Clare's pov

<<Sono come il genio della lampada..troppe domande..wo wo calma...ma chi diavolo si crede di essere?>>

Senza neanche accorgermene balbetto ripetendo ciò che mi ha dato veramente fastidio della mia discussione con Fleur. Sto camminando lungo questo corridoio spoglio. È differente rispetto alla stanza dove mi hanno portata all'inizio, quella era impolverata, piena di macchie e con muffa alle pareti. Invece questa lunga via con porte ai lati sembra quasi una scuola, però ha qualcosa di strano, come se fosse un riflesso, una copia venuta male, immagino che il collegio nella parte superiore sia simile ma allo stesso tempo diverso. Mi chiedo se tutte le altre stanze siano come questo corridoio che incute una strana sensazione, come di qualcosa di già visto.

<<Sei pronta per i guardiani?>>

Sobbalzo per quest'improvvisa voce alle mie spalle e voltandomi posso incrociare gli occhi del mio interlocutore.

<<Ma esattamente cos'è che dovrei fare con loro Erik?>>

<<Ti dovevano prendere stamattina appena hai ripreso coscenza, ma visto che ci sembravi troppo debole e in preda al tuo potere, Fleur ha deciso di darti tempo. Ormai però è giunta l'ora che tu vada da loro perché se pensano che tu stia ancora stesa sul lettino probabilmente ti crederanno morta o sempre troppo debole per stare qui e ti cacceranno.>>

Sbuffo. Parlare con queste persone in questo sotterraneo sembra davvero un'impresa. Io gli porgo la domanda, gli chiedo cosa dovrei fare con i guardiani e lui mi risponde spiegandomi che dovevo essere già presa stamattina.

<<Va bene Erik, ora mi puoi dire cosa devono farmi?!>>

<<Devi essere in grado di affrontare il tuo potere, controllarlo, di avere il totale controllo su te stessa. Altrimenti ti..ecco..faranno fuori..>>

Distolgo lo sguardo e lo concentro su una crepa sul muro, tra la porta in cui ci sono i licantropi e quella dei vampiri.

<<E come dovrei fare esattamente?>>

Lui boccheggia inizialmente, quando sta per parlare vedo in lontananza lungo la fine di questo enorme corridoio delle persone. Esattamente i cinque guardiani che erano con me sul camion. Lascio perdere Erik e mi avvicino alle sbarre lentamente. Ho ancora tante domande, forse loro potranno rispondere a qualcuna di esse.

Mentre mi avvio verso di loro li vedo che si posizionano come a schiera oltre le sbarre. Tutti e cinque sono abbagliati di nero. Maglietta a maniche corte nera, pantaloni neri con grandi tasche ai lati e scarpe con il ferro all'interno, come quelle che usa mio padre per andare a lavorare nelle industrie. Alla vita hanno una cinta nella quale all'occhio sono evidenti delle pistole. Due per ciascun guardiano.

Quando mancano ormai una decina di passi per terminare questo lungo corridoio che mi separa dalle sbarre, vedo l'uomo più anziano che preme un pulsante sulla sua cinta e mi sorprendo di come sento subito l'energia sulle sbarre svanire. Probabilmente sarà un'altra caratteristica di noi ragazzi soprannaturali avvertite la corrente elettrica. Il ragazzo cafone con un sorriso beffardo sul viso tira fuori delle chiavi dalla tasca destra dei suoi pantaloni. Ci saranno almeno una cinquantina di chiavi in quell'enorme mazzo, eppure lui trova subito quella giusta. Quando si posiziona di fronte a me per infilare la chiave nella serratura il mio sguardo ricade sul suo braccio. Una lunga cicatrice gli squarcia il bicipide fino ad arrivare al polso. Rialzo gli occhi lungo la sua figura fino ad arrivare al suo volto. Con un gigantesco disgusto noto che appena incrocia il mio sguardo mi fa un occhiolino.

<<Sai dove stiamo andando io e te piccola?>>

Mi dice appena oltrepasso le sbarre e le richiude alle mie spalle.

<<Direi in due posti differenti piccolo. Io ritorno nel bar dove mi avete letteralmente rapita e tu..beh, direi che tu andrai all'inferno stronzo >>

Dico ciò mentre afferro la pistola dalla sua cinta e gli e la punto in mezzo agli occhi. Non ho mai sparato a qualcuno e non credo che succederà mai, voglio solo che mi lascino stare.

<<Sai che ti dico? Pensavo che questi miei strani poteri mi facessero diventare famosa, un supereroe, qualcuno da ammirare o forse qualcuno di cui avere paura. Ma statemi bene a sentire.. non sarò mai una vostra cavia, nè una vostra prigioniera in questo buco sotto terra che voi avete il coraggio di chiamare colle..>>

Non riesco a finire la frase perché rimango sorpresa da una presenza sul mio collo, come se ci fosse un ago. Mi volto verso il mio aggressore e incrocio i suoi occhi, è l'unica donna del gruppo.

<<Ciao ciao stronzetta>>

Il liquido entra a contatto con il mio sangue e improvvisamente tutto si sfoca attorno a me e diventa buio.

***

Lentamente riesco ad aprire gli occhi per qualche frazione di secondo. Sono su un lettino. Poi i miei occhi si richiudono di nuovo per la stanchezza. Li riapro e vedo che sono legata mani e piedi. Li chiudo e li riapro ancora una volta e vedo il moro davanti al mio volto. La vista da sfocata comincia a diventare nitida e riprendo inspiegabilmente le forze.

<<Ok piccola, siamo solo noi due in questa stanza>>

<<Che mi vuoi fare?!>>

Comincio a gridare cercando di liberare gli arti. Lui si poggia con il gomito sul lettino e la mano sulla bocca cercando di trattenere una risata. Dalle sue lunghe dita si intravedono le profonde fossette ai lati della bocca. Potrebbe sembrare persino attraente se non fosse per l'atteggiamento che assume praticamente sempre.

<<Gli altri hanno pensato che sarei dovuto stare qui da solo in modo che tu ti scusassi con me>>

Ride di nuovo. Ho capito che questo ragazzo ha dei seri problemi!

<<Stavo scherzando!>>

Santo cielo che senso dell'umorismo da sfigato. Fingo una risata e ritorno subito seria. Lui continua a parlare allontanandosi dal lettino e prendendo in mano dei fogli scritti.

<<Ho già fatto gli esami su di te mentre non eri coscente, di solito li faccio in modo pacifico e tranquillo se non fosse stato per una pistola puntata alla fronte da parte tua..comunque vedi qui?>>

Mi dice indicando con il mignolo su una specie di immagine sfocata.

<<Questo è il tuo potere. Sembra una specie di gigantesca bolla d'acqua nel tuo stomaco. Sembra simile a quella di Fleur, la ragazza dal potere del fuoco, non so se la conosci. Lei ce l'ha uguale però come se fosse ricoperta dalle fiamme. Riteniamo che il vostro potere sia comune, che ci sia un legame, ma allo stesso modo che sia opposto. Siamo curiosi di sapere come andrà.>>

Rimango in silenzio per tutto il resto del suo monologo e noto che non è più vestito allo stesso modo di prima. O meglio, ha un camice bianco sui suoi indumenti neri. Trattengo una risata e butto fuori ciò che penso.

<<Cos'è? Sei un dottore adesso? Quanti anni hai? Io direi un po' più di una ventina. Sei ridicolo! Hai mai studiato almeno per quello che stai facendo o fai tutto alla cazzo?>>

Il suo sguardo cambia. Si avvicina piano in modo pericoloso, sposta le labbra sul mio orecchio e mi sussurra soffiandoci sopra.

<<Non ti conviene avermi come nemico>>

E sento di nuovo l'ago sul mio collo.

Paranormal collegeWhere stories live. Discover now