Headgirls and headboys

1.4K 119 43
                                    

L'aria era pervasa dal profumo dolciastro di una candela alla cannella, stregata in modo tale che levitasse in giro per la stanza. Il gatto, rosso come i capelli del suo fidanzato, dormiva ai piedi del letto, acciambellato accanto al libro di pozioni. La ragazza, nonostante fosse ad Hogwarts da circa ventiquattro ore, era già indaffarata coni compiti di astronomia. Il suo migliore amico, Harry Potter, era in sala comune con il suo ragazzo, Ronald Weasley, a giocare a scacchi magici.

Scosse la testa soltanto ripensando a lui: gli aveva raccomandato di mettersi di impegno e iniziare a studiare come Godric comanda, ma tutti i suoi avvertimenti gli erano entrati da un orecchio e gli erano usciti dall'altro.


« Ron, è l'anno dei M.A.G.O. » aveva ripetuto a pranzo, lasciando cadere pesantemente un tomo di aritmanzia sul tavolo, che aveva fatto tintinnare i bicchieri degli studenti più vicini.
Per tutta risposta, il suo ragazzo aveva grugnito qualcosa, si era ficcato in bocca una forchetta carica di polpettone, e non aveva sollevato gli occhi dal piatto.

« Capisco tutta questa preoccupazione, ma siamo solo al primo giorno, rilassati » le disse più volte Ginny, poggiandole una mano sulla spalla.
La nata babbana, invece che respirare profondamente come le era stato suggerito, si voltò verso l'amica con un'espressione che non aveva nulla di rassicurante. La piccola Weasley si ritirò come se si fosse scottata.

« Ginny! » la riprese infastidita.

« Sto zitta. » replicò quest'ultima mettendo le mani in alto.

Hermione finalmente si sedette al tavolo. Allungò le braccia verso lo stufato di manzo, e ne versò un po' nel suo piatto.

« Mi auguro che quest'anno tu abbia intenzione di impegnarti... » continuò in direzione del rosso, soprannominato "Re" dagli altri compagni di Grifondoro, « sai, ci tengo alla tua istruzione. »

« sì, Herm »

« non dire "sì, Herm" con me. » si inacidì lei.
Il giorno precedente aveva scoperto che non solo le era stata negata nuovamente una giratempo per poter frequentare tutti i corsi che la scuola offriva, ma in più doveva anche condividere il ruolo di caposcuola con quel borioso di Malfoy. La stessa pena era stata inflitta anche agli altri due, Ernest Mcmillan e Padma Patil, ma Hermione si sentiva comunque perseguitata. Aveva sperato fino all'ultimo che venisse eletto Blaise Zabini, più propenso a starsene sulle sue senza sentirsi in dovere di causarle un esaurimento nervoso, e invece aveva finito per avverarsi il suo incubo peggiore.

Draco Malfoy, caposcuola. La notizia le faceva venire la pelle d'oca.

Ora che il Serpeverde in questione le si era parato davanti agli occhi per sedersi al suo posto, sentiva la rabbia ribollirle in corpo.

« Hermione, va tutto bene? »

Oh no, certo che non andava tutto bene. 

Lei sapeva benissimo a che gioco voleva giocare quel furfante, sapeva perfettamente quale sarebbe stata la sua prossima mossa, rimaneva solo da domandarsi a discapito di chi l'avrebbe fatta.

« Lasciala in pace. »

Forse avrebbe atteso di sorprendere qualche ragazzino del primo anno con una merendina marinara, arrivata direttamente dai Tiri Vispi Weasley?
Strinse le dita attorno la forchetta per il nervoso.
Le era sembrato maturato sulla carrozza del treno, non aveva nemmeno lasciato trasparire alcun segno di tedio; ma lei sapeva benissimo di non poter abbassare la guardia.

La consueta calma del Serpeverde aveva tentennato quando, voltandosi, aveva incrociato gli occhi scuri di lei, ma una frazione di secondo dopo aveva assunto ancora la sua classica espressione impassibile.

PoisonedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora