Fleur's pov

Come sempre l'ora del pranzo si presenta come un concerto di creature paranormali che urlano a dismisura provocando un baccano infernale. Il trucco per chi come me e Clare ha un udito più sviluppato rispetto ad altri sta nel concentrarsi su un'unica cosa, un unico discorso, una sola voce. Instintivamente e credo anche inconsapevolmente la ragazza dal potere dell'acqua si sta concentrando sulla voce di Natalie, focalizzandosi sul suo timbro per non rimanere assordata da tutti i rumori. C'è chi ulula come i licantropi, chi si deprime come i vampiri e cerca di infliggerci la loro noia e chi fa domande su domande su di me come Clare.

So che probabilmente la creatura più ambiqua e misteriosa possa essere io, forse perché non mi rivelo, magari perché sono un tipo riservato e ho molto alle mie spalle. Tutti noi portiamo un carico, lo trainiamo dal momento in cui siamo qui, il trucco sta nel non venirne oppressi, schiacciati dal troppo peso.

Forse il mio bagaglio può sembrargli il più pesante e perciò è così curiosa.

Mangiamo come al solito i nostri pasti, sempre gli stessi: i licantropi carne, i vampiri dolci e noi verdure. Legumi, fagioli, rape, ogni tipo di varietà di verdure ci obbligano a mangiare i guardiani, ritengono in seguito ad una serie di esperimenti su di noi che ci aiutino a tenere a bada i nostri istinti.

Finito il pranzo decido di alzarmi, come sempre per recarmi nella mia stanza per leggere uno dei miei libri. Mi dirigo verso l'uscita della mensa, a dire il vero corrisponde con l'entrata. Quindi ai lati vedo Joshua e Adrian. Il mio sguardo cade sul biondino che non appena mi vede un risolino scappa dalle sue dolci labbra, attirando l'attenzione del moro. Il mio sguardo cambia, si indurisce e lancio a entrambi un'occhiataccia piena di rancore, per uno di loro finto rancore.

Cammino lungo questo corridoio, è proprio come immagino quelli degli ospedali. Tranquilli, silenziosi, ordinati, nessuna traccia di emozione compare da essi, solo apaticità. Sento il rumore di una sedia e dei passi che mi raggiungono piano dietro di me, come se il mio inseguitore stesse cercando di non farsi notare. Quando sento la sua presenza ad un passo da me, mi fermo e faccio sbattere l'individuo per un attimo contro le mie spalle, mi volto e guardo il suo viso sorpreso di essere stato beccato ad inseguirmi con tanta facilità.

Clare con occhi spalancati apre la bocca e poi la richiude. Le lascio la visuale delle mie spalle e mi incammino di nuovo verso la mia stanza. Testarda com'è mi insegue ancora, cammina al mio passo, non molla la presa.

<<Posso farti altre domande? Ci sono delle cose che non mi sono chiare>>

<<Solo se non sono eccessivamente invadenti>>

Vedendo la sua espressione afflitta capisco che come immaginavo erano proprio domande private.

<<Aspetta, sei il capo qui, una specie di saggio, come se fossi il professor Silente di Harry Potter>>

Un sorriso devo ammettere che mi scappa a sentir quel paragone quindi rallento e le permetto di continuare a parlarmi.

<<Ah già scusami! Ovviamente non puoi avere idea di chi sia Silente, vivi qui da quando avevi 5 anni in pratica..>>

<<So perfettamente chi è Clare>>

Lei si stoppa di fronte a me e mi blocca le braccia con le sue mani. Notando il suo atteggiamento un po' troppo confidenziale, le allontana e continua sorpresa.

<<Vuoi dirmi che esiste veramente il preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts?>>

Rido per la stupidagine che ha appena detto. La sua espressione perplessa mi spinge a darle almeno la spiegazione della mia risata.

<<Certo che no! Credi di essere in un libro di Harry Potter?>>

<<Oh certo che no, ti sarò sembrata una stupida!>>

Ormai sono arrivata alla mia camera, decido di lasciarla perdere con un sorriso e di entrare finalmente nella mia privacy con i miei libri. Apro la porta e sento la sua mano posarsi sulla mia, fermarmi.

<<Ti devo fare le domande!>>

Allora è proprio testarda. Sospiro, richiudo la porta e mi volto verso di lei.

<<Prima mi hai chiesto del mio passato, ora ti mancano solo altre due domande. Sono come il genio della lampada, ne hai tre in tutto>>

Scoraggiata, ma cocciuta continua imperterrita a bloccare il mio passaggio.

<<Come fai a sapere del genio della lampada, di Harry Potter e di queste cose se non vivi in superficie da 13 anni? So anche che sai di cosa stavo parlando in mensa, si vedeva che non eri stupita dal mio discorso come invece lo erano gli altri tranne Natalie>>

<<Perché mi documento? Leggo i libri >>

Detto questo entro nella mia camera lasciando la porta aperta, vedo la sua testolina impicciona che cerca di far capolino dalla porta ma la fermo, prendo uno dei miei libri e ritorno da lei chiudendo la porta alle mie spalle.

<<Apri e leggi su!>>

Ora il suo sguardo è passato da sorpreso a consapevole di aver capito finalmente!

<<Oh..vuoi che io legga perché avendo avuto 5 anni quando ti hanno portata qui non hai avuto la possibilità di imparare giusto? Allora comincio.. Romeo e Giulietta..>>

<<Ma no!>>

La interrompo mentre era pronta a leggere la prima pagina di quella famosa opera. Parlare con lei sembra come buttare parole contro un muro che te le rilancia in dietro come un boomerang.

<<Ci sono! È ovviamente un libro magico che parla da solo!>>

<<Devi imparare un sacco di cose sul soprannaturale eh?>>

Le dico togliendole il libro di mano, prima che lo rompa agitandolo cercando un qualche pulsante che lo faccia parlare.

<<So leggere e basta e una domanda è andata>>

<<Ma fai domande a trabocchetto però! Chi ti ha insegnato a leggere e come mai hai questi libri?>>

Distolgo lo sguardo per un attimo e poi ritorno su di lei.

<<Questa domanda la passo. Scegline un'altra. E fallo bene perché è l'ultima che hai!>>

<<Bene..allora..Da quanto ho capito questo non è un collegio come tutti gli altri..>>

<<Tu dici?>>

La interrompo.

<<Voglio sapere se ci sono tipo delle lezioni, robba di magia, se c'è una città al di fuori di qui, perché ci sono le sbarre che sono in grado di provocare la perdita di memoria, come mai Bernie è pazzo e..>>

<<Wo wo wo, troppe domande! Ma per oggi sono buona. Come prima cosa questa non è una scuola, ci tengono rinchiusi qui, secondo non esiste la magia, non so perché siamo così noi, nessuno lo sa, siamo creature mai esistite, forse abbiamo mutamenti genetici nel DNA. Per quanto riguarda città della magia o come l'hai chiamata non so se esista ma ne dubito. E le sbarre ci sono perché appunto ci tengono rinchiusi qui, per non farci scappare e rivelare i loro segreti in superficie. Bernie è pazzo per motivi che non ti riguardano>>

A dire il vero neanch'io so perché Bernie sia così, potrei darle più risposte, ma non sono tipo che si dilunga in chiacchiere, perciò con il mio libro in mano rientro nella mia camera e mi chiudo dentro.

Paranormal collegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora