capitolo 10

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Non dormii bene quella notte, avevo i sensi di colpa per ciò che era successo, ed ero agitata per l'incontro con Riccardo.

Quando uscii di casa pensavo a cosa avrei potuto dirgli per convincerlo che la vita è bella, che qualsiasi motivo ci fosse non doveva smettere di fare le cose che gli piacevano.

Quando arrivai, lui era già seduto ai tavolini, lo raggiunsi da dietro e gli poggiai una mano sulla spalla per fargli sentire che c'ero. Mi sedetti e gli sorrisi:

- Allora Riccardo, cosa volevi dirmi?

- Intanto grazie.

- Per cosa?

- Perché sei qui.

Gli sorrisi, e dissi che era un piacere, così lui continuò:

- Stasy non voglio girarci intorno, credo che mia sorella ti abbia detto che ultimamente non sono quello di sempre.

- Sì, mi ha detto qualcosa.

- Ora ti prego di non interrompermi fino alla fine, poi ti ascolterò io, ok?

- Va bene.

- Io sto male, è vero, sto male perché da quando ti conosco non faccio altro che pensarti, perché succede sempre qualcosa per cui io finisco sempre per ferirti. Voglio chiederti scusa, perché nella tua bontà d'animo sei qui.

Stavo per parlare, ma lui mi fermò:

- Hai promesso, fammi dire tutto ciò che penso per favore.

Annuii e lui andò avanti:

- All'inizio quando ti ho conosciuta, ero arrabbiato con i miei perché mi avevano costretto a venire in quel paesello, poi sei arrivata tu come una stella dal cielo. Ho cercato di tenerti lontana, infatti riuscivo anche a starti antipatico, sapevo che avrei finito col ferirti. Poi quando ho saputo che partivi si è sprigionata dentro di me un'infinita rabbia, perché avevo perso un sacco di tempo in cui potevi essere tra le mie braccia. Poi sai ciò che è successo, ovvero il regalo, il compleanno e Luana. Già Luana, è vero per un po' siamo usciti insieme ma non le ho mai detto fosse la mia ragazza, aveva capito da come ti guardavo che mi piacevi, quindi dicendo ciò che ti ha detto non voleva colpire te, ma vendicarsi di me. E c'è riuscita perché da quel giorno ci siamo allontanati. Poi quel giorno del corso all'università, ti ho visto con quel vigile del fuoco, allora ho capito che ti avevo persa.

- Ora posso parlare io?

Lui annuì:

- Tu non mi hai mai persa, forse è mutato il nostro rapporto. Tu puoi sempre contare su di me, io ci sono. Voglio però che tu mi prometta che riprenderai a fare tutto ciò che facevi prima, venire all'università, uscire con i tuoi amici ed essere quella bella persona che sei.

- Grazie Stasy, non so come ringraziarti.

Sorrisi, gli diedi un bacio sulla guancia e gli chiesi se mi dava uno strappo a casa, visto che non avevo lezione, e ovviamente accettò.

Davanti casa lo salutai e scesi dall'auto dirigendomi verso il portone, salii sopra e non feci nemmeno in tempo a cambiarmi, avevo solo tolto le scarpe e sentii bussare. Andai a vedere chi era, ma non vedendo nessuno dallo spioncino, aprii la porta e sullo zerbino vidi un braccialetto, quel braccialetto che avevo ridato a Riccardo. Lo presi e entrai subito dentro e lo chiamai al telefono:

- Dove sei?

- Sto salendo ora in macchina perché?

- Grazie.

Nessuno dopo TeWhere stories live. Discover now