Quando la signora Jeon ne usciva avvolta in una nuvola di profumo e ben truccata, Taehyung era già in piedi, la giacca abbottonata, il naso coperto dalla sciarpa, i guanti e le chiavi della moto in una mano. Il ragazzo e la madre di Jungkook uscivano di casa insieme, le loro voci che rimbombavano per le scale del condominio, ma mai senza che Taehyung si tirasse la porta dietro rivolgendo un occhiolino a Jungkook, le sue labbra esposte ancora arrossate e gonfie, qualche cuscino finito sul pavimento.

* * *

Il cinque gennaio era arrivato e con esso il penultimo giorno di vacanza.

A partire dal trenta di dicembre Taehyung era partito con la sua famiglia per una settimana bianca all'insegna dei paesi nordici. Durante questo periodo lui e Jungkook avevano preferito, piuttosto che messaggiarsi ininterrottamente ignorando amici e parenti, chiamarsi per lunghe telefonate serali, entrambi immersi sotto le coperte, sussurrando e ridacchiando uno al resoconto della giornata dell'altro per non svegliare nessuno, il tempo che fuggiva loro di mano mentre l'ora si faceva sempre più tarda.

Taehyung era tornato in auto con i suoi genitori quella mattina stessa, aveva abbandonato le proprie valigie in camera sua senza avere nessunissima intenzione di disfarle, era sceso in garage ed era immediatamente salito sulla sua moto. Mezz'ora più tardi era al campanello del condominio di casa Jeon.

Dato che il sistema elettronico che apriva automaticamente il portone era guasto, la madre di Jungkook dovette scendere fino all'ingresso principale per aprirgli, accogliendolo prima con un sorriso affettuoso e poi con uno dei primi abbracci che il ragazzo ricambiò sorpreso. Fece subito togliere a Tae le scarpe zuppe di acqua e neve, porgendogli in cambio un paio di colorati calzettoni pesanti che lui indossò con un'espressione divertita. Sperò quasi che qualcheduno dei loro vicini uscisse in quel momento per poter vedere le loro facce.

Taehyung si stava srotolando la lana sulle caviglie quando la donna decise di velocizzare i tempi e chiamare a gran voce il figlio, non badando dell'effetto eco della scala che avrebbe reso partecipe l'intero condominio dell'arrivo del ragazzo. Un paio di porte sbatterono, qualche tonfo indistinto, e un Jungkook trafelato si sporse dalla ringhiera del pianerottolo più alto. I capelli mori ciondolavano pesantemente verso il basso, più scuri e lucidi del solito perché bagnati. I suoi occhi incontrarono quelli esausti ma felici di Taehyung e il volto gli si illuminò a festa.

Con un sorriso radioso e le guance arrossate dalla doccia appena fatta, Jungkook prese a correre giù per le scale scendendo i gradini due a due, le dita che scivolavano sul corrimano.

Quando mancò un solo pianerottolo a dividerli, la madre di lui si appiattì saggiamente contro la parete per evitare di essere travolta dal figlio che, infatti, arrivò a tutta velocità e buttò le braccia al collo del suo ragazzo. Taehyung barcollò all'indietro, investito da quella massa di calore, e strinse forte la presa sulla schiena dell'altro, affondando mani e viso in quel maglione soffice che portava. Era impregnato dal solito profumo di Jungkook, un odore che aveva imparato a riconoscere in tutti gli angoli della sua casa.

I due ragazzi non si curarono della presenza della signora Jeon e Jungkook lasciò che Taehyung lo sollevasse di pochi centimetri da terra, dondolandoli docilmente a destra e a sinistra mentre il più piccolo si chinava in avanti e schioccava un bacio a stampo su quelle labbra ghiacciate.

Aprirono entrambi gli occhi, la sorpresa e la felicità nel ritrovarsi di nuovo così vicini dopo sette interminabili giorni enorme. Premettero le loro fronti insieme prima che, con un ultimo, velocissimo bacio rubato, Taehyung metesse giù Jungkook.

Sua madre non finse neanche di essersi persa un singolo attimo della scena; si limitò a lanciare un'occhiata d'intesa ad entrambi, una diversa per ognuno.

PAINT & SPRAY (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now