso tempo sollevato, dal fatto che i suoi compagni non lo avessero visto incantato da quella figura a sospirare almeno una decina di volte. Ma infondo che ne importava a lui? Lo avrebbero deriso per il resto della vita lo stesso.

"Louis Tomlinson" rispose il ragazzo dagli occhi azzurri ansioso di sedersi.

"È in ritardo, signor Tomlinson. Sono costretta a dichiararlo al preside" affermò.

In completa risposta, Louis alzò le spalle e un "il preside lo sa già" gli uscì dalla bocca, facendo alzare un sopracciglio alla donna, che ora lo guardava con sguardo confuso. "Sono appena uscito dal suo ufficio" continuò, guadagnandosi uno sguardo ancora più accigliato e "per la mia bocciatura" concluse.

La professoressa lo guardò ancora per un momento, poi gli fece segno di mettersi a sedere, ma non gli staccò gli occhi da dosso fino a che non fu seduto.

Harry sembrò quasi immobilizzarsi al suono della voce angelica del castano dagli occhi di ghiaccio. Il suo cuore batteva a mille mentre, ancora ghiacciato dalle sue parole, ammirava quella figura avvicinarsi all'unico banco libero della stanza.

Sentiva quasi che stesse per scoppiare quando Louis gli accennò un piccolo sorriso sedendosi sulla sedia accanto a lui. Sentiva le mani e le gambe e tutto il corpo tremare mentre ricambiava il sorriso e la sua bocca produceva un lieve ciao, che Louis non tardò a ripetere.

Louis si girò verso Mrs Robin intento quasi ad ascoltare la lezione, ma si ritrovò a sbuffare rumorosamente borbottando un non ci capisco niente e girarsi subito dopo verso il riccio alla sua destra.

Non era mai stato un ragazzo così silenzioso e faceva amicizia facilmente con chiunque, anche se doveva ammettere di non aver mai trovato un vero migliore amico. Questo lo rattristava in un certo senso. Louis Tomlinson, uno dei ragazzi più popolari della scuola, non aveva un migliore amico. Strano, no?

"Sei bravo in queste cose?" gli chiese all'improvviso Louis, facendo sobbalzare il ragazzo alla sua destra.

Louis lo stava fissando accigliato mentre indicava con un gesto la lavagna e quelle espressioni matematiche a lui incomprensibili.

"Suppongo di sì" rispose Harry facendosi appena sentire e rigirando la sua testa verso la lavagna.

Ben stava ancora svolgendo la sua espressione e sembrava chiaramente in crisi. Non sapeva come iniziare ed era chiaramente visibile la sua faccia annoiata e terrificata dalle cifre che si trovava davanti, mentre Mrs Robin non accennava ad alcun segno di aiuto all'alunno.

Per Harry però non era difficile. Aveva già risolto quell'espressione da tempo ormai ed iniziava quasi ad annoiarsi. Sospirò leggermente chiedendosi quanto tempo ancora avrebbe dovuto aspettare, affinché il suo compagno si sarebbe deciso a puntare quel gessetto sulla superficie della lavagna.

"Fammi vedere!" disse una voce vicino al suo orecchio che, senza aspettarsi una risposta concreta, prese il blocco da sotto i suoi occhi.

Harry si girò verso quel viso angelico ora scioccato dai suoi calcoli sul suo foglio. Sogghignò silenziosamente continuando a guardare l'espressione accigliata del suo compagno di banco.

"Hai veramente risolto tutte e cinque le espressioni in così poco tempo?" disse alla fine Louis alzando gli occhi verso il riccio, "voglio dire, sono passati venti minuti dalla consegna e tu li hai già finiti tutti?" Chiese ancora scioccato, "sei un genio!" Esclamò ritornando a guardare i calcoli ben svolti, che poco dopo gli riconsegnò.


Dopo la lezione di matematica in comune, i due ragazzi non si erano più visti, nemmeno in corridoio ai cambi di classe.

Ora era suonata la campanella della pausa pranzo da almeno cinque minuti e Louis stava disperatamente cercando un tavolo libero - o perlomeno un piccolo spazio - dove avrebbe potuto consumare il suo pasto, ma sembrava non avere fortuna.

Fu l'ultimo ad uscire dalla sua classe di sociologia, a causa del professore che, fermandolo alla porta, gli aveva ricordato che si sarebbe dovuto impegnare di più per poter uscire dal liceo. La solita storia, aveva pensato alzando gli occhi al cielo.

Aveva quasi corso per riuscire a trovare anche un solo posto libero, ma non servì. Il tavolo della squadra di calcio, di cui faceva parte anche lui, era tutto occupato, così come tutti gli altri.

Dopo aver recuperato del cibo, sbuffò alzandosi in punta di piedi per poter scorgere in fondo alla sala, al di là di tutti quei corpi alti e massicci degli altri studenti.

Sbuffò nuovamente fino a quando non riuscì a scorgere, nel lato opposto ai giocatori di calcio, un tavolo completamente libero, se non fosse per quell'ammasso di capelli ricci che aveva conosciuto solo tre ore prima.

Nei passati quattro anni, aveva notato che il riccio aveva condiviso il tavolo solo con due bionde che sembravano essere sue amiche, visto che li aveva intravisti parlare qualche volta anche nei corridoi.

Ora però nessuna delle due era presente. Eppure la aveva vista durante la lezione di matematica alla prima ora.

Cercò velocemente quel volto in mezzo all'ammasso di studenti che affollavano la mensa, ma non riuscì a scorgerlo.

Alzò le spalle prima di dirigersi verso il tavolo del riccio e con un mezzo sorriso si sedette di fronte a lui.

"Ehi, Harry", lo salutò.

Il ragazzo dagli occhi verdi alzò lo sguardo per un momento e quasi non gli mancò il respiro quando incrociò gli occhi azzurri del ragazzo che tanto amava.

"Ciao, Louis" ricambiò flebile il riccio, prima di ritornare a mangiare.

Louis lo fissò per un momento quasi impietrito e poi fece lo stesso, assaggiando quasi disgustato la pasta al pomodoro che la cuoca gli aveva messo nel piatto. 

"Questa pasta fa schifo", commentò Louis facendo ridacchiare il riccio.

Harry si era portato da casa un grosso panino, che lo fece invidiare.

Louis stava per dire qualcos'altro quando si sentì chiamare dalla parte opposta della mensa.

"Louis!" Urlò quella voce, tanto da far girare quasi tutti.

"Zayn!" Sorrise il castano, prima di andargli incontro per abbracciarlo.

Si staccarono sorridenti, mentre entrambi scannerizzavano il corpo dell'altro.

"Vedo che sei rimasto il solito nano, Louis" commentò Zayn ridendo.

"Vedo che sei rimasto il solito coglione, Zayn" replicò Louis. "Dove sei stato questa mattina? Non ti ho visto da nessuna parte e non c'eri alle lezioni", cambiò argomento.

"Ho semplicemente deciso di ridurre il peso del mio primo giorno di scuola" alzò le spalle il moro. "Devi ancora mangiare?" Aggiunse poi.

Louis annuì e si girò verso il tavolo, ma tutto quello che riuscì a trovare era il suo vassoio.

Harry era sparito.

Freedom || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now