Capitolo VII. Il libro dei Draghi

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Stava camminando con le stampelle su e giù per la stanza da ormai mezz'ora

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Stava camminando con le stampelle su e giù per la stanza da ormai mezz'ora.

Dopo quattro giorni passati in quella camera la sua cognizione del tempo si era ridotta a un processo di attimi concatenati e sospesi in un circolo d'inerzia deperita. L'unico modo per respirare un po' d'aria fresca e sapere l'ora del giorno era fare quei quattro passi fuori casa per andare alla latrina. Ci andava spesso, durante le frequenti pause tra le visite snervanti dell'amica noia, o in quei momenti di riflessione in cui la nostalgia traviava i suoi pensieri verso le distese di un mare sconosciuto alla ricerca del suo villaggio, di sua madre, suo zio e tutti i ragazzi, perfino di quel pallone gonfiato di Thuggory.

Era metà pomeriggio. Hiccup sarebbe arrivato dopo un paio d'ore a portare da mangiare con il suo tipico passo ferrato e il suo sorriso sghembo.

Quel ragazzo non corrispondeva affatto alla solita immagine del berkiano. Anzi, dall'aspetto non sembrava neanche un vichingo. Forse era stato abbandonato da qualche parte da piccolo e poi adottato – magari veniva dalla Britannia o da qualche altra isola sperduta chissà dove; e poi era troppo gentile ed educato, per essere un hooligan. Forse era un povero disgraziato, oppure uno di quegli strani casi in cui gli dèi decidono di dare al mondo qualcosa di diverso, una volta ogni cent'anni. Aveva l'aria di essere uno che sta sempre per conto proprio e che prende sempre una direzione diversa dagli altri, per sfortuna o per carattere.

Il giorno prima gli aveva chiesto come faceva ad essere così magro, se fosse dovuto a qualche malaccio o al fatto che mangiasse poco, ma lui non le aveva risposto. Sembrava che ne fosse consapevole, della sua carenza fisica, e che questa fosse una sorta di nemico contro cui aveva lottato e con il quale era ormai costretto a convivere.
Ma sotto quel mucchio traballante di pelle e ossa c'era una tale energia, una forza e una motivazione che non aveva mai visto prima in nessun altro.

Non sarebbe mai riuscita a capire quel ragazzo, ma di una cosa era certa: lo trovava odioso e ripugnante, come tutte le volte in cui le diceva che poteva fidarsi di lui e che quando la sua gamba sarebbe guarita avrebbe parlato con il Capo e gli uomini del Consiglio per liberarla.

I cavalieri del Nord - Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. IWhere stories live. Discover now