Il senso di ogni cosa che c'è.Cap 1

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Il Festival di Sanremo era finalmente terminato e Fabrizio Moro, oltre a sentirsi soddisfatto da una parte e leggermente deluso dal suo settimo posto dall'altra, si sentiva veramente stanco. Mentre usciva dall'Ariston, senti il peso di quelle quattro serate piombargli sulle spalle come un macigno ma, nonostante non vedesse l'ora di andare a riposarsi, non si sottrasse dal sorridere, fare autografi e foto con i fan che incontrava durante il tragitto.                                                            

Arrivato davanti all'albergo, entrò e venne salutato con un sorriso dal portiere. Dopo aver ricambiato e augurato la buona notte, il cantante recuperò le chiavi della sua camera e si diresse verso di essa, situata al terzo piano. Quando finalmente si trovò di fronte alla ormai familiare porta in legno scuro,tirò un sospiro di sollievo e infilò la chiave nella toppa. Aperta la porta, sgusciò all'interno per poi richiudersela alle spalle.

La sua camera era arredata in modo essenziale: un bagno, un armadio, un letto a una piazza e mezzo con un comodino su ogni lato. Su uno di essi, si trovava un'abatjour e una presa elettrica.

Si buttò a peso morto sul letto e si prese qualche minuto di relax prima di andare a lavarsi. Lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete e vide che erano quasi le quattro e mezzo del mattino. Era veramente tardi.

Con uno sforzo di volontà, si alzò dal comodo materasso e, dopo essersi spogliato e recuperato un pigiama dalla valigia, si fiondò sotto la doccia. Il getto dell'acqua calda era un toccasana per i suoi muscoli indolenziti e si sentì meglio. Lo stress si era leggermente affievolito e fu davvero difficile abbandonare quella piacevole sensazione. Con un asciugamano intorno alla vita e uno sui capelli, si spostò al lavandino e si lavò i denti. Quando fu pronto, uscì e, dopo essersi asciugato per bene, si vestì e s'infilò sotto alle coperte, addormentandosi poco dopo.

Fu svegliato dal rumore di qualcuno che bussava alla porta. Mugugnando qualcosa, si voltò dall'altra parte ma il bussare continuò, diventando insistente e costringendolo ad alzarsi. Ancora intontito dal sonno, andò ad aprire e si trovò davanti a Roberto Cardelli che, con un gran sorriso stampato in volto, esclamò: - Finalmente, Fab. È da un'ora che sto bussando -

- Scusa ma a quest'ora la gente normale dorme -

Il sorriso del Maestro si allargò e disse: - Già. Vieni a fare colazione? Sono le dieci e mezzo - Fabrizio si limitò a fare un cenno col capo e l'altro, dopo averlo informato che lui e i ragazzi l'avrebbero aspettato nella zona colazione, se ne andò.

Un quarto d'ora più tardi, il cantautore scese nella hall e si incamminò verso la sala alla sua sinistra e avvistò la sua band, seduta ad un tavolo accanto alla vetrata. Li raggiunse e venne accolto da un buongiorno collettivo. Lui fece lo stesso e si accomodò, ringraziandoli mentalmente per avergli preso un caffè doppio e un cornetto alla crema. Sapendo che appena sveglio non connetteva, gli altri rimasero in silenzio, gustandosi la colazione.

Aveva appena terminato il cornetto quando sentì il suo telefono squillare e lo prese. Quando lesse chi era, un sorriso gli comparve sulle labbra e accettò la chiamata. Si alzò e si allontanò dal gruppo, che aveva cominciato a mormorare qualcosa.

- Ciao amore mio -

- Ciao, tesoro. Non sai che gioia sentirti - sentì rispondere dall'altro capo – Ti ho visto ieri sera. Sei stato bravissimo -

- Grazie. Avevo un nodo alla gola pazzesco -

- Immagino. Secondo me, non meritavi il settimo posto -

- Lo so, amore. Anch'io ne sono rimasto leggermente deluso ma penso che la situazione si ribalterà. Semplicemente, non era ancora il momento -

- Hai ragione. Che cosa farai adesso? -

-Bè. Maria ci ha dato qualche giorno di riposo – replicò - Penso che ne approfitterò per tornare a casa. Non vedo l'ora di stare con voi - - Anche noi non vediamo l'ora di rivederti -

Fabrizio sentì una vocina in sottofondo e capì che si trattava di suo figlio. Un sorriso gli comparve sulle labbra mentre pronunciava: - Mi sembra di sentire Libero. E' lì con te? -

Fabrizio Moro - Raccolta di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora