-Dieci-

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Dopo la scenata nell'auto di Harry, Louis andó dritto filato verso i dormitori del college, la testa china e un sorriso divertito sulle labbra.
Rovistó nella tasca dei jeans, tirando fuori la chiave dorata, prima di entrare nella sua bellissima e ancora singola camera. Inspiró a fondo e si guardò attorno.

Si appuntó mentalmente di pulire il caos di vestiti e libri sparsi sul letto e sul parquet, prima di aprire la finestra, lasciando entrare l'aria gelida di quella stagione.
Ora non ne aveva il tempo però.
Doveva ancora cambiarsi, anche se, mentre si guardava allo specchio ammirando la felpa di Harry, ridacchió in modo malvagio.

-Styles. Incredibile. Louis, ti sei messo nei casini ancora prima di iniziare la tua nuova vita. Mitico.-

Farfuglió tra sé e sé dopo poco, togliendosi i jeans scuri, infilandone subito dopo un paio bianchi, strappati sulle ginocchia e che guarda caso, fasciavano così bene il suo amato sedere.
Non che lo stesse facendo per torturare Harry, sia mai.

Okay, un pochino sí, ma -cito le parole di Louis- quello stronzo prepotente e dannatamente sexy, se lo meritava.
Si diede una sistemata veloce ai capelli castani, acconciandoli meglio che poteva, anche se rimasero disordinati e spettinati.

Raccolse velocemente la sua tracolla nera, controllò gli orari della giornata e infiló dentro ad essa alcuni quaderni, assicurandosi di non dimenticare nulla. Non aveva intenzione di fare qualche brutta figura. Voleva essere eccellente, doveva esserlo, se voleva far capire a tutti che quel suo sogno, che per lui era tutta la sua vita, non era una cosa di poco conto.

-Louis! Ehi, aspetta!-

Il moro si acciglió confuso, le dita strette attorno al telefono, mentre rispondeva ad alcuni messaggi di Zayn, che gli chiedevano di farsi vivo. Che poi, anche lui era sparito, troppo preso da Liam. Che stronzo.

Ma tralasciando tutto ció, Louis, si girò verso la voce che lo aveva distratto e okay, insomma, Lucas, il segretario sexy, che in quel momento lo era ancora di più, gli stava sorridendo e si stava avvicinando.

Oh Dio, perché tutti quegli uomini, maturi e decisamente scopabili, gli giravano intorno?
Non avevano un minimo di riguardo verso di lui e i suoi ormoni?

-Lucas, ciao! È successo qualcosa?-

Il ragazzo in questione si accostó a lui, passandosi una mano nei capelli neri come la pece, continuando a sorridergli come se stesse cercando di addolcire una notizia, che Louis avvertiva già indesiderata.

-In realtà,si.
Dovevo trovarti, ma sei sparito in questi giorni.
Comunque, ti abbiamo trovato un compagno di stanza, si chiama Niall. É irlandese, un tipo davvero simpatico, poco invadente sul serio.
E insomma, volevo avvisarti, prima che tornassi in stanza trovandoci uno sconosciuto. Sai.-

Era un pó affannato, come se per raggiungerlo avesse corso per tutta la scuola, ma Louis, riusciva solo a registrare la notizia che da una parte lo elettrizzava,mentre dall'altra no. Assolutamente no.
Gli irlandesi, era risaputo fossero fin troppo euforici e lui era l'opposto, Dio, si sarebbe suicidato prima.

Strinse la spallina della sua tracolla, sistemandosela meglio, prima di tornare a guardare Lucas, che aspettava una qualsiasi reazione, con il labbro stretto tra gli incisivi.

-Ouh. Irlandese, fantastico. Non vedo l'ora- Esclamò con un sorriso incerto sulle labbra, schiarendosi poi la voce con un sospiro - Quindi, devi dirmi altro? Non vorrei arrivare in ritardo alla lezione di Ha - Styles. Del Signor Styles.- Si corresse così in fretta che lui stesso si sorprese, il suo cuore aveva preso preso battere cosí forte, gli rimbombava nelle orecchie, mentre osservava l'espressione del ragazzo davanti a lui.

Fú in quel momento che notó qualcosa di strano, stringeva con nervosismo qualcosa nella mano sinistra, spostava il peso da un piede all'altro e i suoi occhi lo guardavano indeciso.

Oddio.

Louis sapeva cosa voleva dire quello sguardo.
Lo sapeva benissimo.

- In realtà, volevo chiederti, sai, se ti andrebbe di bere qualcosa, anche un caffè. Da amici, ovviamente.-

Cazzo.

A Louis mancò il respiro per una manciata di secondi, le labbra rosse si aprirono e si chiusero, incapaci di dire qualcosa di sensato.

Louis.
Lucas è un uomo sexy, gentile, simpatico che vuole uscire con te. Accetta Louis.

Ma non è Harry.

In quel momento, come attraversato da una scossa elettrica, si riprese e sbarró nuovamente gli occhi.
Nelle ultime ore riusciva a fare solo quello.

Perchè quel pensiero? Perché ogni cosa che faceva doveva prendere considerazione di Harry?
Non sapeva nemmeno lui come definire quella loro relazione. Non sapeva a cosa li avrebbe portati.

-Louis? Allora?-

Sentí Lucas bisbigliare quelle parole,con tono preoccupato, cosa che lo portò ad alzare lo sguardo, stendendosi leggermente nella felpa, enorme, felpa di Harry.

-Va bene. Oggi pomeriggio, può andare bene?
Stasera lavoro.-

Era nervoso, la risposta gli era scappata fuori dalla bocca con una velocità incredibile, ora era lui a spostare lo sguardo a destra e a sinistra.

Cosa cazzo ho appena fatto.

-Si! È perfetto, ti aspetto all'ingresso finite le lezioni! Grazie Lou.-

Vide una luce diversa nei suoi occhi, ma soprattutto sul suo viso, come se fosse una cosa che lo aveva tormentato per giorni e che ora,invece, lo rilassava completamente.

Prima di andarsene, Lucas allungò il foglietto stropicciato, sul quale era trascritto il suo numero, con alla fine una faccina sorridente.

Tutto quello contrastava molto con l'aspetto che aveva, ma, insomma, mai giudicare un libro dalla copertina.

Louis gli rivolse un sorriso imbarazzato, infilandosi il pezzetto di carta nella tasca dei jeans, alzando la mano quando quello lo risalitò.

Che cosa ho fatto..?

Con un sospiro, si sistemò per l'ennesima volta la tracolla sulla spalla, in qualche modo sentiva di star facendo un torto ad Harry, dall'altro a Lucas.

Si girò lentamente e riprese a camminare, ma per un istante,  un lungo istante, sentì uno sguardo bruciargli addosso e quando alzò lo sguardo, lo vide.

Lo sguardo serio, quasi deluso e decisamente arrabbiato.

Harry.

Aveva davvero assistito a quella scena? Oddio. Louis era morto.

Cosa ho fatto.

Si ripetè nella mente, stavolta lo stomaco ancora più stretto da una morsa dolorosa.
Raggiunse in fretta l'uomo ancora fermo, come se lo stesse aspettando per un confronto, ma quando aprì la bocca, gli occhi verdi e gelidi lo congelarono sul posto, stordendolo.

-Posso, Harry, posso spiegarti.-

-Non mi interessa Tomlinson, sei in ritardo. E sono Mr. Styles. Non Harry.-

Un disastro. Ecco cosa aveva fatto.

No Control-Larry Stylinson- (sospesa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora